
ll pericoloso precedente di una “consuetudo contra legem” che vìola la “Universi Dominici gregis”
di Lorenzo Gnavi Bertea
Dopo aver osservato centinaia di migliaia di telefonini che immortalavano le spoglie mortali del Sovrano Pontefice Francesco, oltraggiandone la memoria e calpestandone la sacralità del ruolo, anche attraverso la pratica deleteria e blasfema dei selfie, nella totale indifferenza della gendarmeria vaticana e degli addetti alla basilica di San Pietro, non ci si può non domandare a “qual pro” sia stato scritto l’articolo 30 (vedi sotto) della Costituzione apostolica Universi Dominici gregis circa la vacanza della Sede apostolica e l’elezione del Romano Pontefice.
Non possiamo non domandarci, inoltre, se in Vaticano esistano giuristi con una vaga cognizione dell’esistenza della citata normativa e se costoro si siano mai dati la pena di leggerla.
Date queste incredibili premesse, vengono i brividi a pensare che il prossimo conclave verrà gestito da persone che ignorano le norme supreme della Chiesa, quelle cioè che disciplinano l’elezione del Vicario di Cristo.
Non ci resta che confidare che lo Spirito Santo soffi tumultuoso e prenda il sopravvento sulla crassa ignoranza che serpeggia tra i sacri palazzi e che spazzi via ogni possibile rischio di violazione della legislazione apostolica vigente, così vanificando l’eventualità – tutt’altro che peregrina! – che il prossimo conclave venga impugnato per violazioni sostanziali o per irregolarità procedurali delle norme che ne disciplina lo svolgimento e che, quindi, venga dichiarato nullo.
Costituzione apostolica Universi Dominici gregis
Capitolo V, n. 30
A nessuno è lecito riprendere con alcun mezzo immagini del Sommo Pontefice sia infermo a letto sia defunto, né registrarne con alcuno strumento le parole per poi riprodurle. Se qualcuno, dopo la morte del Papa, vorrà farne delle fotografie a titolo di documentazione, dovrà chiederlo al Cardinale Camerlengo di Santa Romana Chiesa, il quale, però, non permetterà che siano eseguite fotografie al Sommo Pontefice se non rivestito degli abiti pontificali.