La Chiesa, il papa, l’aria di conclave: riflessioni dalla “fine del mondo”

The Wanderer, l’autore argentino del quale spesso traduciamo i contributi, ha trascorso un periodo di vacanza a Ushuaia, nella Terra del Fuoco. Ne sono nate queste riflessioni.

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di The Wanderer

L’atmosfera, nella Chiesa e nel mondo, è sempre più rarefatta. Nei giorni scorsi i media italiani – storici specialisti dell’argomento – hanno ventilato la questione delle dimissioni di papa Francesco dal pontificato: affermano che il conclave si sente già nell’aria e hanno rinnovato i dubbi sulla legittimità delle dimissioni di papa Benedetto XVI. Se fosse così, a quell’eventuale conclave parteciperebbero ottanta cardinali irregolari, quelli nominati dall’illegittimo papa Francesco. Un pasticcio medievale che ci porterebbe, forse, ad avere due o tre papi. In tal caso, mi auguro che comparirà un Pedro de Luna che rivendichi la sua legittimità dall’epico bastione di Peñíscola [alla morte dell’antipapa Clemente VII, nel 1394, Pedro de Luna fu eletto papa dai cardinali dell’obbedienza avignonese. Deposto dal Concilio di Costanza nel 1417, non ne riconobbe l’autorità e continuò a essere antipapa fino alla morte; Peñíscola è la località spagnola dove si rifugiò, ndt].

Il rarefatto clima cattolico non è limitato a queste questioni di grande politica. Pochi giorni fa il pontefice ha accettato le dimissioni del giovane vescovo di Solsona, monsignor Xavier Novell Goma, e nessuno conosce le motivazioni. I media più conservatori affermano che il motivo sta in alcune dichiarazioni omofobe del presule, dimostrando che Francesco è un iper-progressista; i media progressisti concordano che questo fosse il motivo, ma per dimostrare che il papa è uno di loro. Non credo fosse quello il motivo. Sarà un altro, che non sappiamo, e non sarebbe strano se non fosse altro che l’ennesimo capriccio pontificio.

E poi ci sono anche fatti più sottili e minuscoli che contribuiscono allo sconcerto e, soprattutto, mettono in luce lo stato di profonda e quasi inarrestabile decomposizione in cui si trova la Chiesa. Faccio un piccolo esempio. Ho trascorso alcuni giorni di vacanza in Ushuaia, che, oltre a essere giustamente proclamata la città più australe del mondo, è una delle più belle e imponenti dell’Argentina, per la maestosità delle montagne che la circondano e il bellissimo Canale di Beagle che lambisce le sue rive. Purtroppo, la Terra del Fuoco, come tutta la Patagonia, sembra aver ricevuto bellezza e maestà dalla mano di Dio per poi essere abbandonata. È noto a tutti che la vita religiosa e la devozione dei patagonici è poca, o quasi inesistente, e che, quando c’è, segue la linea più modernista che si possa immaginare.

La chiesa di Ushuaia, dedicata a Nostra Signora della Mercede, è affidata ai salesiani e durante la mia visita la mia attenzione è stata attirata da quanto segue: in fondo, affissi sulla porta che conduce a una piccola stanza, compaiono alcuni cartelli. Uno dice “Sala d’ascolto”, il nuovo nome del confessionale, e poi ecco una serie di consigli che sembrano essere stati messi lì per stabilire una sorta di filtro per quelli che pretendono di essere “ascoltati” per minuzie che sprecano il tempo prezioso del sacerdote ascoltatore: “Sei demoralizzato? Guarda e ascolta André Rieu. Ti interessa la Bibbia? Vai da Ariel Álvarez Valdez. Cosa rappresenta Gesù per te? Vai da Pagola”. Mi dispiace che il povero André Rieu sia stato messo in così cattiva compagnia: si tratta di cercare su Google per capire chi siano Álvarez Valdez [sacerdote argentino che ha lasciato lo stato clericale nel 2010, ndt] e Pagola [sacerdote spagnolo laureato in teologia il suo libro più noto, Gesù, approssimazione storica, è stato pesantemente criticato e temporaneamente ritirato dall’editore, che lo ha ripubblicato nel 2013].

È rilevante ricordare che in quella stessa chiesa, qualche mese fa, si simulava il matrimonio tra due persone dello stesso sesso, di cui abbiamo raccontato qui,  e il sacerdote responsabile ha solo meritato un blando avvertimento da parte del vescovo.

Dalle manifestazioni pubbliche di questa comunità di salesiani fueguinos risulta evidente che non credono al sacramento della confessione (è appena un “ascolto”, analogo a quello svolto da un terapeuta), non credono alla divina rivelazione delle Scritture (nessuno che raccomandi di rivolgersi ad Álvarez Valdez può farlo), non credono nella divinità di Gesù Cristo (nessuno che raccomandi Pagola può farlo) e non credono nel sacramento del matrimonio (nessuno che “sposi” due persone dello stesso sesso ha Fede in Lui). È sensato nutrire dubbi circa la loro fede nell’Eucaristia, negli altri sacramenti e delle verità della fede cattolica. E la cosa più notevole è che su questioni di tale gravità non c’è nessun pronunciamento, né episcopale né pontificio. I fedeli continuano a essere scandalizzati e in quella vasta regione argentina quel poco che resta della fede cattolica andrà presto perduto.

Parallelamente, il famoso “magistero” pontificio ha il tempo e la volontà di dedicarsi a spiegare e indicare ai fedeli la condotta che essi devono osservare rispetto a materie che esulano completamente dalla sua competenza. In poche parole, il “magistero” si dedica alle banalità e alle minuzie. Come ha ben ricordato Stefano Fontana, il “magistero” è caduto nel ridicolo. Papa Francesco ignora la custodia della fede del gregge che gli è stato affidato, che è la funzione principale del suo incarico, e preferisce esortarli a vaccinarsi contro il Covid, interferendo in una decisione prudenziale che esula completamente dalla sua funzione. Come ho già detto in altre occasioni, personalmente ritengo che sia necessario vaccinarsi, non solo per prevenire il contagio in modo, ma per una questione di contributo al bene comune, e vedo con preoccupazione la demenziale deriva che la posizione anti-vaccinazione sta assumendo nei media tradizionalisti. Ma ciò non toglie che la decisione di vaccinarsi cessi di essere una questione libera e prudenziale e, di conseguenza, che né il papa né i vescovi possano parlarne invocando la loro posizione, senza contare la totale stupidaggine di qualificare l’essere vaccinati come un “atto d’amore”.

Il proverbio dice che “Non c’è male che non porti un bene”, e credo che in questo caso si adempia fino al dettaglio. Di più, sarebbe bene che il papa continuasse a twittare insegnamenti magisteriali dello stesso tenore. Sarà questo il modo migliore per porre fine alla pagliacciata del magistero elevato a “fonte di rivelazione”, come alcuni continuano a sostenere, e contribuirà a smascherare la finzione del papato romano elaborata nell’ultimo secolo e mezzo, e che tanti danni ha arrecato alla Chiesa.

Per essere onesto, devo dire e ricordare a Stefano Fontana che l’insignificanza del magistero non è un’invenzione di Bergoglio. Fu Pio XII che diede inizio alla moda di parlare, come sommo pontefice, di tutto ciò che è conosciuto o da conoscere. Ad esempio, a coloro che parteciparono a un congresso sulla ceramica nel 1954 disse: “I materiali refrattari, utilizzati principalmente per scopi industriali, sono tenuti a resistere a temperature molto elevate, hanno un basso coefficiente di espansione e resistono senza problemi all’azione meccanica o chimica delle sostanze con cui vengono a contatto. Pensiamo in particolare ai servizi che forniscono come rivestimento per altiforni”. E nel 1956, a coloro che erano andati a una conferenza sui pesticidi, ricordò: “I progressi nella chimica organica e la fabbricazione di prodotti sintetici hanno permesso di sfruttare l’azione fungicida di alcuni composti di zinco”. Dobbiamo essere onesti: le sciocchezze, e la dissoluzione della Chiesa, vengono da lontano; non è patrimonio di Bergoglio, né del Vaticano II.

Fonte: caminante-wanderer.blogspot.com

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