Ecco i motivi della lettera del cardinale Farrell a CL

di Francesco Balducci

“I Moderatori e i Presidenti dei Movimenti ecclesiali non ricevono per successione personale il carisma del fondatore e non ne sono, dunque, gli unici interpreti. Se così fosse, ci troveremmo di fronte a un tentativo indebito e fuorviante di appropriazione e personalizzazione del carisma da parte di chi ha il ruolo di guida; da ciò deriverebbe un’autoreferenzialità non ammissibile nella Chiesa”. Sono durissime, inequivocabili e non suscettibili di interpretazioni le parole scritte dal cardinale prefetto del Dicastero pro Laici, Kevin Farrell, al presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, il professor Davide Prosperi, in una missiva datata 10 giugno e diffusa oggi. L’oggetto del forte richiamo vaticano non è Prosperi, che anzi ha intrapreso un cammino volto a riportare il Movimento sui binari tracciati da don Giussani.

Nel mirino del Dicastero, e del Papa che segue da vicino la situazione, c’è l’ex presidente della Fraternità di CL, don Juliàn Carròn, dimessosi il 15 novembre scorso dopo varie e lunghe traversie con il Vaticano, a seguito del commissariamento dei Memores Domini, l’associazione ecclesiale di consacrati nata dal carisma di don Giussani. Il nome del prelato spagnolo non viene fatto in modo esplicito, ma è a lui che il cardinale Farrell si riferisce in diversi passaggi della missiva: “Anzitutto – scrive il prefetto del Dicastero per i Laici – mi preme precisare che la dottrina della “successione del carisma”, proposta e alimentata durante l’ultimo decennio in seno a CL da chi era incaricato della conduzione, con strascichi che vengono ancora coltivati e favoriti in occasione di alcuni interventi pubblici, è gravemente contraria agli insegnamenti della Chiesa”. Il carisma non passa dal fondatore al successore alla guida di un Movimento; il carisma di CL, come i carismi che hanno suscitato la nascita di molteplici realtà aggregative nella Chiesa, ha una dimensione collettiva e comunionale: ha dato origine a una comunità di persone chiamate a vivere e rendere operante quel carisma nella storia.

La corretta visione cattolica, proposta a più riprese dalla Chiesa, è sempre stata contestata da don Carrón e dai suoi più stretti seguaci, convinti che il carisma di don Giussani fosse passato direttamente al sacerdote spagnolo, e che questi avesse una sorta di diritto di presiedere a vita CL e di nominare, ovviamente, il suo successore (secondo molti la scelta sarebbe caduta su don Pierluigi Banna, 38enne prete siciliano, che il giorno dopo le dimissioni di Carrón provò a organizzare una sorta di “rivolta” sui social per convincere Carrón a rimanere, raccogliendo migliaia di adesioni, ma poi il tutto fu stoppato per volontà della Santa Sede). Resasi conto della grave eresia che si stava diffondendo tra gli aderenti a CL, la Chiesa è intervenuta e l’11 giugno 2021 ha prima redatto un decreto sui Movimenti a firma del Papa, che fissa norme e regole che disciplinano la vita delle associazioni ecclesiali. Poi, nei messi successivi, davanti alle dimissioni di Carrón, ha nominato suo successore alla guida di CL il professore universitario Paolo Prosperi, prima per un anno, poi per 5 anni: una sorta di “commissariamento ad intra”, per correggere i gravi abusi dottrinali e di prassi avvenuti durante la presidenza carroniana.

“Al Dicastero – scrive ancora il cardinale prefetto – duole constatare che alcuni responsabili e persone influenti all’interno del Movimento continuino a suggerire e a promuovere tra i membri di CL, anche pubblicamente, un clima di sfiducia nei confronti della Chiesa e di resistenza alle sue indicazioni; un forte personalismo; divisioni interne e logiche manipolatorie; un ampio dissenso riguardo agli interventi e alle decisioni dell’autorità ecclesiastica. Tutto questo compromette inesorabilmente la presa di coscienza degli errori del passato, immobilizzando il risanamento profondo di idee, principi e prassi più volte sollecitato dall’autorità ecclesiastica”. Giudizi netti, che fanno anche riferimento ai numerosi incontri che da alcuni mesi don Carrón sta tenendo sul territorio, pur non avendo più un ruolo.

Da qui l’invito che il cardinal Farrell fa a CL di “voler provvedere affinché sia promossa, quanto prima, presso tutti i membri dell’associazione, un’opportuna formazione sul tema dei carismi nella Chiesa e di far cessare ogni azione volta a promuovere questa falsa dottrina tra i membri di CL. È necessario che il Movimento di Comunione e Liberazione, e in primis i suoi dirigenti e responsabili ad ogni livello – inclusi coloro i quali hanno ricoperto in passato incarichi di governo e/o educativi ed hanno cessato da tali incarichi – accolgano con docilità e spirito ecclesiale l’invito della Chiesa a riconoscere i problemi e a rivedere insegnamenti, prassi, metodi di governo e forme di organizzazione della vita interna che si sono rivelate inadeguate o addirittura dannose. Senza una seria presa di coscienza di tali limiti sarà impossibile non solo effettuare una riflessione adeguata sulle norme statutarie, ma anche prevedere elezioni libere e responsabili”. Parole che resteranno scolpite nella storia di Comunione e Liberazione.

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Nella foto sopra il titolo, don Luigi Giussani e don Julian Carrón

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