Rapporto sugli abusi nell’arcidiocesi di Monaco / Benedetto XVI lo studierà “nei prossimi giorni”

“L’esercizio del discernimento trova un ambito di necessaria applicazione nella lotta contro gli abusi di ogni tipo”. Lo ha detto Francesco ricevendo in udienza i membri della Congregazione per la dottrina della fede in occasione della loro plenaria.

Per Francesco, “la Chiesa, con l’aiuto di Dio, sta portando avanti con ferma decisione l’impegno di rendere giustizia alle vittime degli abusi operati dai suoi membri, applicando con particolare attenzione e rigore la legislazione canonica prevista”.

“In questa luce – ha ricordato Bergoglio – ho recentemente proceduto all’aggiornamento delle Norme sui delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede, con il desiderio di rendere più incisiva l’azione giudiziaria. Questa, da sola, non può bastare per arginare il fenomeno, ma costituisce un passo necessario per ristabilire la giustizia, riparare lo scandalo, emendare il reo”.

Intanto, a proposito del Rapporto di Monaco che accusa il papa emerito Benedetto XVI di negligenza nella gestione di quattro casi durante il suo mandato come arcivescovo di Monaco dal 1977 al 1982, il segretario di Ratzinger, monsignor Georg Gänswein, afferma che Benedetto XVI studierà “nei prossimi giorni” e “con la necessaria attenzione” il rapporto dello Studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl, che ha più di mille pagine”.

“Il papa emerito, come ha già più volte ripetuto durante gli anni del suo pontificato, esprime il turbamento e la vergogna per gli abusi sui minori commessi dai chierici, e manifesta la sua personale vicinanza e la sua preghiera per tutte le vittime, alcune delle quali ha incontrato in occasione dei suoi viaggi apostolici”.

Ricordiamo che Benedetto XVI, il quale nega con forza le accuse di insabbiamento, ha già inviato agli investigatori che hanno compilato il rapporto ottantadue pagine di osservazioni nelle quali critica il metodo di lavoro e afferma che la valutazione preliminare testimonia “un notevole grado di parzialità”. I periti infatti avrebbero tradito “il loro ruolo di neutralità e obiettività” cadendo nella “valutazione soggettiva, se non addirittura della propaganda e pura speculazione”.

L’avvocato Martin Pusch, autore del rapporto, ha affermato giovedì in una conferenza stampa che “in un totale di quattro casi abbiamo concluso che l’allora arcivescovo, il cardinale Ratzinger, può essere accusato di cattiva condotta”.

Secondo Pusch in due dei casi i chierici avrebbero commesso abusi mentre il cardinale Ratzinger era in carica e, sebbene siano stati sanzionati penalmente da tribunali secolari, hanno continuato a svolgere compiti pastorali e “nessuna azione è stata intrapresa contro di loro ai sensi del diritto canonico”.

In un terzo caso un religioso condannato da un tribunale straniero ha lavorato nell’arcidiocesi di Monaco e Pusch ritiene che il cardinale Ratzinger conoscesse la storia del sacerdote.

Un altro caso trattato nel rapporto riguarda un sacerdote, padre Peter Hullermann, accusato di aver abusato di almeno ventitré ragazzi di età compresa tra gli otto e i sedici anni tra il 1973 e il 1996.

Il caso del sacerdote, identificato inizialmente solo come “H”, fu messo in evidenza dai media per la prima volta nel 2010, quando Benedetto XVI era ancora papa regnante.

All’inizio di gennaio l’arcivescovo Gänswein ha dichiarato al quotidiano tedesco Die Zeit: “L’affermazione [secondo cui il cardinale Ratzinger] era a conoscenza della storia precedente [accuse di violenza sessuale] al momento della decisione sull’ammissione di padre H. [nell’arcidiocesi] è sbagliata. Non aveva alcuna conoscenza della sua storia precedente”.

Dopo aver lasciato l’arcidiocesi di Monaco nel 1982, il cardinale Ratzinger divenne prefetto della Congregazione vaticana per la dottrina della fede prima della sua elezione a papa nel 2005. Si è ritirato nel 2013 e da allora vive in relativo isolamento in Vaticano.

Il rapporto si occupa non solo del periodo in cui arcivescovo di Monaco fu Joseph Ratzinger, ma anche di quelli in cui a capo della diocesi ci furono i successori: il cardinale Friedrich Wetter e il cardinale Reinhard Marx. Di quest’ultimo nello scorso giugno Francesco aveva respinto le dimissioni dalla guida diocesana presentate proprio per l’inconcludenza mostrata nel contrastare la piaga degli abusi. Marx ha parlato in proposito di “catastrofe” e di “scacco sistemico” per una Chiesa giunta “a un punto morto”.

Ventuno i casi di cattiva gestione imputati a Wetter e due quelli imputati a Marx, il quale si è detto “scioccato e pieno di vergogna” per i risultati del rapporto.

Lo studio ha identificato almeno 497 vittime di abusi, ma gli investigatori hanno affermato che la cifra reale è probabilmente più alta. Hanno detto che 247 vittime erano maschi e 182 femmine, mentre in altri 68 casi non è stato possibile determinare il sesso delle vittime. 235 i presunti colpevoli identificati, fra i quali 173 sacerdoti, nove diaconi, cinque operatori pastorali e quarantotto persone dell’ambiente scolastico. Il 60% delle vittime aveva un’età compresa tra gli otto e i quattordici anni. Il rapporto individua 235 autori di abusi tra cui 173 sacerdoti.

In merito al rapporto il portavoce vaticano Matteo Bruni ha affermato: “La Santa Sede ritiene che si debba prestare la dovuta attenzione al documento, il cui contenuto è attualmente sconosciuto. Nei prossimi giorni, dopo la sua pubblicazione, la Santa Sede potrà darne un esame attento e dettagliato”.

“Nel ribadire vergogna e rimorso per gli abusi commessi da chierici contro i minori, la Santa Sede esprime la sua vicinanza a tutte le vittime e ribadisce gli sforzi intrapresi per proteggere i minori e garantire loro ambienti sicuri”.

Lo studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl ha realizzato il rapporto su incarico dell’arcidiocesi di Monaco nel febbraio 2020. Il mandato era di esaminare la gestione dei casi di abuso da parte degli arcivescovi di Monaco tra il 1945 e il 2019.

Alla conferenza stampa di presentazione del rapporto, presso la Haus der Deutschen Wirtschaft, sono intervenuti rappresentanti della diocesi ma non il cardinale Reinhard Marx. Erano presenti anche i membri del Consiglio arcidiocesano delle vittime di abusi. Durante l’incontro, estratti del rapporto sono stati letti dall’avvocato Martin Pusch, capo dello studio legale incaricato, e dall’avvocato Marion Westphal.

Il rapporto si basa sulle informazioni raccolte attraverso colloqui e interviste con le vittime, nonché con coloro che hanno ricoperto, o ricoprono tuttora, incarichi di responsabilità nell’arcidiocesi. Delle settantuno persone interpellate, cinquantasei hanno risposto. Le dichiarazioni sono state confrontate alla fine di agosto 2021. Sessantacinque le persone identificate come autori di abusi “reali o sospetti”, ma secondo i legali il numero dei reati non denunciati sarebbe “notevolmente più alto”.

Il rapporto passa in rassegna la gestione dei casi da parte di sei arcivescovi: i cardinali Michael von Faulhaber, Joseph Wendel, Julius Doepfner, Joseph Ratzinger, Friedrich Wetter e Reinhard Marx. Il rapporto prende inoltre in esame gli anni del cardinale Ratzinger come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.

Gli autori del rapporto hanno dato atto al papa emerito di aver risposto a tutte le loro domande.

Durante la conferenza stampa, l’avvocato Pusch ha detto che dal 2015 c’è stato un aumento significativo del numero di denunce.

La Chiesa di Monaco commenterà i contenuti del rapporto, “dopo un primo esame”, giovedì prossimo, 27 gennaio.

Il cardinale Seán Patrick O’Malley, presidente della Pontificia commissione per la protezione dei minori, ha rilasciato un commento in cui afferma: “La Santa Sede si è impegnata a studiare il rapporto indipendente che è stato commissionato dall’arcidiocesi di Monaco e attendiamo la loro risposta L’impegno della Chiesa per la trasparenza e la responsabilità sono fondamentali per la sua promessa a tutte le persone, in particolare a coloro che hanno subito abusi”.

Fonti:

vatican.va

westpfahl-spilker.de

agensir.it 

vaticannews.va

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Nella foto: la presentazione del Rapporto, durante la conferenza stampa a Monaco

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