Cammino sinodale tedesco: bilancio e prospettive

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Il processo del Cammino sinodale si è concluso. È possibile provare a tracciare un bilancio e considerare le prospettive che si profilano per il futuro.

Fin dall’inizio è emerso che il processo avrebbe sconvolto la Chiesa di Germania e minacciato di estendersi alla Chiesa universale, almeno nello spirito che lo animava.

Le cause del sinodo

Occorre distinguere da un lato la causa all’origine dell’innesco del processo e la causa remota del suo modo operativo.

Il fattore scatenante è stata la rivelazione della crisi degli abusi nella Chiesa di Germania. Una commissione indipendente composta da accademici e specialisti di Mannheim, Amburgo e Gießen, da cui l’acronimo MHG, usato per designare il rapporto finale presentato all’episcopato nel 2018.

Il rapporto descrive “la frequenza degli abusi e le sue forme (…) e individua le strutture e le dinamiche suscettibili, all’interno della Chiesa, di incoraggiare gli abusi”. Una serie di raccomandazioni mette in discussione la struttura stessa della Chiesa, ne prende di mira la moralità e attacca il potere d’ordine.

Di qui la decisione di avviare un cammino sinodale con quattro assi di riflessione: “Potere e separazione dei poteri”, “Morale sessuale”, “Vita sacerdotale”, e infine “Posto della donna nella Chiesa”, affidate a quattro sedi incaricate di tracciare dei testi che sarebbero stati esaminati dall’Assemblea sinodale.

Causa remota della modalità operativa

Il cattolicesimo tedesco postconciliare è stato segnato da un evento sinodale che ha lasciato un segno profondo e ancora vivo: il Sinodo congiunto di Würzburg. Il suo modello è stato il “concilio” pastorale olandese che ha riunito vescovi, sacerdoti e molti laici.

Il concilio olandese fu un disastro. La debolezza di Paolo VI ha fatto sì che ciò accadesse. Il concilio propose, con l’accordo dei vescovi, l’abolizione del celibato sacerdotale nel 1970, tre anni dopo l’enciclica di Paolo VI sull’argomento. Il Papa reagì subito, ma la Chiesa olandese era entrata in crisi.

Il sinodo di Würzburg riunì tutte le diocesi tedesche e decise: l’accesso delle donne ai ruoli di dirigenza nelle diocesi, la richiesta del lettorato e dell’accolitato per le donne, e anche del diaconato, e l’istituzione di una struttura permanente per diffondere lo spirito del Sinodo.

Gli elementi messi in campo dal Cammino sinodale

Durante le cinque assemblee plenarie sono stati studiati, letti e votati i testi preparati dai forum che, se avevano ottenuto la maggioranza, potevano essere applicati. Tuttavia, si doveva ammettere che alcune conclusioni potevano essere attuate solo con un accordo romano.

Un testo approvato nella terza assemblea tratta del coinvolgimento dei fedeli nell’elezione dei vescovi. Tuttavia, anche se la designazione dei vescovi è particolare in Germania, essa è retta dal segreto pontificio, che non può essere esteso ai laici senza dispensa della Santa Sede…

Alla quarta assemblea un testo “raccomanda al Papa di procedere a una rivalutazione dell’omosessualità a livello magisteriale”. Si chiede una revisione del catechismo: gli “atti omosessuali” devono essere rimossi dall’elenco dei “principali peccati contro la castità”.

Nella stessa assemblea, un testo riforma le regole di assunzione nelle strutture gestite dalla Chiesa – la Chiesa è il terzo datore di lavoro in Germania. Tale documento, infatti, si oppone a qualsiasi sanzione o discriminazione nell’assunzione di divorziati risposati o coppie omosessuali.

La quarta assemblea ha infine votato un testo che chiede l’uguaglianza delle donne in tutte le posizioni di responsabilità e l’accesso ai ministeri ordinati. Il testo estende questa richiesta a quanto contemplato dalla teoria del gender, ovvero agli omosessuali e a coloro che cambiano sesso.

La quinta assemblea ha adottato un testo sul sacerdozio in cui si afferma che un “sacerdozio riservato agli uomini eterosessuali è discutibile e incompatibile con la pratica vissuta. (…) La giustificazione del celibato obbligatorio non è più ampiamente accettata. Viene esplicitamente rivendicata l’accettazione dell’omosessualità su un piano di parità, anche tra i sacerdoti”.  Si chiede alla Santa Sede:

Il riesame del celibato sacerdotale, delle dispense dal celibato affidate ai vescovi tedeschi, l’ordinazione dei viri probati (cioè degli uomini sposati) e di consentire ai sacerdoti già ordinati di sposarsi.

Un altro testo chiede la celebrazione di battesimi e matrimoni da parte dei laici, l’omelia durante la messa, una commissione di donne per aiutare nella gestione delle parrocchie. Sebbene sia stato edulcorato – si chiedeva la confessione e l’estrema unzione – questo testo distrugge un po’ di più il sacerdozio.

Il testo successivo stabilisce una benedizione per le coppie di divorziati-risposati e omosessuali, nonostante le ammonizioni di Roma, dal Responsum della Curia al monito del nunzio apostolico all’assemblea dei vescovi di primavera, a fine febbraio 2023.

La teoria del gender viene trattata in un testo che la sfrutta e ne trae le conseguenze: gli uomini che si dichiarano donne potranno “nel caso” avere accesso alle comunità religiose femminili e viceversa. Una donna che afferma di essere un uomo potrebbe ricevere l’ordinazione sacerdotale.

Infine, in un testo che tratta della maggiore partecipazione delle donne ai servizi e ai ministeri della Chiesa, l’assemblea ha chiesto l’istituzione del diaconato femminile. Ed eventualmente il sacerdozio per le donne.

Prospettive

Il futuro si concentrerà soprattutto su tre punti.

  1. Innanzitutto sul Comitato sinodale, già costituito, composto da ventisette vescovi tedeschi, e altrettanti membri dello ZdK (Comitato centrale dei cattolici tedeschi), oltre a venti membri eletti dall’ultima Assemblea. Avrà il compito di assicurare l’attuazione dei testi votati e di istituire i Consigli sinodali, almeno diocesani e parrocchiali.
  2. L’attuazione, già iniziata, dei testi votati dai vescovi, individualmente. Infatti monsignor Franz-Josef Bode, vescovo di Osnabrück, ha invitato, se lo desiderano, a benedire tutte le coppie che non possono o non vogliono sposarsi in chiesa. Inoltre, nella diocesi, anche i laici possono predicare l’omelia e amministrare il battesimo.
  3. La reazione romana. Fino a quando Roma lascerà correre? Ci sono due punti che sembrano causare vere difficoltà. Anzitutto i Consigli sinodali, siano essi a livello nazionale, diocesano o parrocchiale. Roma ha chiaramente rifiutato il primo livello, e ha rigettato anche gli altri, adducendo che la Chiesa di Germania non può decidere da sola.

Il secondo punto riguarda in particolare la benedizione delle coppie omosessuali. Interrogato il 13 marzo, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, ha affermato: “Mi sembra che la Santa Sede si sia già espressa in termini molto chiari su questo, con il documento del Dicastero per la dottrina della fede”, il Responsum del marzo 2021.

“Una chiesa particolare non può prendere questo tipo di decisioni, che coinvolgono la Chiesa universale”, ha proseguito. Ha aggiunto che ci sarà “un confronto con Roma oltre che con il resto delle Chiese nel mondo”, per “chiarire le decisioni da prendere”. Ciò resta al di qua del documento romano citato, che afferma l’impossibilità per la Chiesa di procedere a tale benedizione.

La chiave alla fine sarà la reazione romana. Ma questa è in parte paralizzata dal Sinodo mondiale sulla sinodalità, perché i temi imposti dal Cammino sinodale si trovano più o meno nelle sintesi già fatte, e riaffioreranno inevitabilmente nelle discussioni. Ciò ritarderà una possibile reazione. E poi sarà troppo tardi, almeno per la Chiesa di Germania.

Fonte: fsspx.news

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