Raccontino dell’Epifania

“Ehi Mel!”

“Dimmi Bald, che c’è?”

“Dobbiamo rallentare. Gasp è rimasto indietro.”

I primi due cammelli procedono più lentamente, finché il terzetto si riunisce.

“Che c’è Gasp?”

“Stavo guardando il cellulare. Dicono che laggiù ci vuole il Green Pass Rafforzato.”

“Vabbè, ma chi vuoi che ci fermi? In Italia lasciano passare tutti.”

“Giusto. E poi noi andiamo a Roma, in piazza San Pietro, e il papa dice sempre che bisogna costruire ponti e non muri e bisogna accogliere.”

“Ok. Mi avete convinto.”

I tre procedono. La stella indica la strada. Ma Gaspare rallenta di nuovo.

“Che c’è Gasp?”

“Mah, leggo qui che dovremmo aver completato il ciclo vaccinale prescritto oppure essere guariti oppure aver fatto un tampone molecolare o antigenico con esito negativo prima dell’ingresso…”

“Vabbè, ma siamo in Italia…”

“Io però mi sentirei più sicuro se avessimo questi documenti.”

“E come facciamo?”

“Beh, siamo Magi. Facciamo una magia.”

Come per incanto, compaiono tutte le carte. Il terzetto procede.

Cammina cammina… ecco Roma. Ed ecco, In fondo a via della Conciliazione, la piazza, con al centro l’albero e il presepe.

I tre cammelli vengono guardati con sospetto. La gente si scosta.

“Non mi sembrano entusiasti di vederci.”

“Perché indicano naso e bocca? Che vogliono dire?”

“Ah! Non abbiamo le mascherine.”

I tre indossano le mascherine. Ma gli sguardi della gente continuano a essere sospettosi. Allora mettono le mascherine anche ai cammelli.

Poi un poliziotto ferma il terzetto proprio all’ingresso della piazza.

“Alt! Avete le certificazioni?”

“Certamente, gentile agente, eccole.”

“Uhm…”

“Che c’è, gentile agente?”

“Non vanno bene.”

“Vorrebbe dirci perché?”

“I timbri… Non è chiaro, non è chiaro per niente…”

“Che cosa non è chiaro, gentile agente?”

“Non è chiaro chi ha emesso queste certificazioni.”

Gaspare mostra il cellulare. “Guardi, oltre al cartaceo ho anche il digitale…”

Il poliziotto guarda, ma scuote la testa: “Non è come dovrebbe essere.”

Melchiorre sussurra a Baldassarre: “Ma che magia hai fatto?”

“Mah… mi sembrava venuta bene…”

Il poliziotto è inflessibile: “Dovete sottoporvi a isolamento fiduciario.”

“Ma, gentile agente, l’Epifania si avvicina!”

“Isolamento fiduciario. Prendere o lasciare.”

Il terzetto, a malincuore, fa marcia indietro.

Si sistemano lungo il Tevere, sotto un ponte. Poi Gaspare dice: “Ho un’idea. Scriviamo al papa.”

Detto fatto, i tre scrivono una lettera al papa implorando di poter essere ammessi alla Natività sebbene sprovvisti della certificazione richiesta. Come indirizzo indicano quello dell’ufficio postale di via della Conciliazione.

Dopo alcuni giorni arriva la risposta. Un monsignore della Segreteria di Stato della Santa Sede porge i suoi ossequi ma dice che il Santo Padre non può accettare la richiesta. Trattandosi di uomini di scienza, il Santo Padre l’ha doverosamente sottoposta alla Pontificia accademia delle scienze, dalla quale è arrivato parere negativo. I tre, spiega infatti l’accademia, “non disponendo delle certificazioni richieste hanno dimostrato di non prendere in seria considerazione i rischi connessi alla pandemia e di non avere consapevolezza di quanto sia vitale considerare il rapporto tra salute e questione ecologica”.

I tre si guardano. Faticano a capire. Questione ecologica? Ma che c’entra?

La lettera prosegue affermando che “da parte di coloro che si professano uomini di scienza non dovrebbero essere assunti atteggiamenti tali da screditare l’importanza della vaccinazione”. E poi: “Problemi globali come le pandemie, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità richiedono una collaborazione a livello globale, tenendo conto dei rapporti tra attività umane, ecologia mondiale e mezzi di sussistenza”. Conclusione: “Spiace che i sedicenti eruditi provenienti dall’Oriente abbiano dimostrato tanta superficialità”.

“Ma che c’entra tutto questo – si chiedono di nuovo i tre – con la nostra richiesta di adorare il Bambino?”

Ma ecco spuntare tre gendarmi vaticani che arrestano seduta stante i “sedicenti eruditi” – così li definiscono anche loro – e li consegnano alla polizia italiana perché li rimandi ai loro paesi di provenienza. Non senza aver provveduto al sequestro dei cammelli.

Prima di seguire i poliziotti, Gaspare, Baldassarre e Melchiorre, tristi e sconsolati, alzano lo sguardo verso la stella: “Per favore, stella cara, adora tu il Bambino per noi”.

E la stella, quasi avesse ricevuto il messaggio, emette un bagliore. Ma assomiglia a una lacrima.

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Immagine: OpenClipart-Vectors da Pixabay

 

 

 

 

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