Comunione / Altri abusi (e qualche segno di speranza)

Caro Valli,

si può credere che in un santuario famoso come il Divino Amore di Roma è impossibile ricevere la Comunione in bocca? Eppure è così: è capitato a me e a mio marito nel corso di un nostro impegnativo e deludente pellegrinaggio. Abbiamo ascoltato due messe nella speranza che il secondo celebrante non fosse così irremovibile come il primo, ma non c’è stato niente da fare: negata la comunione in bocca.

Così, mentre da sopra l’altare la Madonnina e il Suo Santo Bambino ci guardavano dolenti, noi due, tornati al nostro posto come scolaretti in punizione, altro non abbiamo potuto fare che la comunione spirituale. Quando poi, usciti di chiesa, ci siamo imbattuti nel secondo sacerdote, gli abbiamo chiesto spiegazioni, ma lui, affrettando il passo come chi non vuol rispondere, ha farfugliato: “Ordini superiori, i cardinali, i cardinali…” ed è scappato. Interdetti e allibiti, ma soprattutto delusi, siamo ripartiti non solo con tanta amarezza nel cuore, ma anche con una gran pena per questi poveri uomini di chiesa ridotti a tanta meschinità.

Che il Signore li perdoni.

A. S.

Roma

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Caro Valli,

domenica 22 gennaio, alla Messa delle 18 presso la chiesa di Santa Teresina d’Albaro, a Genova, un ministro straordinario dell’Eucarestia mi ha negato la Comunione sulla lingua.

A fine Messa sono quindi andata, pur con qualche fatica, a parlare con il parroco, per chiedere il motivo del diniego, che contravviene alle indicazioni del vescovo.

Mi ha risposto, frettolosamente, che conosce benissimo le indicazioni del vescovo ma che, essendo lui anche medico oltre che parroco, continua a dare e a far dare la Comunione solo sulla mano come precauzione, visto che il Covid non è ancora alle spalle.

Con calma, ho fatto presente che la Comunione sulla lingua è la modalità normale, in vigore da sempre, per ricevere la santa Eucarestia, e che dunque il diniego è ingiusto. Mi è stato risposto: “Il comizio è finito, siamo liberi di fare come vogliamo”.

Ora, avrei voluto chiedere a quel sacerdote se sa che il vero medico è il Signore, ma lì per lì non mi è venuto. Sono rimasta tanto male per l’accaduto.

Ognuno dovrà rispondere a Dio per le sue azioni. Le scrivo per dare testimonianza.

Un saluto, con la mia stima.

Simona Ventura

Genova

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Caro Valli,

anche a me è stata rifiutata la Comunione in bocca: è successo nella chiesa parrocchiale del Carmine a Udine, domenica 11 dicembre 2022  da parte di un diacono.

Ho inviato una protesta al vescovo, alla curia e al responsabile dell’unità pastorale, ma ovviamente non ho ricevuto risposta, né me l’aspettavo.

Vorrei dare però anche una buona notizia. Domenica scorsa sono stato nel duomo di Milano per la Santa Messa delle ore 12 e con qualche apprensione, immaginando un altro rifiuto, mi sono accostato al sacerdote che la distribuiva mostrando di volerla ricevere in bocca. Ebbene, con mia gradita sorpresa quel sacerdote mi ha dato la particola sulla lingua con naturalezza, senza problemi.

Per me ricevere Nostro Signore nel modo raccomandato dalla Chiesa non è un puntiglio, ma una forma di riverenza, un abbandono fiducioso e figliale a Gesù eucaristico, come un lattante che si lascia imboccare dalla madre. E cosa siamo noi di fronte a Gesù se non dei piccoli, come lui stesso ci ha raccomandato di essere?

Con stima

Marco

Vicenza

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