Lettera dall’Argentina / Quel falso matrimonio alla fine del mondo

Di recente a Ushuaia, la città più meridionale dell’Argentina, capoluogo della provincia della Terra del Fuoco, un sacerdote salesiano ha celebrato un “matrimonio” tra un uomo e un transessuale. Un episodio che monsignor Héctor Aguer, nel commentare la vicenda, non esita a definire scandaloso.

Occorre dire chiaramente, sottolinea monsignore Aguer, che l’unione tra l’uomo e il transessuale, celebrata con un rito corrispondente al matrimonio, costituisce una violazione dell’ordine sacramentale, dunque un sacrilegio.

Il sacerdote ha sostenuto di aver avuto l’autorizzazione del vescovo di Río Gallegos. Un comunicato episcopale, non privo di ambiguità, dice che non è così e afferma che il sacerdote era stato opportunamente avvertito. La verità è che il salesiano avrebbe dovuto ricevere una sanzione molto severa e resa pubblica, cosa che non è avvenuta. Una dichiarazione delle autorità salesiane sarebbe stata opportuna,  per prendere le distanze dall’evento e riaffermare l’adesione alla disciplina della Chiesa. Il silenzio mantenuto – scrive monsignor Aguer – è un brutto segno. Il sacerdote è stato trasferito in un’altra zona della Patagonia.

Non sarei sorpreso – scrive Aguer – se pratiche simili esistessero altrove, poiché l’allentamento della disciplina ecclesiastica è universale. Queste situazioni provocano stupore e scandalo nei cattolici, e li scoraggiano nello sforzo che devono sostenere per rimanere fedeli al Signore in ambienti ormai fortemente scristianizzati. Sono episodi che creano confusione e favoriscono chi preme perché la Chiesa cambi la sua dottrina. Fatti come quello di Ushuaia “inducono a pensare che questa mutazione sia possibile, soprattutto se i pastori, responsabili della custodia della verità cattolica intangibile, non parlano chiaramente”.

“La Chiesa – scrive Aguer – ha un vasto insegnamento sull’amore, la sessualità, il matrimonio e la famiglia. Basta evocare l’ammirevole opera di san Giovanni Paolo II, che incorpora il progresso della scienza e gli elementi migliori della cultura moderna. Questa ricchezza dovrebbe raggiungere i fedeli attraverso la predicazione ordinaria, senza esagerazioni unilaterali, ma presentando questi temi come elementi dello stile di vita cristiano, e avvertendo che le persone, private del riconoscimento e della comprensione di quei valori, sono lasciate a una condizione di completa orfanità di fronte all’avanzata radicale della scristianizzazione”.

Fu Lutero a negare la sacramentalità del matrimonio, consegnandolo così al potere dello Stato. I danni furono enormi. C’è stata una progressiva secolarizzazione del matrimonio e della famiglia, realtà spogliate del loro carattere soprannaturale.

Nonostante ciò, nota Aguer, ci sono cristiani evangelici che sostengono e diffondono ancora i valori della vita coniugale e familiare, come si è visto proprio in Argentina durante i dibattiti che hanno preceduto la legalizzazione dell’aborto.

Occorre insistere sul contributo di san Giovanni Paolo II, sulle sue catechesi dedicate al matrimonio e alla famiglia, sull’esortazione apostolica Familiaris consortio dedicata ai compiti della famiglia cristiana nel mondo contemporaneo.

L’episodio di Ushuaia secondo monsignor Aguer è indicativo di un cambio di tendenza che sta avvenendo nella Chiesa cattolica. L’attenzione è posta sull’attività che i cattolici devono sviluppare, specie in ambito sociale, e non sulla dimensione sacramentale, come se l’opera umana venisse prima della grazia. “Certo, i due ordini, che sono complementari, non devono essere contrapposti, ma il primato di Dio e la sua azione devono essere indiscutibili. Senza la grazia che scaturisce dai sacramenti, l’impegno del cristiano, per quanto sincero e intenso possa essere, non può garantire piena efficacia all’azione evangelizzatrice e allo sforzo per trasformare la società al fine di renderla più giusta e fraterna”.

Il naturalismo, che si è insinuato nella Chiesa, non dà pieno spazio e ragione all’ordine soprannaturale e si accompagna all’inclinazione a relativizzare i valori assoluti della fede cristiana. “Una vera tragedia, segno del declino della Chiesa”.

Una corretta concezione del mistero del Corpo mistico di Cristo ci porta a riconoscere con gioia (gaudium, laetitia) ciò che in esso opera lo Spirito Santo, ma insieme alla gioia c’è spazio per il lamento e il pianto, per gli eccessi che affliggono la Sposa di Cristo, e specialmente per quelli commessi dai suoi pastori. La penitenza e la preghiera sono necessarie; e non vanno limitate al solo tempo di Quaresima. Nel mistero della Provvidenza di Dio penitenza e preghiera possono essere efficaci per superare i miti oggi in vigore, spesso chiamati “nuovi paradigmi”, e consentire la felice accoglienza da parte di tutti, pastori e fedeli, della Grande tradizione ecclesiale.

Il “successo” – per chiamarlo così – della Chiesa non consiste nell’applauso del mondo, ma nella santificazione dei suoi membri, e nella conversione di tutti i popoli a Gesù Cristo.

Fonte: infocatolica.com 

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