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Uscite, fiaschi, chiusure. A Genova la Chiesa va così. E il Collegio vigilante dei parroci prende nota

di Romano Curiale

La capitolina canicola estiva è una di quelle cose che, come diceva il cardinale Siri, farebbe eleggere papa anche una bottiglia di cognac, col miraggio di sfuggirla prima possibile.

Il solleone ha anche quest’anno spinto molti a cercare refrigerio in più amene italiche località, ove farsi cullare dallo sciabordio delle acque o discorrere sotto il pergolato, sorseggiando un cortese vinello che inclina alla facondia.

Si sa: una parola tira l’altra e fanno capolino ancora una volta i parroci vigilanti di Genova, collegio di alacri prevosti.

Intorno alla Cattedra che fu di San Siro non ci appisola mai, ché, anzi, gli infuocati dardi estivi paiono stimolare la curiale creatività. La fantasia al potere: mai slogan si attaglia meglio all’attuale clima genovese.

Per Genova c’è un gran via vai di sottane che vanno di qua e di là.

È tutto un turbinio di nomine, spostamenti, fuga mundi e flaccidi forzosi ritorni.

I vigilanti danno contezza di transumanze di trenta, quaranta preti per volta, trasferiti manu militari per ogni dove e impegolati in onerosi traslochi. Per rincuorarli il locale Pastore, difendendo le intemperanze proprie e ausiliarie, li invita a non essere attaccati al proprio mobilio. Parola di chi, dopo due anni, non ce la fa proprio a trasferirsi in episcopio ma continua a risiedere in convento (per far numero?).

Sottane, poi, per modo di dire, in quanto, anche a Genova, per la talare son “‘messe dette e vespri cantati’” Siamo alle preces feriales e ai calzoncini corti, stile don Corazzina.

Non si può dire, però, che la diocesi non si profonda in iniziative pubbliche, grandi eventi, andati pressoché deserti, con profluvio di danari per allestimenti, maxischermi, musici, cantanti et similia, sulle note del trallallero.

Una tenda nella città. Una Chiesa in uscita è stato l’evento del Cammino sinodale, tenutosi il 28 maggio 2022: un fiasco pieno e sonoro, partorito da EXtRA, agenzia di comunicazione sinodale diocesana.

“Abbiamo scelto la parola Extra per la comunicazione che sarà a servizio del nostro Cammino sinodale. Extra significa fuori. Ogni cammino, fisico o interiore, ha bisogno di un fuori da percorrere”, recita il relativo sito.

“Un fuori da percorrere”: chissà che non sia questo il movente dell’abbandono dell’ennesimo convento plurisecolare genovese. A fine settembre chiuderà definitivamente il convento annesso al Santuario di Nostra Signora del Monte: i Frati Minori, dopo 578 anni di presenza ininterrotta, lasciano, per l’insanabile carenza di vocazioni e i costi di manutenzione della struttura. Un’altra “uscita” per la Chiesa di Genova che pare non darsene troppo pensiero, impegnata nei fuochi fatui delle proprie iniziative e in uno sterile solipsismo.

Né le notizie dal Seminario paiono migliori, con un ventilato trasferimento “altrove” dei pochi chierici in formazione e destinazione ad altro della grande struttura inaugurata nel 1970 dal cardinale Siri al Righi.

Che può fare un povero Curiale, pur se Romano, dinanzi a cotante ferali notizie?

Non nobis, Domine, recita il motto del cardinale Siri: sed nomini tuo da gloria, invita il salmo. Purtroppo, però: Simulacra gentium argentum et aurum opera manuum hominum. Gli idoli delle genti sono argento ed oro, opera delle mani dell’uomo… cioè le palanche.


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Aldo Maria Valli:
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