Bibbia Cei 2008. Nel Vangelo del Corpus Domini una traduzione errata che sminuisce il Sacramento dell’Eucaristia

di Investigatore Biblico

Per il Corpus Domini viene letto il brano del Vangelo che vi propongo in questo articolo.

Nessuno ha espresso lamentele sulla traduzione usata in questo Vangelo di Marco, il racconto dell’Istituzione dell’Eucaristia: per questo ci tengo a segnalare l’errore, apparentemente impercettibile, che al contrario toglie importanza a questo Sacramento di primaria importanza. La ‘percezione’, come sovente accade, non rispecchia la profondità dei significati proposti dai traduttori.

Per chi ha avuto la Grazia di partecipare oggi alla Santa Messa, il Vangelo in esame è Mc 14,12-26, l’Ultima cena.

È possibile che molti di noi non se ne siano accorti.

Si tratta di una sostituzione di un articolo, che, non esagero, mira a sminuire il Sacramento dell’Eucaristia.

Il versetto in questione è Mc 14,22:

Cei 1974: “Poi prese il calice…”;

Cei 2008: “Poi prese un calice…”.

Ora, anche un bambino si accorgerebbe della sostanziale differenza tra i due testi.

Un conto è utilizzare “il” (articolo determinativo maschile singolare).

Altra cosa è usare “un” (articolo indeterminativo maschile singolare).

Il primo, determinativo, determina un personaggio, un animale, un oggetto specifico, non qualcos’altro.

L’indeterminativo, al contrario, non determina nulla di specifico, rimane vago, generico.

Parlando del Calice di Gesù dell’Ultima Cena, non è opportuno riferirsi a “un Calice”. “Il calice” è senza dubbio espressione più consona a ciò che si sta narrando.

Prendiamo il testo originale greco:

και λαβων ποτηριον“, “kai labon poterion”.

In greco, nel Vangelo di Marco, non è presente l’articolo davanti alla parola “poterion”, “calice”.

Negli altri due evangelisti, Matteo e Luca, invece, troviamo la presenza dell’articolo:

και λαβων το ποτηριον “- “kai labon to poterion” (Mt 26,27; Lc 22,20).

Appunto: “To poterion”- “Il calice”.

Il fatto che nel Vangelo di Marco non sia utilizzato l’articolo, non autorizza il traduttore di turno ad aggiungere di sana pianta un articolo indeterminativo, che fornisce tutt’altro tono (in negativo) al testo.

Aggiungo, inoltre, che proprio la presenza dell’articolo determinativo negli altri due Vangeli sinottici, riporta l’utilizzo corretto da fornire all’italiano anche nel Vangelo di Marco.

Per chi legge per la prima volta il mio blog, torno a battere sullo stesso chiodo. La lingua non è un puzzle o un gioco di dadi. Le parole, anche le più piccole (congiunzioni, articoli, e altro) possono stravolgere il significato o comunque piegarlo ad altre intenzioni.

Per questo reputo che la Cei 2008 e il proprio pool abbia inventato senza un criterio apparente un articolo indeterminativo in uno dei passi più cruciali per tutta la cristianità.

Il solito atteggiamento contrario alla vera devozione e teso a indebolire il significato profondo contenuto nel testo.

Paradossalmente sarebbe stata migliore una traduzione letterale – “E prese calice” -, senza alcun articolo; ne avrebbe quasi preservato la solennità.

Si tratta del Calice del Sangue di Gesù. Non “un calice” qualsiasi.

Dobbiamo forse pensare che queste traduzioni siano volutamente manomesse? Forse per essere più vicini alla dottrina protestante?

Il cambiamento di questo articolo cambia la teologia e la solennità del versetto.

Lasciar intendere al lettore che durante l’Ultima Cena un calice valeva l’altro è profondamente errato, oltre che teologicamente infondato.

Il Calice di Cristo è stato, ed è, il calice. Non può essere diversamente.

Come di consueto, invito chiunque abbia desiderio di dibattere a scrivermi o commentare.

Fonte: Investigatore Biblico

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