Lettera da Tallinn / Così la Chiesa ortodossa russa viene discriminata. Nel silenzio generale

di Lorenzo Bozzoli

Caro Valli,

la seguo con attenzione e affetto condividendo le croci che ci sono riservate giornalmente, persino dal nostro clero.

Risiedo in Estonia da ventitré anni e questi sono giorni tristi per il Paese.

Il parlamento composto da socialisti e neocon della nota Kaja Kallas ha deciso di chiudere tutte le parrocchie e i luoghi di culto della Chiesa ortodossa russa d’Estonia se entro un mese non taglierà ogni legame con il patriarcato di Mosca.

Il metropolita di Tallinn, per quel che so un pio uomo, un buon prete poco incline alla politica e buon pastore del suo gregge… ma russo, fu espulso già un anno fa.

I politici promuovono matrimoni contro-natura, l’aborto imperversa, la crisi morde e ora decidono che si può pregare e adorare solo cosa vogliono loro, dove vogliono loro e come vogliono loro.

Io sono un cattolico praticante e ho la grazia di avere a poca distanza da casa una parrocchia della Fraternità sacerdotale San Pio X. Ogni settimana frequento due sante messe: il sabato quella riformata, in inglese; la domenica quella tradizionale, in latino, bellissima e fonte di serenità. Come cattolico, ringrazio il Signore per queste possibilità. Ora però mia moglie, russa nata in Estonia, e i miei figli non avranno più accesso ai sacramenti perché alcuni farisei hanno deciso che gli ortodossi russi sono pericolosi. Il tutto nell’assordante silenzio del mondo intero e perfino del vescovo e del clero cattolico.

Ho deciso che nella messa in inglese in cattedrale durante la preghiera dei fedeli denuncerò questa situazione. Non l’ho mai fatto, sono schivo, ma è ora che si dica la verità.

In Estonia il 37 per cento della popolazione è russofona e ortodossa. Una realtà viva, con le chiese piene di fedeli.

Nelle scuole russe l’anno scorso sono stati licenziati migliaia di insegnanti perché non super-fluenti in lingua estone. I programmi scolastici sono stati uniformati e imposti in lingua estone, creando scuole di serie A, le estoni, e di serie B, le russe.

Iscrivere un figlio di lingua russa alla prima elementare in una scuola estone è possibile sulla carta ma non nella realtà. Le richieste vengono respinte perché il bambino, sei anni, non parla in modo fluente la lingua estone.

Che Dio ci protegga e ci benedica di fronte al maligno e i suoi cani rabbiosi.

 

 

I miei ultimi libri

Sei un lettore di Duc in altum? Ti piace questo blog? Pensi che sia utile? Se vuoi sostenerlo, puoi fare una donazione utilizzando questo IBAN:

IT64Z0200820500000400192457
BIC/SWIFT: UNCRITM1D09
Beneficiario: Aldo Maria Valli
Causale: donazione volontaria per blog Duc in altum

Grazie!