I cattolici al tempo del coronavirus / 5

Cari amici di Duc in altum, proseguo nel proporvi testimonianze provenienti da tutta Italia su come i fedeli stanno vivendo queste giornate segnate dal coronavirus e dalle relative disposizioni, che riguardano anche la Chiesa cattolica, le Sante Messe e la vita delle parrocchie.

A.M.V.

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Qui Carini (Palermo)

All’inizio della Messa il prete ha avvertito i fedeli delle disposizioni impartitegli:sospensione dello scambio della pace (e questo non lo considero un male, dopotutto), svuotamento delle acquasantiere (e questo è un chiaro sintomo della mancanza di fede da parte di chi ha potuto concepirlo) e, dulcis in fundo, obbligo di ricevere la Santa Particola sulla mano. A queste parole ho sobbalzato sulla panca. Il mio impulso fu in quel momento di alzarmi e dire: a questo non sono disposto! Ma mi trattenni, per un senso di timidezza o pudore. Giunti infine al momento della distribuzione della Santa Eucarestia, mi misi in fila a mani giunte come faccio di solito e, arrivato il mio turno, mi presentai così davanti al sacerdote, il quale mi guardò interdetto.

Deciso, gli dissi che desideravo la particola come nella tradizione della Santa Chiesa, sulla bocca, e lui mi apostrofò sostenendo che mettere la particola sulla mano è una disposizione della Chiesa. Gli obiettai: “Ma io non lo accetto!”. A quel punto il prete ebbe un leggero scatto d’ira e si rivolse alla signora accanto a me per comunicarla. Avrei potuto restare lì fermo, ma per obbedienza uscii dalla fila a capo chino, profondamente umiliato e ferito, e tornai al mio posto.

Ritengo tutto ciò un fatto molto grave, del quale un vero figlio di Dio mai avrebbe dovuto rendersi responsabile. Ma considerando i giorni in cui viviamo, questi giorni in cui la Santa Chiesa è crocifissa ogni istante dinanzi al mondo che grandemente ne gode, è chiaro che ciò rientra pienamente in ciò che ci è stato predetto. E così sia!

Lettera firmata

Carini (Palermo)

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Qui Rovereto

Nel mercoledì delle ceneri sono andato a Messa e ho appreso lì che, per disposizione dell’arcivescovo, le Messe in parrocchia fino a nuova disposizione sarebbero state solo le festive e prefestive. Soppresse adorazioni e via crucis, chiuso l’oratorio, sospese tutte le altre attività parrocchiali. Durante la funzione è stato eliminato lo scambio della pace (e fin qui niente da dire, ci può stare), è stata rimossa l’acqua santa ed è stato istituito l’obbligo di ricevere la Comunione in mano.

Qualcuno potrebbe prendermi per fanatico, ma io non ho mai ricevuto la Comunione in mano e non trovo neppure giusto che i fedeli siano obbligati in tal senso. Fra l’altro, mantenendomi al solo livello fisico, senza coinvolgere la metafisica, mi chiedo: è davvero più sicuro ricevere la Comunione in mano che in bocca? Io sono dell’idea che portare alla bocca l’Ostia dopo che è stata appoggiata sul palmo ed è stata presa tra polpastrelli che poco prima hanno toccato di tutto (il banco, la maniglia della porta e chissà cos’altro) sia molto peggio che riceverla direttamente in bocca, fatto salvo che il sacerdote o il ministro presti un po’ di attenzione e magari si disinfetti le mani prima della funzione.

Chiusa la parentesi, torno alla cronaca. Il governatore della provincia più volte al giorno precisa che in Trentino non ci sono casi di contagio, che le quattro persone risultate positive sono lombarde e sono state subito riaccompagnate in Lombardia praticamente senza aver avuto interazione con gente locale. In provincia sono state sospese attività come le feste di carnevale, ma in città tutto va avanti senza particolari restrizioni: i negozi sono regolarmente aperti, si tiene il mercato cittadino, vengono tenuti spettacoli teatrali con l’unica accortezza di aver ridotto il numero di posti in sala, le attività scolastiche sono state sospese ma riprenderanno già lunedì.

Ciò che mi lascia stupefatto in tutto ciò sono la solerzia e la coesione con cui la Chiesa ha abbracciato le disposizioni e come nelle parrocchie si faccia quasi a gara per ingigantirne la portata. Possibile che nessuno abbia avuto la benché minima obiezione?

Ultima considerazione, a margine. La diocesi ha chiesto, durante la quaresima, di lasciare in ogni chiesa un posto vuoto per ricordare la violenza sulle donne. Sarò ingenuo o arretrato, ma queste iniziative, questo voler a ogni costo introdurre temi sociali, mi disturba non poco.

Lettera firmata

Rovereto

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Qui Marche

Caro Valli, sono tornata da poco da una Messa clandestina cui con circospezione ho potuto accedere grazie alla benevola condiscendenza di un parroco che, pur da sempre allineato, è ragionevole quanto basta per rendersi conto dell’assurdità di queste chiese chiuse e di queste Messe soppresse. Ma, se devo dire la verità, mi sono sentita un po’ a disagio (e con me mio marito) per questo strano privilegio che insieme a qualcun altro ci è stato riservato; ché in questi tempi di infiniti diritti rivendicati in ogni dove, il diritto di accostarsi al Padreterno credo sia per tutti uno dei più sacrosanti. Ma tant’è. Ringraziamo Dio per il bene che, nonostante tutto, ci vuole ancora. Questo dolore e questo tempo passeranno, ma di certo ci lascerà diversi.

Con fraterna amicizia

Lettera firmata

Provincia di Ascoli Piceno

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