Lizzano. Prove tecniche di totalitarismo

Cari amici di Duc in altum, ricevo e vi propongo questo comunicato.

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Iustitia in Veritate sui gravi fatti di Lizzano. Ancora una volta violati diritti di cittadini e credenti

Il gravissimo abuso perpetrato a Lizzano (Taranto) ai danni della libertà di culto è significativo della violenza insita nell’ideologia gender e della pericolosità del ddl Zan-Scalfarotto-Boldrini e richiede una presa di posizione chiara da parte di tutti coloro a cui stanno a cuore le libertà di cui la nostra Costituzione è garante.

Di seguito i fatti.

Militanti di associazioni Lgbt si assembrano con manifesti di protesta sul sagrato della chiesa di San Nicola a Lizzano per boicottare il momento di preghiera comunitaria in difesa della famiglia.

Il parroco (pienamente nel suo diritto costituzionale) chiede l’intervento dei carabinieri per controllare la manifestazione Lgbt non autorizzata all’esterno della chiesa.

A sua volta il capogruppo dei manifestanti Lgbt chiama in soccorso il sindaco Antonietta D’Oria. Ed ecco che accade l’impossibile: il primo cittadino, invece di invitare i partecipanti alla manifestazione non autorizzata a sciogliere le fila e a rispettare la libertà di culto garantita dalla Costituzione, chiede al maresciallo dei carabinieri di identificare i partecipanti al rito religioso.

I carabinieri, nel rispetto della Costituzione, dei patti concordatari e del ruolo che compete loro a difesa della giustizia, rifiutano decisamente di sottostare all’assurda richiesta del sindaco.

A questo punto la signora D’Oria emette un comunicato in cui inneggia alla tolleranza e alla Chiesa buona contro la Chiesa cattiva del parroco del suo paese. Insomma, sembra che le nuove competenze del sindaco siano quelle di decidere chi sia degno di pregare e chi no, e quale debba essere l’oggetto della preghiera e quale l’oggetto di preghiera vietato e perseguibile.

In un altro paese un comune in cui il sindaco sostiene la violazione delle libertà costituzionali e del Concordato, sia con l’invito alle forze dell’ordine di ledere i diritti dei suoi concittadini sia con il comunicato che ha seguito la sua assurda presa di posizione, susciterebbe un immediato intervento per il commissariamento.

Noi di Iustitia in Veritate non possiamo rassegnarci a questa deriva e vogliamo lottare con tutte le nostre forze perché la Costituzione sia rispettata e venga fatta rispettare.

Chiediamo a tutte le persone che hanno a cuore le libertà civili di unirsi a quella che ormai sembra una battaglia quotidiana in difesa della nostra dignità di cittadini e di credenti.

Luca Rossi

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