La missione profetica di Fatima non è conclusa

Cari amici di Duc in altum, mi ha scritto di nuovo la Monaca Guerriera. Questa volta si occupa del terzo segreto di Fatima, mettendolo in relazione ad alcuni fatti recenti. Affido lo scritto alla vostra riflessione e alle vostre valutazioni.

A.M.V. 

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Credo non sia difficile riconoscere il papa della visione di Fatima in Francesco che cammina da solo per le strade deserte di Roma. Molti di noi lo hanno pensato, se lo sono domandato. In quale altro caso sarà possibile vedere il papa da solo “attraversare una grande città” così deserta? E ricordiamo sempre che se le profezie non sono necessarie per la fede, tuttavia abbiamo il dovere di non disprezzarle quando hanno ricevuto il sigillo della Chiesa, poiché sono un aiuto che il Cielo ci concede.

Nella grande abbondanza di interpretazioni, smentite, conferme e dubbi che da sempre hanno circondato la rivelazione del terzo segreto di Fatima, abbiamo il dovere di fermarci a considerare quelle parole di Benedetto XVI: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa” (viaggio apostolico in Portogallo, omelia, Santa Messa nella spianata del santuario di Fatima, 13 maggio 2010).

Se la missione profetica non è conclusa e “riguarda il futuro della Chiesa”, a quale epoca può riferirsi più della nostra, che vede coesistenti il “Santo Padre” e il “Vescovo vestito di bianco” della visione descritta dai pastorelli?

In proposito, perché non chiedere delucidazioni al cardinale Tarcisio Bertone circa il contenuto dei colloqui che ebbe con suor Lucia, e la motivazione di quei provvedimenti così severi? Perché nessuno poteva incontrare la suora o parlarle, mentre i presunti veggenti di altre apparizioni sono liberi di girare il mondo e di rilasciare testimonianze? Che cosa preoccupava così tanto la Chiesa mentre suo Lucia era in vita?

“Sull’ala del tempio porrà l’abominio della desolazione” (Dn 9,27); “Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eletto l’abominio della desolazione, ci saranno 1290 giorni” (Dn 12,11): siamo forse al momento profetato da Daniele? Non è difficile riconoscere nell’abominio della desolazione l’idolo della Pachamama venerato nella Città Santa e nella basilica di San Pietro, tempio cristiano per eccellenza, e nell’abolizione del Santo Sacrificio ciò che attualmente viviamo, ossia la cessazione del culto pubblico non solo nelle nazioni sparse nel mondo, ma proprio nel Vaticano, centro della cristianità e simbolo della Chiesa cattolica.

La Monaca Guerriera

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