La guerra, il Covid, l’economia. Una voce dalla Russia

Cari amici di Duc in altum, Anna Tsyba è una giornalista russa, corrispondente da Roma per Octagon. Nei mesi scorsi ha raccolto per la sua testata il mio parere in merito a diverse questioni riguardanti il Vaticano, ma questa volta sono io a intervistare lei. Ho voluto chiederle infatti qualche impressione di prima mano su come i russi stanno vivendo la situazione attuale.

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Per noi, qui in Occidente, non è facile capire come i russi stanno vivendo la situazione che si è venuta a creare con l’azione militare in Ucraina. Ci può dire quali sono i sentimenti più diffusi tra la popolazione russa?

Siccome vivo a Roma, non ho una percezione diretta di ciò che sta succedendo lì. Ma da quel che sento e vedo, la maggior parte dei russi approva l’azione di Putin e si fida di lui. La maggioranza dell’opinione pubblica ritiene che stiamo salvando il popolo ucraino dall’aggressione di nazionalisti e neofascisti. In televisione e nei social fanno spesso vedere l’atteggiamento disumano dei neofascisti, con torture, umiliazioni, crudeltà. Esattamente l’opposto di quello che succede in Occidente, dove si mostrano le crudeltà dei russi. La gente poi pensa che stiamo difendendo i nostri confini dall’espansione aggressiva della Nato.

Quello che noto è che la gente è un po’ depressa a causa delle sanzioni e in generale dal fatto che è giudicata negativamente da tutto il mondo. Però prevale il sentimento di essere nel giusto.

Il presidente Putin ha detto di aver deciso l’intervento in Ucraina per “denazificare” l’Ucraina. Questa spiegazione ha convinto i russi?

La maggioranza è convinta. Però è giusto che si sappia che l’operazione ha diviso il popolo. Persone importanti e famose, anche del mondo dello spettacolo, hanno deciso di lasciare il paese. Qualcuno dice che tutti quelli che non ragionano e hanno poco cultura hanno approvato l’operazione, mentre le persone di buona istruzione e cultura l’hanno condannata, ma non è così. Ci sono tantissime persone molto preparate che stanno comunque con Putin, per questioni di patriottismo e perché si fidano di lui. Bisogna sapere che Putin in Russia è molto popolare. Aggiungo che l’intervento in Ucraina, com’era successo prima per la vaccinazione Covid, in certi circoli è un tabù. Per non rovinare i rapporti, sapendo che il tema può essere divisivo, si preferisce non parlarne.

Secondo lei, qual è il ruolo della religione in questa crisi?

La Chiesa ortodossa russa dà il massimo appoggio alle azioni dello Stato. L’approvazione da parte del patriarca Kirill dell’operazione militare rafforza la fiducia e l’approvazione dell’opinione pubblica, la certezza, anche da parte dei fedeli, di essere nel giusto. In ogni caso, indipendentemente dalla posizione presa dalla Chiesa ufficiale, ci sono sempre più fedeli nelle chiese in questi tempi difficili. La gente avverte la tensione, qualcuno è preoccupato, qualcuno ha anche parenti o amici in Ucraina. Il sostegno spirituale e il supporto morale offerti dalla chiesa e dal parroco sono cruciali in questi tempi di crisi.

Come viene visto dalla maggior parte dei russi il patriarca Kirill, che sostiene la linea del presidente Putin?

Il patriarca Kirill è molto attivo, ogni domenica fa un discorso. In uno degli ultimi ha parlato in una chiesa piena di militari e ha benedetto l’esercito. Per i militari è un grande supporto. Ripeto: in Russia ci sono tanti credenti e Kirill, per la maggior parte della gente comune, rappresenta in pieno la Chiesa. Si è tornati alla situazione precedente il periodo sovietico, quando la religione cristiana ortodossa e la Chiesa erano molto rispettate. Quindi Kirill si sente appoggiato dalla popolazione.

Molti osservatori occidentali sostengono che ora Putin sia in difficoltà, perché forse non si aspettava di trovare tanta resistenza da parte dell’Ucraina. Secondo lei questo giudizio è corretto?

Questo lo sa solo Putin. Noi tutti sappiamo troppo poco di quello che veramente sta succedendo. Secondo me, Putin non si aspettava che l’operazione durasse così tanto, ma chissà che cosa ha in mente e che cosa ha davvero programmato.

In questo momento quali sono le maggiori preoccupazioni dei russi? La crisi in Ucraina? L’inflazione? La mancanza di lavoro? Il Covid? O che altro?

Il tema Covid sembra sparito, non se ne parla più. Credo che, tra poco, le preoccupazioni di molti saranno sul lato economico: la gente ancora non si rende conto della crisi che sta arrivando, perché sono tutti entusiasti e carichi, ma si incomincia a parlarne. C’è comunque molta solidarietà (soldi, cibo, vestiti) per il Donbass. Da quella regione arrivano moltissimi profughi e vengono tutti accolti e aiutati.

Qual è la situazione circa il Covid? I russi si sono vaccinati? Quante dosi hanno ricevuto? Ci sono ancora restrizioni?

Le restrizioni non ci sono più, nemmeno una. I vaccinati sono sempre pochi. Le dosi previste sono due, non solo di Sputnik, ma moltissimi hanno dubbi e non si vaccinano. E c’è anche chi ha comprato falsi certificati di vaccinazione.

 

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