Dacci oggi la nostra Giornata mondiale dell’Onu

di Antonio de Felip

Sono certo che quando ogni mattina vi svegliate, il primo pensiero che vi passa per la testa è: “Che Giornata mondiale dell’Onu è oggi?” e se colpevolmente la sera prima non vi eravate informati (ma dovreste saperle tutte a memoria, come le nostre nonne sapevano i Santi di ogni giorno), correte a consultare il calendario dell’Onu, per poi rivolgere all’argomento della Giornata una compunta riflessione, una sorta di devota preghiera laica, democratica e antifascista. Cosa? Come dite? Che la mattina quando vi svegliate pensate a ben altro e che delle Giornate mondiali dell’Onu non ve ne frega niente? Male, molto male. Per la vostra scorrettezza politica, la vostra voluta ignoranza dei Grandi Problemi del Mondo, meritereste di essere inclusi in quello che la soave Hillary Clinton ha definito “basket of deplorables”, o il garbato tecnocrate socialista Jacques Attali “la plebaglia europea”.

C’è poco da scherzare: le Giornate mondiali dell’Onu (e non solo di questa organizzazione) sono una cosa seria, uno strumento (troppo spesso inavvertito e inconsapevolmente subito) di imbonimento mondialista, di propaganda delle ideologie liberal-progressiste, antirazziste, immigrazioniste, omosessualiste, ecologiste e ambientaliste. Non sono né innocue né “neutrali”. Occupano i telegiornali e la stampa, muovono soldi con finanziamenti pubblici, sponsorizzazioni, eventi, manifestazioni e merchandising. Prendete ad esempio la Giornata mondiale dei rifugiati, il 20 giugno (promossa dall’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati). Ne hanno parlato i telegiornali con commoventi, strappalacrime servizi dedicati agli immigrati, considerato che tutti gli immigrati clandestini sono capziosamente e maliziosamente definiti “rifugiati” dai media mainstream, anche se non lo sono per nulla. Il quotidiano più piagnucolosamente immigrazionista d’Italia, l’ex cattolico e ora ultra-bergogliano Avvenire, ha addirittura messo in prima pagina la non-notizia della Giornata. In tutta Italia si sono svolti, a cura di associazioni e partiti di sinistra, Ong, Onlus decine di eventi del tipo Refugee Day, Refugee Welcome, spettacolini teatrali, mostre. Eventi ovviamente tutti finanziati con soldi pubblici. Finanziati da noi. Purtroppo, la manfrina mielosa e falsificante si ripeterà inevitabilmente il 18 dicembre, Giornata internazionale dei migranti.

In molti casi, la storia di queste Giornate mondiali è rivelatrice dell’ideologia retrostante. Prendete ad esempio la Giornata mondiale della Terra, il 22 aprile. Venne inventata e istituita nel 1970 nell’ambito dei vari movimenti anarco-ecologisti californiani, nati nel riflusso delle violente proteste studentesche della New Left contro la guerra in Vietnam, nei cascami del disordine psichico e intellettuale degli hippies, nella scoperta delle nuove droghe come l’Lsd e dei suoi effetti estranianti e allucinogeni, nel pacifismo ecologista, nell’odio decostruzionista contro l’ordine “borghese”, per la libertà sessuale, l’uso libero delle droghe e la vita in “comuni” anarchiche. Non mancarono le sette sataniche, come The Family di Charles Manson, autore del massacro dell’attrice Sharon Tate e di altre sette persone come “sacrificio a Lucifero”. Un sotto-prodotto dei falsi spiritualismi della New Age, i cui adepti erano attratti dall’astrologia maya e dai rituali tribali indiani, durante i quali era comune l’uso di funghi allucinogeni. Da questo ecologismo disordinato, sciamanico, tribale, allucinato, apocalittico (simile a quello nativista amazzonico esaltato in alcuni recenti documenti vaticani) nacque l’idea di una Giornata della Terra, immediatamente accolta dall’Università della California. L’Onu la fece propria, e poi modificò il titolo in Giornata della Terra Madre, forse per accentuarne il significato pagano, ripreso poi dall’idolatra idea di Gaia/Pachamama, quest’ultima divinità sanguinaria Inca intronizzata sugli altari da Bergoglio per la venerazione dei fedeli.

Attualmente sono più di 140 le Giornate mondiali. Normalmente sono promosse dalle solite Ong e Onlus e presentate all’Onu obbligatoriamente da uno Stato membro. Quasi tutte sono ascrivibili all’ideologia della correttezza politica, dei dogmi democratici e dei “diritti civili”, del luogocomunismo antirazzista, antifascista e buonista, del credo massonico-onusiano, della più mielosa retorica pacifista. Molte altre, come abbiamo visto, sono ispirate dall’ambientalismo e dall’animalismo più estremo.

Ovviamente, c’è una Giornata della democrazia e una dedicata al parlamentarismo, poi una sfilza di dediche che sembrano tratte da un documento massonico o da un’enciclica di Bergoglio (le differenze sono impercettibili): c’è una Giornata internazionale della pace, il 21 settembre (però il calendario vaticano festeggia la Giornata della pace il 1° di gennaio), una Giornata della fratellanza umana, una dedicata alla giustizia sociale, una alla solidarietà umana, una al vivere insieme in pace, una retoricissima Giornata mondiale della scienza per la pace e lo sviluppo. Poi una Giornata per la diversità culturale, il dialogo e lo sviluppo. Non manca una volenterosa Giornata internazionale del multilateralismo e della diplomazia per la pace e una velleitaria Giornata mondiale per l’eradicazione della povertà. Il 30 luglio si festeggia la Giornata internazionale dell’amicizia, e il 5 settembre la Giornata internazionale della carità. Insomma, un bel mondo ideale (o da incubo?) ove tutti ci vogliamo bene, viviamo in pace, abbracciamo chiunque, porgiamo anche una terza guancia, siamo accoglienti, caritatevoli ed equo-solidali. Scrivevano, nel 1923, Domenico Giuliotti e Giovanni Papini nel loro Dizionario dell’omo salvatico: “Ecco la bontà che piace ai multicolori nemici, aperti e larvati, del Cristianesimo”. Un bell’esercizio di preveggenza quel: “multicolori nemici”.

Importante il filone antidiscriminazione, razziale e no, che si intreccia con quello dei cosiddetti “diritti umani” e della lotta alla schiavitù. Il 1° marzo c’è una generica Giornata contro la discriminazione (inequalities surrounding income, sex, age, health status, occupation, disability, sexual orientation, drug use, gender identity, race, class, ethnicity and religion), ma il 21 marzo ne troviamo una specifica per l’Eliminazione della discriminazione razziale. Un po’ complicato capire cosa si festeggi o si commemori il 24 marzo, Giornata internazionale del diritto alla verità in relazione con gravi violazioni dei diritti umani e della dignità delle vittime. Poi c’è una Giornata internazionale di commemorazione delle vittime della schiavitù e della tratta transatlantica degli schiavi, una Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani, una di Commemorazione della tratta degli schiavi e della sua abolizione. Una certa ripetitività negli argomenti giova naturalmente alla causa. Sappiate anche che 18 luglio è la Giornata mondiale per Nelson Mandela. Non credo che i bianchi sudafricani la festeggeranno, quei bianchi molti dei quali hanno perso il lavoro perché doveva essere assegnato a un nero o che vivono asserragliati nelle farm (spesso assaltate da bande di attivisti neri “per la decolonizzazione”) impossibilitati a difendersi perché, nel regime anti-apartheid, ai bianchi è fatto divieto di possedere armi. Migliaia di bianchi sono stati aggrediti, torturati e uccisi nelle loro fattorie. Molti bianchi stanno fuggendo da quell’inferno creato da Nelson Mandela che è il Sud Africa odierno. L’ha ben documentato Matteo Donadoni su questo sito: Sud Africa, quanto valgono le vite dei bianchi massacrati? Per completare l’argomento: il 31 agosto è la Giornata internazionale per le persone di discendenza africana. Non si capisce perché non ce ne siano di analoghe destinate alla discendenza europea o a quella asiatica.

A beneficio dei giornalisti, c’è, il 3 maggio, la Giornata mondiale per la libertà di stampa, mentre il 2 novembre è la volta della Giornata mondiale per porre fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti.

Poi c’à il filone femminista, che possiamo far partire con l’ovvio 8 marzo, Giornata internazionale della donna. Ma c’è anche una Giornata internazionale per le Donne Giudici (testuale, maiuscole comprese), una Giornata internazionale per le ragazze nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e una Giornata internazionale per le donne e le ragazze nella scienza. Che pensare della Giornata mondiale delle giovani ragazze (pessima traduzione di International Day of the Girl Child)? E la Giornata internazionale delle donne rurali non richiama le mussoliniane massaie rurali, premiate dal regime quando facevano molti figli? Immancabile la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il 23 giugno è la Giornata internazionale delle vedove. Ma non sono sicuro che le festeggiate festeggino. O forse, in qualche caso, sì?

Ben corposo è il filone della propaganda ecologista, ambientalista. Della Giornata della Terra Madre abbiamo già parlato.  Poi c’è la Giornata mondiale dell’ambiente, la Giornata internazionale per la biodiversità, la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità,  un’astrusa e involuta Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in tempo di guerra e di conflitti armati. C’è anche una Giornata internazionale per la preservazione dello strato d’ozono, su cui alcuni scienziati scettici su questa teoria ecologista-catastrofista avrebbero qualcosa da ridire. Una vena poetica che mai avremmo immaginato nei cupi alti gradi dell’Onu emerge il 7 settembre, Giornata internazionale dell’aria pulita per cieli azzurri. Anche i Signori del Mondialismo e della Correttezza Politica hanno le loro debolezze. Non c’entra nulla con la poesia invece il 26 maggio, Giornata della luna piena. È il Vesak, una festa buddista che commemora il giorno di nascita del Buddha, quello della sua illuminazione e quello della sua morte. Ci sono poi la Giornata mondiale dell’acqua, la Giornata mondiale del suolo, la Giornata internazionale delle foreste e la Giornata mondiale degli oceani.

Parallelo a quello ambientalista, c’è poi il filone animalista con la Giornata mondiale delle api e quella degli uccelli migratori. A fianco della Giornata internazionale per la lotta alla pesca illegale, c’è anche la Giornata mondiale del tonno, non si capisce se in senso protezionistico (per gli ecologisti non c’è animale che non sia a rischio d’estinzione) o in senso gastronomico.

A proposito, se siete un gourmet o un gourmand o semplicemente un buongustaio, il 18 giugno dovreste preoccuparvi: è la Giornata della gastronomia sostenibile. Quest’ultimo minaccioso, abusato e onnipresente aggettivo (il cui significato è spesso oscuro e indeterminato) lascia intravvedere ricatti ambientalisti fatti di diete ascetiche, fanatismi logistici tipo “chilometro zero”, la sciamanica agricoltura bio-dinamica, isterismi vegani. C’è anche, a ulteriore memento per un’alimentazione penitenziale, la Giornata internazionale dei legumi. A proposito, non manca, è ovvio, la Giornata mondiale dell’alimentazione.

È curioso il fatto che ci sia una Giornata del tè, ma non una analoga del caffè. Si vede che il caffè è considerato di destra. Però c’è la Giornata mondiale dell’argan, una sconosciutissima pianta oleosa del Marocco, che l’Onu definisce “un pilastro fondamentale per lo sviluppo sostenibile” (“The argan tree as a fundamental pillar for sustainable development”).

C’è anche una esilarante Giornata mondiale dei servizi igienici, il 19 novembre. Apponete una targa commemorativa sulla porta della vostra toilette e quel giorno ricordatevi di porgere doverosi auguri al vostro water-closet.

Non vi sembra che manchi qualcosa, alla luce dei nuovi Comandamenti della politically correctness imposti dal Pensiero Unico Mondiale? Possibile che neppure una giornata sia stata dedicata al mondo omosessualista, in senso lato? Certo che c’è, è naturale. È il 28 giugno, la Giornata mondiale dell’orgoglio Lgbt. Stranamente, però, non è registrata nel calendario Onu (per non dispiacere ai paesi islamici e agli altri paesi in cui la sodomia è ancora reato?), ma è “riconosciuta” in molti paesi del mondo. Il 28 giugno 1969 un gruppo di omosessuali usciti da un loro locale di incontri al Greenwich Village, a New York, si scontrò violentemente con la polizia, e le violenze contro le forze dell’ordine si ripeterono nei giorni successivi.

Il Consiglio d’Europa (cosa diversa dall’Unione Europea, e il cui scopo è promuovere “la democrazia e i diritti umani”) celebra il 17 maggio la Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. Wikipedia, campione di politically correctness e del più becero luogocomunismo liberal, registra, il 23 settembre, “la Giornata mondiale della visibilità e dell’orgoglio bisessuale che ha lo scopo di combattere l’invisibilizzazione (sic) e la stigmatizzazione delle persone bisessuali sia all’esterno che all’interno della comunità LGBTQIA+.” Riporta anche un Transgender Day of Remembrance, il 20 novembre.

Bene, adesso sapete (quasi) tutto sulle Giornate mondiali. Sono quindi certo che, nei giorni prescritti, renderete i doverosi omaggi a quanto le giornate vogliono ricordare. Da bravi citoyens della Repubblica Universale, ringrazierete di cuore i nostri buoni Grandi Fratelli (con o senza tre puntini) che ci consentono di riflettere sulle vere cose importanti di questo mondo.

Fonte: ricognizioni.it

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