Una lettera di Martha Alegría Reichmann

Per quasi quarant’anni l’ambasciatore honduregno Alejandro Valladares è stato uno degli amici più stretti del cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, colui che sarebbe diventato il più stretto collaboratore di papa Francesco. Nel libro Sacri tradimenti, di cui Duc in altum si è occupato a più riprese, la vedova di Valladares rivela l’inquietante rete di corruzione finanziaria e morale emersa dopo la scomparsa dei risparmi familiari di una vita a seguito, secondo la denuncia di Martha, degli investimenti fasulli suggeriti dal cardinale: un affare che si è esteso fino ai più alti vertici del Vaticano e allo stesso papa Francesco.

Ora Martha Alegría de Valladares, che da anni chiede giustizia, ha scritto al blog per raccontare alcuni sviluppi della vicenda.

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di Martha Alegría Reichmann

Caro Valli,

mi rivolgo con questo articolo soprattutto a chi ha letto il mio libro Sacri tradimenti perché quello che racconterò è avvenuto quando il libro in italiano era già in fase di pubblicazione.

All’inizio del mio libro dico che il cardinale Rodríguez Maradiaga forse avrebbe cercato di calunniarmi ma che io avrei saputo difendermi.

In effetti, ha cercato di boicottare le mie interviste e i miei articoli utilizzando parenti e amici, ma, non riuscendo a farlo, è ricorso a ciò a cui ricorrono i codardi: la calunnia.

Pubblicamente non ha osato dire una parola per difendersi, ma in privato, a bassa voce, ha mormorato di nascosto, cercando di denigrarmi.

Per questo scopo si è servito anche del suo grande servo leale e fedele, occultatore e complice, il sacerdote Carlo Magno Nuñez, che giovanissimo fu espulso dal seminario San José de la Montaña, nella repubblica di San Salvador.

Dopo che fu espulso, Rodríguez mandò questo sacerdote in un seminario in Colombia e successivamente lo ordinò segretamente in Honduras, sebbene il nunzio di allora fosse contrario.

Mi hanno dato della pazza. Maradiaga ha osato dire che c’è un fascicolo su di me nell’ospedale psichiatrico Santa Rosita di Tegucigalpa e che dipendo da farmaci, psicologi e psichiatri. In realtà non ho mai messo piede in quell’ospedale.

La calunnia è contro il mio onore, un’arma comunemente usata da quel tipo di persone per cercare di denigrare, soprattutto le donne.

Sapevo che sarebbe andata così, e quando ne ho avuto le prove ho deciso di comparire davanti al Dicastero per la dottrina della fede per presentare la mia denuncia formale nei confronti dell’eminentissimo cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga per i reati di diffamazione, calunnia e rivelazione di segreto confessato, poiché ha trasformato qualcosa di puro, che non era peccato ma era un segreto, in qualcosa di peccaminoso, e tutto per perseguire i suoi scopi perversi.

Nel settembre 2022 sono stata convocata da monsignor Giuseppe Tonello su richiesta di sua eminenza il cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer per raccogliere la mia deposizione verbale e giurata. Ho confermato dettagliatamente tutto ciò che avevo riferito per iscritto e ho presentato prove.

Nel dicembre di quell’anno Rodríguez Maradiaga fu convocato, ma con la sua solita arroganza, in una riunione del clero a Tegucigalpa, disse ai sacerdoti quanto segue: “Mi hanno convocato a Roma, probabilmente per qualche cosa presentata contro di me, ma questo non mi preoccupa perché ho degli amici lì”.

Infatti è andato a Roma, ha parlato con chi doveva parlare per assicurarsi protezione e insabbiamento, e lì tutto si è fermato.

La rivelazione di un segreto confessato è grave. È un reato condannato dal diritto canonico con la pena della scomunica immediata.

È evidente che se Rodríguez Maradiaga si fosse sentito pulito e innocente avrebbe permesso che il processo continuasse il suo corso per dimostrare la sua innocenza. Ma poiché sapeva che sarebbe stato giudicato colpevole, ha deciso, come sempre, di proteggersi sotto il manto bianco, magico e paterno che per anni gli ha permesso di rimanere nella totale impunità.

Sapevo esattamente che sarebbe successo, ma volevo comunque intentare una causa per avere maggiori prove della terribile corruzione che prevale oggi in Vaticano.

Lì, dove l’onestà, la rettitudine e la giustizia dovrebbero regnare sotto la luce di nostro Signore Gesù Cristo, regna l’oscurità, emanando perennemente il “fumo di satana”.

 

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