Così il Vaticano ha deciso di allontanare Enzo Bianchi da Bose, la sua creatura

Cari amici di Duc in altum, ecco come VaticanNews dà notizia del provvedimento, preso dal Vaticano, in base al quale il fondatore della comunità monastica di Bose, Enzo Bianchi, dovrà lasciare il monastero. Colpisce il tono molto secco, a partire dal titolo.

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Enzo Bianchi dovrà lasciare il monastero di Bose

Enzo Bianchi, fondatore della comunità di Bose, e altri tre membri della stessa comunità, dovranno lasciarla e trasferirsi in altro luogo decadendo da tutti gli incarichi. Lo stabilisce un decreto a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, approvato specificamente da Papa Francesco, che arriva dopo “prolungato e attento discernimento” e dopo che lo scorso gennaio si è conclusa una visita apostolica. Ne dà notizia un comunicato apparso sul sito web della Comunità di Bose.

“Come da noi annunciato a suo tempo, in seguito a serie preoccupazioni – si legge nella nota – pervenute da più parti alla Santa Sede che segnalavano una situazione tesa e problematica nella nostra Comunità per quanto riguarda l’esercizio dell’autorità del fondatore, la gestione del governo e il clima fraterno”, Francesco ha disposto una visita apostolica. A compierla sono stati padre Guillermo León Arboleda Tamayo, abate Presidente della Congregazione Benedettina Sublacense-Cassinese, padre Amedeo Cencini, consultore della Congregazione per i religiosi, e madre Anne-Emmanuelle Devéche, abbadessa di Blauvac.

“Tenendo conto della rilevanza ecclesiale ed ecumenica della Comunità di Bose, a livello sia nazionale che internazionale, e dell’importanza che essa continui a svolgere il ruolo che le è riconosciuto, superando gravi disagi e incomprensioni che potrebbero indebolirlo o addirittura annullarlo, con la visita apostolica il Santo Padre ha inteso offrire alla medesima Comunità un aiuto sotto forma di un tempo di ascolto da parte di alcune persone di provata fiducia e saggezza”. La visita apostolica si è svolta dal 6 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020 e, al termine “i visitatori hanno consegnato alla Santa Sede la loro relazione, elaborata sulla base del contributo delle testimonianze liberamente rese da ciascun membro della Comunità”.

“Dopo prolungato e attento discernimento e preghiera – spiega ancora la nota – la Santa Sede è giunta a delle conclusioni sotto forma di un decreto singolare del 13 maggio 2020, a firma del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità e approvato in forma specifica dal Papa”. Le decisioni sono state comunicate agli interessati nei giorni scorsi da padre Amedeo Cencini, nominato Delegato pontificio con pieni poteri ad nutum Sanctae Sedis, che era accompagnato dal Segretario della Congregazione per i religiosi, padre José Rodriguez Carballo, e dall’arcivescovo di Vercelli, monsignor Marco Arnolfo.

La comunicazione della decisione, informa la comunità di Bose, “è avvenuta nel massimo rispetto possibile del diritto alla riservatezza degli interessati. Poiché, tuttavia, a partire dalla notifica del decreto, l’annunciato rifiuto dei provvedimenti da parte di alcuni destinatari ha determinato una situazione di confusione e disagio ulteriori”, si è ritenuto necessario precisare che i provvedimenti riguardano Fr. Enzo Bianchi, Fr. Goffredo Boselli, Fr. Lino Breda e Sr. Antonella Casiraghi, i quali “dovranno separarsi dalla Comunità monastica di Bose e trasferirsi in altro luogo, decadendo da tutti gli incarichi attualmente detenuti”.

Con una lettera del Segretario di Stato al Priore e alla Comunità, inoltre, “la Santa Sede ha tracciato un cammino di avvenire e di speranza, indicando le linee portanti di un processo di rinnovamento, che confidiamo infonderà rinnovato slancio alla nostra vita monastica ed ecumenica. In questo tempo che ci prepara alla Pentecoste – conclude il comunicato – invochiamo una rinnovata effusione dello Spirito su ogni cuore, perché pieghi ciò che è rigido, scaldi ciò che è gelido, drizzi ciò che è sviato e aiuti tutti a far prevalere non il sentimento personale ma la sua azione”.

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Qui il testo completo della nota Speranza nella prova pubblicata dal sito del Monastero di Bose.

Come da noi annunciato a suo tempo, in seguito a serie preoccupazioni pervenute da più parti alla Santa Sede che segnalavano una situazione tesa e problematica nella nostra Comunità per quanto riguarda l’esercizio dell’autorità del Fondatore, la gestione del governo e il clima fraterno, il Santo Padre Francesco ha disposto una Visita Apostolica, affidata al Rev.do P. Abate Guillermo León Arboleda Tamayo, OSB, al Rev.do P. Amedeo Cencini, FDCC e alla Rev.da M. Anne-Emmanuelle Devéche, OCSO, Abbadessa di Blauvac.

Tenendo conto della rilevanza ecclesiale ed ecumenica della Comunità di Bose e dell’importanza che essa continui a svolgere il ruolo che le è riconosciuto, superando gravi disagi e incomprensioni che potrebbero indebolirlo o addirittura annullarlo, con la Visita Apostolica il Santo Padre ha inteso offrire alla medesima Comunità un aiuto sotto forma di un tempo di ascolto da parte di alcune persone di provata fiducia e saggezza.

La Visita Apostolica si è svolta dal 6 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020 e, al termine di essa, i Visitatori hanno consegnato alla Santa Sede la loro relazione, elaborata sulla base del contributo delle testimonianze liberamente rese da ciascun membro della Comunità. Dopo prolungato e attento discernimento e preghiera, la Santa Sede è giunta a delle conclusioni — sotto forma di un decreto singolare del 13 maggio 2020, a firma del Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità e approvato in forma specifica dal Papa — che sono state comunicate agli interessati alcuni giorni fa dal Rev.do P. Amedeo Cencini, nominato Delegato Pontificio ad nutum Sanctae Sedis, con pieni poteri, accompagnato da S.E. Mons. José Rodriguez Carballo, OFM, Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, e da SE Mons. Marco Arnolfo, Arcivescovo Metropolita di Vercelli.

Tale comunicazione è avvenuta nel massimo rispetto possibile del diritto alla riservatezza degli interessati. Poiché, tuttavia, a partire dalla notifica del decreto, l’annunciato rifiuto dei provvedimenti da parte di alcuni destinatari ha determinato una situazione di confusione e disagio ulteriori, si ritiene necessario precisare che i provvedimenti di cui sopra riguardano Fr. Enzo Bianchi, Fr. Goffredo Boselli, Fr. Lino Breda e Sr. Antonella Casiraghi, i quali dovranno separarsi dalla Comunità Monastica di Bose e trasferirsi in altro luogo, decadendo da tutti gli incarichi attualmente detenuti.

Con lettera del Segretario di Stato al Priore e alla Comunità, inoltre, la Santa Sede ha tracciato un cammino di avvenire e di speranza, indicando le linee portanti di un processo di rinnovamento, che confidiamo infonderà rinnovato slancio alla nostra vita monastica ed ecumenica.

In questo tempo che ci prepara alla Pentecoste invochiamo una rinnovata effusione dello Spirito su ogni cuore, perché pieghi ciò che è rigido, scaldi ciò che è gelido, raddrizzi ciò che è sviato e aiuti tutti a far prevalere la carità che non viene mai meno.

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Notizie su Enzo Bianchi e Bose

Enzo Bianchi, astigiano, classe 1943, monaco laico, è diplomato in ragioneria e ha seguito studi di Economia all’Università di Torino.

Scrittore e pubblicista prolifico, ha pubblicato numerosi libri e collabora con La Stampa, la Repubblica, L’Osservatore romano, Avvenire, Famiglia cristiana e, in Francia, La Croix e La Vie.

Per quindici anni ha diretto la rivista Parola spirito e vita ed è membro della redazione della rivista internazionale di teologia Concilium.

Nel 2004 ha fatto parte della delegazione inviata a Mosca da papa Giovanni Paolo II per restituire l’icona della Madre di Dio di Kazan’.

Nel 2008 e nel 2012 ha partecipato come esperto nominato da papa Benedetto XVI alle Assemblee generali del Sinodo dei vescovi dedicate alla Parola di Dio e alla Nuova evangelizzazione.

Nel 2013, in occasione del suo settantesimo compleanno, è uscito il volume La sapienza del cuore, raccolta di testimonianze e di vescovi e personalità del mondo cattolico ed ecumenico nazionale e internazionale.

Il 22 luglio 2014 è stato nominato da papa Francesco consultore del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.

Nel 2018 ha partecipato come uditore nominato da papa Francesco all’Assemblea generale del Sinodo dei vescovi dedicata a I giovani, la fede e il discernimento vocazionale.

Presidente dal 1978 al 2000 della Fondazione per le scienze religiose fondata a Bologna da don Giuseppe Dossetti, ne fa ora parte come membro a vita del consiglio di amministrazione.

La Comunità di Bose (comune di Magnano, provincia di Biella) conta circa ottanta membri, uomini e donne. Altre filiazioni della comunità monastica si trovano a Gerusalemme, Assisi, Ostuni, Cellole di San Gimignano (Siena) e Civitella San Paolo (Roma).

La Comunità di Bose nacque per iniziativa di Enzo Bianchi nel 1965, alla fine del Concilio Vaticano II,  con la missione di promuovere il dialogo ecumenico. Tra i primi confratelli ci fu un pastore protestante.

L’11 novembre 2018, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’inizio della vita comune, papa Francesco inviò una lettera a Enzo Bianchi definendo la comunità monastica “una feconda presenza nella Chiesa e nella società”.

Fa capo al monastero di Bose la casa editrice Qiqajon, che pubblica testi di patristica, studi biblici, teologici e liturgici, oltre a opere della tradizione ebraica e della spiritualità ortodossa.

Tra gli autori, oltre allo stesso Enzo Bianchi, figurano Martin BuberGianfranco RavasiBarbara SpinelliErri De LucaAbraham HeschelDag HammarskjöldThomas MertonRowan WilliamsAlexis JenniChristian BobinAlexandre Jollien.

 

 

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