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Loreto / La Santa Casa e il miracolo negato

Cari amici di Duc in altum, il 5 novembre, con il contributo di un esperto come il professor Giorgio Nicolini, ho segnalato il caso del nuovo decreto della Congregazione per il culto divino relativo alla Santa Casa di Loreto, un documento che di fatto abroga la celebrazione liturgica del miracolo riguardante la traslazione della Santa Casa e la sostituisce con una festa mariana.  Comprensibili lo sconcerto e il dispiacere fra i tanti devoti della Madonna di Loreto. Sentimenti ben esemplificati da questa lettera che vi propongo.

A.M.V.

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Caro dottor Valli, le confesso che da marchigiana e da devota della nostra cara Madonnina di Loreto sono costernata. Si sta praticamente concretizzando ciò che gli indegni custodi della Santa Casa da anni cercano di inculcare nei pellegrini che vi si  recano attraverso pagine messe in bella mostra lungo il corridoio che fa da ingresso laterale alla basilica. Pagine che in ultima analisi pongono seri dubbi sulla veridicità della traslazione. Inaudito! Invece di difendere il miracolo, con queste pubblicazioni, che chiunque può leggere, lo mettono in dubbio. Ora, alla luce dello sciagurato decreto, saranno contenti, finalmente. Povera Madonnina, e che tempi!

Addio, dunque, alla festa che da sempre si fa per la “venuta”, addio alla cara devozione popolare dei falò che si accendono la notte del 9 dicembre come a illuminare la strada agli angeli che trasportano la Santa Casetta, addio a tutto. Che dispiacere! Stanno negando tutto, non credono più ai miracoli. Ma l’assurdo è che la diocesi di Loreto ha indetto un giubileo nella ricorrenza dei cento anni dalla proclamazione da parte di Benedetto XV della Madonna di Loreto come patrona degli aviatori. Un giubileo in ricordo di un miracolo che la Chiesa praticamente non riconosce più.

Che la Madonna abbia pietà di noi.

A.S.

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P.S. Quando ero piccola, ogni volta che con la mia famiglia si andava a Loreto, la mia cara zia, arrivati al punto in cui lungo il litorale (dalle parti di Porto Recanati) si scorgono file di pini incurvati verso terra, ci ricordava che avevano quella forma perché si erano inchinati al passaggio della Santa Casa. Un tenero ricordo che porto ancora nel cuore.

 

Aldo Maria Valli:
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