India / Madhya Pradesh, nazionalisti indù attaccano pullman di ragazzi cristiani

A Khandwa gli estremisti indù hanno bloccato un raduno promosso dalla diocesi sostenendo che i minori tribali venivano trasportati “per essere convertiti”. L’arcivescovo di Bhopal: “Provengono da famiglie che sono cristiane da generazioni. Ogni confessione religiosa ha la libertà di educare i propri giovani”.

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di Nirmala Carvalho

Nello Stato indiano del Madhya Pradesh la furia degli estremisti indù arriva a prendere di mira persino i ragazzi. Attivisti del Vishwa Hindu Parishad (Vhp) e del Bajrang Dal – movimenti della destra nazionalista indù – hanno fermato un pullman che trasportava bambini e bambine tribali per un programma organizzato presso la Saint Pius School della diocesi di Khandwa. Gli attivisti hanno creato un putiferio, intercettando il veicolo e sostenendo che i minori venivano portati a una cerimonia per la loro conversione religiosa. Il Madhya Pradesh è uno degli Stati indiani governati dai nazionalisti indù dove sono in vigore le leggi anti-conversione.

Secondo testimoni oculari, il blocco è durato per molto tempo, finché la polizia e i funzionari distrettuali non hanno raggiunto la zona. Il segretario locale del Vhp, Animesh Joshi ha dichiarato di aver “ricevuto informazioni sul fatto che un gruppo di ragazzi e ragazze tribali veniva portato per la conversione religiosa”. La polizia ha registrato le loro dichiarazioni, insieme a quelle degli organizzatori e degli insegnanti della scuola. Nel frattempo p. Jose, l’organizzatore dell’iniziativa, ha affermato che erano presenti solo bambini e bambine già cristiani e che i tentativi di ottenere il permesso per l’evento dall’amministrazione distrettuale non avevano avuto successo.

Da Khandwa, l’amministratore diocesano padre Augustine Madathikunnel ha spiegato che quello in programma era il raduno annuale dei giovani della diocesi e che sarebbe dovuto proseguire per tre giorni fino al 5 ottobre. “Purtroppo – ha continuato – ieri abbiamo avuto un’inaspettata opposizione da parte di alcuni elementi, nonostante avessimo dato informazioni scritte alle autorità governative con largo anticipo. Grazie a Dio, i ragazzi hanno avuto il coraggio di affrontare queste situazioni intimidatorie. E poiché abbiamo rinviato l’evento, sono potuti tornare a casa sani e salvi”.

Da parte sua l’arcivescovo di Bhopal, monsignor Alangaram Arokia Sebastian Durairaj, che fino all’anno scorso ha guidato la diocesi di Khandwa, ha dichiarato ad AsiaNews: “Sono molto rattristato: si trattava di un programma annuale organizzato per i giovani, durante il quale vengono forniti orientamento professionale, educazione ai valori, programmi culturali e altre competenze per la loro crescita… Non c’è assolutamente nessuna attività di conversione in corso; provengono tutti da famiglie cristiane da generazioni. È spiacevole che i programmi per la formazione dei nostri figli vengano fraintesi: ogni confessione religiosa ha la libertà di educare i propri giovani. Non stavamo assolutamente commettendo nulla di illegale o addirittura criminale”.

Fonte: asianews.it

 

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