“Abbiamo calpestato la scienza e il diritto”. La denuncia dell’infettivologo Christian Perronne

“Scienza e diritto sono stati calpestati. Lo scandalo più grande di questa epidemia sta nell’aver definito vaccini questi prodotti”. Parole di Christian Perronne, infettivologo francese, ex presidente del dipartimento di malattie infettive e tropicali dell’Istituto Raymond-Poincaré di Garches (Hauts-de-Seine). Intervenuto al parlamento del Lussemburgo, Perronne, per quindici anni consulente del governo francese per la gestione delle crisi sanitarie e delle epidemie ed ex consulente dell’Oms, ha denunciato apertamente lo stato sperimentale e l’ alta pericolosità dei farmaci a mRNA: “Nei paesi più vaccinati, oltre il 90% delle terapie intensive è occupato da persone con due o tre dosi. Tutti i parlamentari che hanno firmato l’obbligatorietà di un farmaco sperimentale, dovrebbero essere processati da un tribunale internazionale. La vaccinazione di massa non è necessaria. Sono inorridito da clima di terrore”.

***

di Christian Perronne *

La Francia, che da mesi vive un incubo, si sta svegliando. In molte città del nostro Bel Paese, il popolo marcia per riconquistare la libertà, per chiedere il ritorno della democrazia. Come medico, specialista in malattie infettive ed essendo stato presidente di numerosi enti o istituti di sanità pubblica, anche sui vaccini, misuro ogni giorno le incertezze che generano paura e crescente confusione nei nostri concittadini. Corro il rischio di essere nuovamente qualificato come “cospiratore”, termine che designa coloro che criticano o sfidano il pensiero unico. Finisco per essere orgoglioso di queste etichette, le mie parole che esprimono la verità non sono mai cambiate dall’inizio dell’epidemia. Ritengo quindi che sia mia responsabilità esprimermi anche oggi sull’intero aspetto medico del Covid-19 e in particolare sul tema vaccino, ormai elemento centrale e quasi unico della politica della Salute.

Molti francesi sono stati ipnotizzati dalla “politica” della paura. Dal settembre 2020 ci era stata annunciata una seconda terribile ondata di epidemia, peggiore della prima. Il ministro della Salute, il dottor Olivier Véran, il presidente del comitato scientifico dell’Eliseo, professor Jean François Delfraissy, il direttore generale della Salute, professor Jérôme Salomon, e l’Institut Pasteur hanno annunciato cifre catastrofiche con un aumento esponenziale del bilancio delle vittime.

Gli ospedali avrebbero dovuto essere saturati e sopraffatti. Anche il presidente della Repubblica, durante un recente discorso televisivo che annunciava la riconferma, aveva previsto non meno di 400 mila morti, che si aggiungono ai 200 mila stimati poco prima dal professor Arnaud Fontanet del Pasteur. Questi numeri irrealistici avevano un solo scopo: mantenere la paura per farci restare confinati, saggiamente mascherati.

Tuttavia, l’uso diffuso di maschere nella popolazione non ha alcuna evidenza scientifica dimostrata al fine di arginare l’epidemia di Sars-CoV-2. L’uso delle mascherine dovrebbe essere mirato ai pazienti (soprattutto alle persone a rischio), ai sanitari e a chi sta in contatto con queste categorie di pazienti.

L’epidemia sta regredendo e non ha portato ad alcuna apocalisse. La dinamica della curva aveva mostrato per settimane il profilo di un rimbalzo epidemico stagionale che si osserva con alcuni virus, una volta terminata l’onda epidemica.

Ciò testimonia l’adattamento del virus all’uomo ed è anche un riflesso dell’immunità collettiva che progredisce nella popolazione e che ci protegge naturalmente. I ceppi di virus attualmente in circolazione hanno perso la loro virulenza. Le autorità non potranno dire che è merito del contenimento perché la tendenza al ribasso era iniziata anche prima della sua attuazione. Il declino dell’epidemia era addirittura iniziato, in alcune città, prima dell’introduzione del coprifuoco.

Sfortunatamente, ci sono ancora decessi che si verificano in persone molto anziane, persone molto obese o persone che soffrono di diabete grave, ipertensione grave, malattie cardiorespiratorie o renali che sono già paralizzanti.

Queste persone a rischio sono perfettamente identificate. Le misure sanitarie dovrebbero quindi essere mirate a proteggerle, rilevarle e trattarle il più presto possibile dall’insorgenza dei sintomi con idrossiclorochina e azitromicina, la cui efficacia e sicurezza sono ampiamente confermate, se il trattamento viene somministrato precocemente.

Si sarebbero potuti evitare molti decessi. Tuttavia, i medici generici e i geriatri sono stati dissuasi dall’utilizzare questi trattamenti. In questo contesto, continuare a perseguitare i nostri figli dietro mascherine inutili rimane incomprensibile.

Tutte queste misure sono fatte in modo che i francesi chiedano un vaccino. Qual è quindi il vantaggio di un vaccino generalizzato per una malattia la cui mortalità è prossima allo 0,05%?  (vedi qui).

Questa vaccinazione di massa non è necessaria. Inoltre, i rischi della vaccinazione possono essere maggiori dei benefici.

La cosa più preoccupante è che molti paesi, tra cui la Francia, si dicono pronti a vaccinare nelle prossime settimane, mentre lo sviluppo e la valutazione di questi prodotti sono stati affrettati e nessun risultato circa l’efficacia o la pericolosità di questi vaccini è stato finora pubblicato. Avevamo diritto solo ai comunicati stampa dei produttori industriali, consentendo alle loro azioni di salire sul mercato azionario.

La parte peggiore è che i primi “vaccini” che ci vengono offerti non sono vaccini, ma prodotti di terapia genica. Inietteremo acidi nucleici che causeranno la produzione di parti del virus da parte delle nostre stesse cellule. Non conosciamo assolutamente le conseguenze di questa iniezione, perché è la prima nell’uomo. E se le cellule di alcuni “vaccinati” producessero troppi elementi virali, provocando reazioni incontrollabili nel nostro corpo?

Le prime terapie geniche saranno con l’RNA, ma ci sono progetti con il DNA. Normalmente, nelle nostre cellule, il messaggio viene inviato dal DNA all’RNA, ma in determinate circostanze è possibile il contrario, soprattutto perché le nostre cellule umane contengono sin dall’alba dei tempi i cosiddetti retrovirus “endogeni” integrati nel DNA dei nostri cromosomi. Questi retrovirus “addomesticati” che ci abitano sono solitamente innocui (a differenza dell’HIV, del retrovirus dell’AIDS per esempio), ma possono produrre un enzima, la trascrittasi inversa, in grado di trascrivere all’indietro, dall’RNA al DNA.

Quindi un RNA estraneo al nostro corpo e somministrato per iniezione potrebbe codificare il DNA, altrettanto estraneo, che può quindi integrarsi nei nostri cromosomi. C’è quindi un rischio reale di trasformare i nostri geni in modo permanente.

C’è anche la possibilità, modificando gli acidi nucleici, di trasmettere queste modificazioni genetiche ai nostri figli. Le persone che promuovono queste terapie geniche, falsamente chiamate “vaccini”, sono apprendisti stregoni e prendono i francesi e più in generale i cittadini del mondo come cavie.

Non vogliamo diventare, come i pomodori o il mais transgenico, OGM (organismi geneticamente modificati).

Un funzionario medico di una delle aziende produttrici farmaceutiche ha affermato pochi giorni fa di sperare in un effetto di protezione personale, ma che non si dovrebbe sperare troppo in un impatto sulla trasmissione del virus, quindi sulle dinamiche dell’epidemia.

Questa è un’ammissione mascherata che non è un vaccino. Una vergogna.

Sono ancora più inorridito perché sono sempre stato a favore dei vaccini e ho presieduto per anni gli organismi che formulano la politica sui vaccini. Oggi dobbiamo dire basta a questo piano estremamente preoccupante. Louis Pasteur si sta rivoltando nella tomba.

La scienza, l’etica medica e soprattutto il buon senso devono prendere il sopravvento.

* capo del Dipartimento di malattie infettive e tropicali dell’ospedale di Garches, Francia

Fonte: nogeoingegneria.com

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