È il momento della vera scuola cattolica. Uscire dal sistema per essere se stessi

Cari amici di Duc in altum, ricevo e vi propongo il testo dell’intervento introduttivo alla Giornata nazionale sull’educazione cattolica organizzata a Lonigo (Vicenza) dall’Osservatorio cardinale Van Thuân sulla dottrina sociale della Chiesa.

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di Stefano Fontana

Il nostro Osservatorio è dedicato alla Dottrina sociale della Chiesa. Perché allora vi abbiamo convocati per questa giornata sull’educazione e la scuola cattolica? Primo: perché il sistema si sta pericolosamente chiudendo attorno a noi diseducando sistematicamente e impedendo la vera scuola cattolica con il consenso dei cattolici. Secondo: perché oggi la vera rivoluzione avviene tramite l’educazione cattolica con ripercussioni poi in tanti altri ambiti della vita sociale e politica; se non salviamo la scuola cattolica non salveremo niente di cattolico nella vita pubblica. Terzo: perché esiste un ordine delle cose e questo ordine dice che la Chiesa, e quindi noi cattolici, ha un ruolo “sopraeminente” [Divini illius magistri] nell’educazione a cui non può rinunciare, un ruolo originario e fondante, precedente anche quello dei genitori i quali hanno un ruolo originario ma non fondante, e precedente a quello della Comunità politica [parlo di comunità politica e non di Stato…] che ha un ruolo derivato.

Il sistema nemico di questo quadro si rafforza, si coordina e si chiude a riccio, eliminando le vie d’uscita, le vie di autentica libertà educativa. Oggi lo Stato intende essere uno Stato Educatore, uno Stato Formatore, uno Stato Plasmatore. Il nostro Osservatorio ha appena pubblicato il libro Manuale della buona Educazione Civica [Fede & Cultura, Verona 2022] per lottare contro la nuova religione civile dello Stato Educatore che intende fare da Mamma ai nostri figli, insegnando loro che la mamma naturale non esiste, perché non esiste la famiglia naturale, perché non esiste un progetto naturale di sessualità … ma esiste, eccome, la Mamma Artificiale, lo Stato. Lo Stato si concepisce come un grande Utero Artificiale che genera i suoi propri figli, i cittadini, insegnando loro, tramite il nuovo insegnamento dell’Educazione civica, cosa significhi esserlo. Lo Stato è un grande Campo di Rieducazione.

Il percorso è durato qualche decennio ed ora sta diventando di innegabile evidenza. Dapprima lo Stato si dichiara neutro da principi e valori, poi si mette a colpire chi rimane convinto dei principi e dei valori, quindi si mette a educare o a rieducare secondo i propri principi e i propri valori. Nel nostro libro noi rovesciamo questi principi e questi valori, reagiamo alla religione civile del controllo sociale dall’interno delle coscienze, e ribadiamo la vocazione originaria e fondante della Chiesa a educare i nostri figli.

Lo Stato diseduca: insegna il relativismo e lo storicismo, parla di Dio solo per denigrarlo, inculca l’indifferentismo religioso, contrappone fede e ragione, mette in cattedra cattivi maestri così che san Tommaso è escluso mentre Heidegger campeggia, propone un volontarismo della morale, insegna il determinismo anziché il finalismo, parla solo di autori canonizzati dal sistema e lascia nei sotterranei i campioni della vera cultura (anche cattolica), falsifica sistematicamente la storia, usa la scienza per combattere la metafisica e la religione, deforma lo spirito critico rinchiudendolo nelle opinioni soggettive, non propone un quadro organico del sapere e genera giovani privi di sapienza.

Dato che oggi lo Stato dipende ormai molto da poteri sovrastatali e globali, esso si fa tramite di esigenze che lo travalicano. La transizione ecologica richiede che la scuola pubblica insegni l’ideologia ambientalista secondo i canoni di Davos, la transizione digitale chiede che la scuola si faccia strumento della società del controllo sociale secondo il modello cinese. Per scopi “educativi” funzionali al nuovo sistema il governo italiano ha disposto, contro ogni logica, che gli alunni tenessero ancora la mascherina in classe.

Nella Chiesa tutto ciò viene sostanzialmente appoggiato. Gli obiettivi 2030 di Davos e dell’Onu sono condivisi e la Chiesa dice che si sta impegnando per raggiungerli. Che l’educazione non spetti originariamente e fondativamente alla Chiesa oggi la Chiesa sembra non pensarlo più. La Chiesa è ancora interessata all’educazione ma non più alla educazione cattolica. Accetta che ad occuparsi di educazione sia il mondo ed essa si accontenta di collaborare in vista non della salvezza delle anime e della costruzione di una civiltà cristiana, ma per favore l’integrazione e la fratellanza universale.

Bisogna allora uscire dallo Stato e anche uscire dalle strutture e dalle dinamiche della Chiesa quando queste si presentano come funzionali alla nuova religione civile globalista di cui lo Stato è il principale strumento.

Fonte: vanthuanobservatory.com

 

 

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