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Alla Via Crucis. Con il pensiero rivolto ad Alfie

In questo Venerdì Santo voglio rivolgere il pensiero ad Alfie Evans, il bimbo di poco meno di due anni ricoverato all’ospedale pediatrico di Liverpool per una malattia neurologica degenerativa e destinato a morire perché, come scrive il mio amico Andrea Mondinelli, «con una velocità degna del record del mondo dei cento metri piani, quella farsa che risponde al nome di Corte europea dei diritti dell’uomo, la Cedu», ha negato il ricorso per salvarlo.

Non sembra fuori luogo quindi il titolo dell’articolo di Benedetta Frigerio  La passione di Alfie come quella di Gesù (http://www.lanuovabq.it/it/la-passione-di-alfie-come-quella-di-gesu), nel quale leggiamo: «Sta riaccadendo quello che accadde 1985 anni fa. Come Cristo allora, oggi c’è chi muore ingiustamente processato, abbandonato e tradito per potere o per paura da chi dovrebbe difenderlo. Sono i Santi Innocenti dell’Occidente ateo. Come Charlie Gard, come Isaiah Haastrup e chissà quanti nascosti ma uccisi senza colpa».

È vero. Dopo Charlie e Isaiah, ora è il turno di Alfie, la cui storia è quella di un essere umano che «chi di dovere» ha deciso di non ritenere degno di vita.

Ricoverato all’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool quindici mesi fa per episodi convulsivi, poi costretto alla terapia intensiva e ventilato a causa di un’infezione al torace resa più grave da alcuni errori dei medici (come hanno rivelato da pochi giorni i genitori, mostrando le cartelle cliniche), Alfie è stato di fatto condannato a morte dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo (mai nome risultò più  grottesco) si è rifiutata di giudicare il caso, respingendo l’appello in perfetto stile pilatesco. Adesso dunque i medici sono intenzionati a staccare la ventilazione e poiché i genitori continuano a opporsi è stato loro vietato di avvicinarsi al bambino e di coccolarlo finché non accetteranno il verdetto. Un ricatto orribile.

Scrive Benedetta Frigerio: «Come Gesù, anche Alfie ha subito un processo ingiusto, voluto dall’ospedale che ha illegalmente evitato lo step precedente della mediazione fingendo con i genitori di averla accettata».

Tra i testimoni portati dai genitori, ma non ammessi dall’ospedale, c’è il medico Nikolaus Haas, di Monaco, che non  ha esitato a parlare di metodi nazisti ai danni di Alfie. Ma il giudice Anthony Hayden l’ha liquidato così: «Non capisce la nostra cultura».

Un altro testimone è un ex infermiere dell’ospedale, Patrik Hutzel, esperto di cure domiciliari, che proprio nel giorno in cui avrebbe dovuto apparire di fronte ai giudici ha ricevuto dal tribunale una e-mail con la quale gli è stato comunicato che la sua testimonianza non era necessaria.

«Ci sono poi altri parenti che avrebbero testimoniato in tribunale, confessando quello che hanno sentito uscire dalla bocca di medici e infermieri, come ad esempio il fatto che Alfie non è in coma, non è in stato semi-vegetativo, non soffre, non si sa se ci sono danni al cervello. Invece? Invece sono stati ammessi solo medici e prove a favore del giudizio dell’Alder Hey, come la dottoressa Helen Cross del Gosh (Great Hormond Street Hospital, nda), che ha visto Alfie solo per mezz’ora e che ha dichiarato, senza avvalersi di referti medici e prove cliniche, che il cervello era danneggiato. Infine, si è deciso che la vita di Alfie “non ha senso” perché “non avrà una qualità di vita degna”, come ha detto ai giudici Michael Mylonas, legale dell’ospedale».

«Dopo di che, esattamente come è successo a Gesù, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha preferito lavarsi le mani. Nel frattempo il piccolo sta andando in Croce, lottando, aprendo gli occhi, muovendosi (come si vede nei video), con la sua mamma impotente e addolorata, come lo fu la Madonna. Con un uomo, suo padre, che, come Giovanni con Cristo, per lui si farebbe ammazzare. Con alcune donne e un piccolo popolo che, pur giudicato folle dalla maggioranza, sta al suo fianco. Come fecero la Maddalena, la Veronica, il Cireneo ed altri con Cristo».

E Pietro? E Giuda? Si chiede Benedetta Frigerio: «Oggi con Alfie, come allora con Gesù, c’è chi nel popolo di Dio sta tradendo come Giuda, sapendo di farlo, per piacere al mondo, per potere o per trenta denari?»

Sarà Dio a giudicare. Ma noi abbiamo il dovere di raccontare. Charlie, Isaiah, Alfie: sono martiri innocenti, «il cui sangue puro è l’unica possibilità di salvezza per l’Occidente adulto insozzato di peccato».

«Non abbiamo più vie legali per difendere nostro figlio, che vuole vivere, mentre medici e giudici non vedono l’ora che sia morto. Imploriamo papa Francesco di intervenire. È l’unico che ci può difendere», dice  Thomas Evans, il papà di Alfie.

«Sembra che tutti vogliano Alfie morto al più presto. Mio figlio Alfie ha quasi due anni, ha messo su peso (quasi diciassette chili), succhia il suo ciuccio, ci fissa, combatte con noi al suo fianco. E i medici? Non desiderano altro che muoia presto. Alfie non è il solo ad aver subito questo trattamento, penso a Charlie, ad Isaiah e a tante altre situazioni nascoste: per questo imploriamo nostro padre, papa Francesco, di aiutarci!».

Questa sera le meditazioni per la Via Crucis al Colosseo, alla presenza di Francesco, incominceranno tutte con queste parole: «Ti vedo, Gesù». Ebbene, noi oggi vediamo Gesù anche in Alfie, soprattutto in Alfie.

Aldo Maria Valli

 

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