A scuola arriva la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.

di Marco Manfredini

La Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico, del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione, a sua volta facente parte del Ministero dell’Istruzione (riprendiamo fiato), ha inviato una circolare a tutte le scuole di ogni ordine e grado (quindi si suppone anche elementari e materne) per recepire all’interno del sistema scolastico italiano una Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, da “celebrarsi” il 17 maggio1.

Come se la scuola in Italia non avesse già abbastanza problemi. Gli insegnanti progressisti, la psicopandemia, gli insegnanti mainstreamer, il distanziamento, gli insegnanti politicamente corretti, la DAD, gli insegnanti diversamente capaci (di insegnare), le mascherine, gli insegnanti di ripiego, i banchi a rotelle, gli insegnanti senza qualche rotella, il monte ore e il mare di burocrazia, gli insegnanti di supporto agli insegnanti di sostegno, le soft skill, la flipped room, la LIM, il POF, il PIF, la RAV e la FAV…

Tutto ciò non era sufficiente, mancava ancora qualcosa.

Cosa possiamo infilare ancora nella scuola per cercare di distruggerla del tutto e per rendere gli studenti dei perfetti cittadini globali no-brain? Ah sì, ho trovato, possiamo seguire i dettami dell’Unione europea e istituire la giornata contro il buon senso e la natura umana.

Non conosco omofobi, bifobi, nemmeno transfobi. Forse degli omologhi bifidi un poco transfughi. Al limite qualche profugo bipede che emette suoni omofoni. Un solo scorfano trilobe omocromo, ma null’altro. Siamo seri.

La circolare dice: “La Costituzione italiana, all’art. 3 sancisce: ‘Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’ (…)”.

Certamente, ma ciò non significa che se la propria religione prescrive di sterminare gli infedeli, o se la propria opinione politica è quella di incarcerare gli oppositori, queste debbano essere assecondate. Non significa nemmeno che se la propria “opinione sessuale” insegna che un bambino può nascere da due donne, o avere come genitori due uomini, questo sia un desiderio rispettabile e debba essere a ogni costo soddisfatto.

A parte che la Costituzione parla di sesso, non di gender, e fortunatamente su questo non è ancora stata manomessa. “Senza distinzione di sesso” significa senza discriminare in base al fatto che uno sia maschio o femmina. Non sono previste altre opzioni, né dai padri costituenti, né da madre natura, né dal Padreterno. Perché quindi deve prevederle il ministero dell’istruzione sulla scorta delle istituzioni europee e del pensiero unico globale progressista? Non è che vi state un po’ allargando?

“Il Ministero dell’Istruzione è da anni impegnato a favorire e costruire una scuola aperta e inclusiva […]”.

Vedete cari luminari, a forza di aprire la scuola alle idee più balzane va a finire che la si chiude a tutti coloro che di quelle idee non vogliono saperne. A ragion veduta. A forza di includere l’improbabile, si esclude l’auspicabile.

“[…] i docenti e le scuole di ogni grado, nell’ambito della propria autonomia didattica ed organizzativa, sono invitati a creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nell’ambito dei principi nazionali e internazionali sopra citati”.

Cari insegnanti, immagino sappiate già qual è il luogo consono in cui andrebbe archiviata questa penosissima circolare. Ma se non ve la sentite di compiere un gesto così irrispettoso, e se proprio volete fare ciò che chiede il ministero, va bene: create occasioni per approfondire con gli studenti questa materia. Potrebbero essere utili per spiegare finalmente loro che la discriminazione ha una doppia faccia: discriminare significa trattare in modo diverso situazioni uguali, ma anche trattare in modo uguale situazioni diverse. Un uomo e una donna se credono possono essere una coppia, e poi diventare famiglia. Un uomo e un uomo (o una donna e una donna) non possono essere una coppia, al massimo saranno un paio di uomini (o di donne). Una coppia si ac-coppia, un paio di persone dello stesso sesso non possono farlo, se non parodiando il gesto tramite uso improprio, quindi contronatura, quindi dannoso, di parti del corpo. L’accoppiamento pretende complementarietà, e il tutto va inteso non solo da un punto di vista fisico.

In molte scuole americane (non solo d’orientamento liberal) a forza di introdurre queste follie, si verificano delle vere e proprie epidemie di transessualismo, con genitori (anche liberal) disperati e figli in preda alle più aberranti manipolazioni che possono sfociare in raccapriccianti mutilazioni2.

Potreste spiegare che anche il rispetto ha due versi: va dovuto a tutte le persone in quanto tali, non va dovuto a tutte le idee o i desideri comunque siano. Qualcuno di voi ha per caso rispetto di idee genocide? Almeno consapevolmente, si spera di no; ma la vita del portatore di tali idee va comunque rispettata (almeno finché non diventa un reale e concreto pericolo). Ce la facciamo ancora a distinguere le persone dalle idee?

Il portatore di ideologia LGBTQ&C va rispettato in quanto persona, e tutti i diritti che ha ce li ha in quanto essere umano, per cui va da sé che non deve subire ingiurie, maltrattamenti, molestie, soprusi, eccetera. L’ideologia che porta, essendo oggettivamente dannosa per sé e per la comunità in base all’immutabile legge naturale, non è rispettabile. Nessuno è omofobo; tramite la giornata contro l’omofobia si vuole semplicemente precludere a chi non è omofilo il diritto di esprimersi dicendo una banale, noiosissima, a questo punto indispensabile verità. Ecco, piuttosto che le solite Eurostupidaggini potreste provare ad approfondire questo con gli studenti. Se avete le gonadi.

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1 https://www.miur.gov.it/web/guest/-/circolare-n-1211-del-4-maggio-2022
2 Irreversible damage – The transgender craze seducing our daughters, di Abigail Shrier, edito da Regnery Publishing (2002).

Fonte: ricognizioni.it

 

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