Adeste, fideles!

di Rita Bettaglio

La morte si rafforzava sempre più e la corruzione persisteva a danno degli uomini: il genere umano si perdeva, l’uomo razionale e creato a immagine di Dio scompariva e l’opera creata da Dio andava in rovina

Sant’Atanasio, De incarnatione, I, 6

Sant’Atanasio, nella sua opera De incarnatione, mette in stretta relazione, in rapporto di causa ed effetto, il peccato del primo uomo e la perdita degli attributi che Dio aveva dato all’uomo: tra gli altri la razionalità. A ciò seguiva, inesorabilmente, la rovina dell’opera creata da Dio.

Infatti, dice san Paolo, “la creazione stessa nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione” (Rm 8, 20-21). Essa “geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto” (Rm 8, 22).

Se tutta la creazione, la natura, è investita dalle conseguenze nefaste del peccato originale, ne consegue che l’unica vera ecologia, l’unica efficace, è il ritorno a Dio. Nessuna rivoluzione green, nessuno sforzo, quand’anche fosse sincero (e a questo riguardo nutriamo più di un dubbio), avrà effetto. Nessuno s’illuda: il secondo principio della termodinamica testimonia ogni istante che l’entropia cresce e che per invertire, anche solo per un istante, questa tendenza, bisogna compiere un lavoro. Questo lavoro è diretta conseguenza del peccato di Adamo. Disse infatti Dio, cacciando Adamo ed Eva dal paradiso terrestre: “Maledetto il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba dei campi. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto” (Gen 3, 17-19).

Ma ciò su cui vorrei riflettere è la perdita di razionalità, di cui parla sant’Atanasio. Il peccato, afferma il santo vescovo d’Alessandria, fu possibile perché gli uomini abbandonarono la contemplazione di Dio (…) allontanando lo sguardo dai beni eterni e volgendolo alle cose corruttibili, per suggerimento del diavolo.

Lo strenuo difensore della Verità in un mondo dominato, allora, dall’arianesimo non sta forse descrivendo l’attuale situazione, in cui la maggior parte degli uomini (e purtroppo anche molti uomini di chiesa) hanno smesso di contemplare Dio per volgersi ai beni materiali? Il cortocircuito della ragione che ha portato a chiudere le chiese, privare i fedeli dei sacramenti della Vita per conservare istericamente una vita biologica che somiglia tanto alla morte, non è forse frutto di questo abbandono della contemplazione di Dio? Non abbiamo forse visto questo in questi ultimi due anni?

È scomparso l’uomo razionale, dice sant’Atanasio. Ben lo sappiamo, avendo udito sostenere tutto e il suo contrario, come fosse possibile che A e non A fossero entrambi, contemporaneamente veri. E la cosa continua anche tramontata la causa immediata, o presunta tale, di questo generale impazzimento, il plenipotenziario e mutevole virus delle meraviglie.

Che dire? Il problema non è sanitario, non lo è mai stato. Il problema è profondissimo e sta nell’aver rinnegato la croce di Cristo, il Suo sacrificio redentivo che, solo, poteva ristabilire l’uomo nella grazia di Dio e quindi nel possesso delle facoltà razionali che il Creatore aveva voluto per lui. È stato il trasformare il Sacrificio in una cena, un banchetto dai cibi sempre meno sostanziosi, che nutre sempre di meno: in un mondo che offre intrattenimenti a basso costo (in realtà costano l’anima, ma pochi se ne accorgono) ballerine e flautisti hanno invaso lo spazio del sacro e la fanno da padroni.

Ma il Calvario è sempre lì e stat Crux dum volvitur orbis, non s’illudano cantanti e ballerine…

“Dal momento che le potenze umane sono cessate mentre la parola di Dio rimane, è chiaro a tutti che ciò che cessa è passeggero, mentre colui che rimane è Dio e vero Figlio unigenito di Dio” (Sant’Atanasio, De incarnatione, VIII, 55).

Con questa certezza, sotto il manto dell’Immacolata Concezione, procediamo verso Betlemme. Adeste, fideles, laeti triumphantes!

 

 

 

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