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Covid / Morto monsignor Tierrablanca, vicario apostolico di Istanbul

“Che nostro Signore Gesù lo accolga in Cielo. I cattolici turchi e coloro che hanno avuto l’opportunità di lavorare con lui lo ricordano con gratitudine”, ha scritto ieri sera la Conferenza episcopale turca annunciando la morte dell’uomo che ne era stato presidente dal 2018. La Congregazione per le Chiese orientali ha risposto su Twitter: “Riposa in pace! Il nostro amato fratello monsignor Ruben Tierrablanca Gonzalez, vicario apostolico di Istanbul, è morto. Il Signore gli conceda la pace eterna”. Altre voci dalla Turchia e dal Medio Oriente salutano la memoria di un pastore gioviale tanto attento e aperto al dialogo ecumenico e interreligioso. Il vescovo aveva contratto il Covid-19 ed era stato ricoverato agli inizi di dicembre all’ospedale universitario di Koç. Le sue condizioni si erano subito rivelate critiche tanto da essere messo in terapia intensiva e intubato, ma alla fine dopo tre lunghe settimane di sofferenza, la malattia ha avuto la meglio.

Il vescovo Rubén Tierrablanca González era nato il 24 agosto 1952 nel Messico centrale. Aveva frequentato il seminario minore francescano e poi era entrato in noviziato il 22 agosto 1970. Il 2 agosto 1977 aveva emesso la professione solenne e il 29 giugno dell’anno successivo era stato ordinato presbitero. Dal 1978 al 1980 era stato formatore nel locale seminario francescano poi, nel 1983 era stato inviato a Roma per studiare per la licenza in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico. Nel 1992 era stato nominato rettore degli studenti della Pontificia Università Antonianum di Roma e poi guardiano della Curia generalizia in Roma (1997-2003). Dal 2003 era guardiano dei Frati minori di Istanbul, della Fraternità internazionale per il dialogo ecumenico e interreligioso in Turchia, e parroco a Santa Maria Draperis in Istanbul.

Il 16 aprile 2016 papa Francesco lo aveva nominato vicario apostolico di Istanbul, amministratore apostolico di Costantinopoli dei greci e vescovo titolare di Tubernuca. Aveva ricevuto l’ordinazione episcopale l’11 giugno successivo dal cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali. Dal 2018 era presidente della Conferenza episcopale della Turchia.

Fonte: Vatican News

“Un uomo votato al dialogo interreligioso, soprattutto con la corrente musulmana Sufi con la quale aveva intrecciato nel tempo rapporti stetti e ottimi. Per molti anni egli è stato vicario generale di mons. Louis Pelâtre, quindi era ben consapevole che la Chiesa di Turchia è una piccola minoranza, senza riconoscimento giuridico, ma dal grande valore. Amava stare in questo Paese, pur conoscendone i limiti”. È il ricordo di mons. Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia e presidente di Caritas Turchia, a poche ore dalla scomparsa di mons. Rubén Tierrablanca González.

Mons. Bizzeti, anch’egli colpito di recente in modo serio dal Covid-19 ma ora in fase di ripresa, racconta di essersi “sempre tenuto informato delle condizioni di mons. Tierrablanca. Purtroppo, il prolungarsi del coma farmacologico non era un segnale positivo. Speravamo – aggiunge – che ci fosse un guizzo, che una nuova medicina sperimentale assunta la scorsa settimana potesse fare effetto, poi il suo corpo ha ceduto” il virus ha avuto la meglio.

“Eravamo amici – ricorda mons. Bizzeti – e quando andavo a Istanbul alloggiavo presso di lui. Era un uomo, prima ancora che un pastore, sereno, gentile e accogliente. Non l’ho mai visto arrabbiato, nervoso, e sapeva svolgere il suo compito con umiltà, anche in qualità di presidente della conferenza episcopale… era un uomo amabile!”. Della Turchia, prosegue il prelato, “amava la varietà culturale, la sua storia, la sua religiosità antica. Era venuto ad Istanbul con un progetto dei francescani incentrato proprio sul dialogo interreligioso, del quale era un artefice e protagonista, pur senza dimenticare le difficoltà vissute dai cristiani in quanto minoranza. Ma non era un uomo che si spaventava di fronte ai problemi o alle difficoltà”.

Il vicario apostolico di Istanbul “era una persona realistica, non si faceva illusioni” e “aveva individuato i temi sui quali lavorare” per favorire la crescita della Chiesa locale. Primo fra tutti, racconta mons. Bizzeti, la necessità di “cementare la vita diocesana, in una realtà in cui sono ancora molti i religiosi provenienti dall’estero soprattutto dall’Europa, dall’Occidente. Da qui il suo impegno nel cercare di cementare la realtà comunitaria locale, di trovare persone al servizio del vicariato di Istanbul. Per i fedeli – aggiunge – è un grande dolore per la perdita ma, al tempo stesso, vi è la consapevolezza che questo uomo è arrivato al paradiso proprio alla vigilia del Natale”.

Per il vicario apostolico dell’Anatolia e presidente di Caritas Turchia sono “tre gli aspetti che resteranno della missione di mons. Tierrablanca: il suo essere uomo del dialogo e della collaborazione, anche a livello sinodale; la ricerca incessante del dialogo con le altre religioni, basato sul rispetto e l’accoglienza; il voler rilanciare la dimensione diocesana della Chiesa in Turchia, incrementandone la pastorale e responsabilizzandola sempre più”.

Fonte: AsiaNews

Il vicariato apostolico di Istanbul (in latino: Vicariatus Apostolicus Istanbulensis) è una sede della Chiesa cattolica in Turchia immediatamente soggetta alla Santa Sede. Nel 2017 contava 15.650 battezzati.

Il vicariato apostolico estende la sua giurisdizione sui fedeli cattolici di rito latino residenti nella Turchia europea e nelle seguenti province dell’Anatolia nord-occidentale: Kocaeli, Düzce, Zonguldak, Bartin, Kastamonu, Çankırı, Kırıkkale, Ankara, Karabük, Bolu, Eskişehir, Sakarya, Bilecik, Yalova, Bursa, Balıkesir e Çanakkale.

Sede del vicariato è la città di Istanbul, dove si trova la cattedrale dello Spirito Santo.

Aldo Maria Valli:
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