Lettera ai cardinali da un Figlio della Chiesa / “Chiedo un Papa che sia Papa”

di un Figlio della Chiesa

Cari cardinali,

è un umile e sconosciuto fedele cattolico che vi scrive, uno su un miliardo e 400 milioni dei cattolici sparsi per il globo. Vi scrivo per implorarvi, in vista del conclave che eleggerà il successore di Francesco, di scegliere un Papa che sia Papa.

Il vostro compito è grave: eleggere il Sommo Pontefice, il pastore di tutti i cattolici (e, in qualche modo, – che lo voglia o no – del mondo intero), il Vicario di Cristo, il Successore di Pietro, colui il cui dovere primario è confermare nella Fede. Di questa scelta vi verrà chiesto conto nel giorno del giudizio; vi sarà chiesto se nel compierla vi sarete fatti guidare dallo Spirito Santo oppure da logiche umane, mondane, politiche. Se avrete scelto un certo candidato perché di sicura fede, di ferma dottrina, di levatura morale insospettabile, o per continuare la rivoluzione di Francesco, aggiornare la Chiesa ai tempi moderni, aprire al sacerdozio femminile, aprire alle “famiglie arcobaleno” e così via.

Da pochi giorni è deceduto il Santo Padre, ed è necessario, per la salvezza delle anime e della Chiesa stessa, che il suo pontificato venga ben meditato per capire la strada da percorrere o, meglio, da non percorrere.

Molti di noi fedeli cattolici, che si sforzano di restare fedeli alla Chiesa e al suo insegnamento, sono stufi – e ancor più addolorati – dei molti, troppi errori del pontificato di Bergoglio (ma alcuni dei quali già compiuti dai predecessori). Francesco spesse volte si è valso del suo ruolo di Sommo Pontefice per veicolare idee personali e dottrine umane e innovative estranee alla Tradizione della Chiesa quando non contrarie ad essa. Per questo chiedo un Papa che sia Papa.

Chiedo un Papa che non si vergogni del Crocifisso quando incontra gli acattolici.

Chiedo un Papa che non li benedica in nome di un generico “Dio”, omettendo la formula trinitaria “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

Chiedo un Papa che non apra la strada all’apostasia sostenendo l’eresia indifferentista ovvero che “tutte le religioni sono vie verso Dio”.

Chiedo un Papa che non voglia sinodi per la mescolare la religione cattolica con il paganesimo, come nel caso del sinodo sull’Amazzonia. Che non partecipi a riti in cui un idolo pagano – la pachamama – viene portato in processione e messo al centro di un girotondo compiuto da sciamani e frati francescani e concluso con la loro prostrazione di fronte a esso. Un Papa che non solo non vi assista, ma neanche lo permetta; che sia memore del primo comandamento e dell’ammonimento di Cristo per coloro che scandalizzano i piccoli (Lc 17).

Chiedo un Papa che non voglia sinodi sulla sinodalità per discutere l’indiscutibile, come il sacerdozio femminile.

Chiedo un Papa che ribadisca con forza la morale cattolica, non che la stravolga con documenti prolissi, espressioni ambigue, note e notarelle che pretendono di dispensare dal rispetto di un comandamento e degli insegnamenti del Vangelo.

Un Papa che non chiami “delinquenti” i sacerdoti che rifiutano l’assoluzione ai peccatori impenitenti, e che non insegni la mancata necessità dell’accusa dei peccati.

Chiedo un Papa che condanni l’aborto coerentemente, non chiamando i medici abortisti “sicari” per poi elogiare una politica italiana, che di aborti ne ha compiuti di sua mano, chiamandola “una grande italiana” e dicendole, poco prima di morire, “porta avanti le nostre idee”.

Un Papa che sia veramente a favore della vita, non uno che mette in guardia le famiglie cattoliche dal “fare figli come conigli”.

Chiedo un Papa che metta al centro del suo pontificato Cristo, non i poveri, gli emarginati, gli immigrati, gli omosessuali, i transessuali, i divorziati-risposati, le donne, l’ambiente, la guerra, insomma – in una parola – l’uomo.

Chiedo un Papa che non cerchi di piacere al mondo, facendo sì che la propria persona risulti simpatica ma senza che a ciò segua alcuna conversione, alcuna vera aderenza a Cristo, alla Chiesa, alla Grazia.

Un Papa che non accolga chiunque, anche coloro che più apertamente calpestano il Vangelo, e poi mortifichi i cattolici fedeli alla Tradizione, aperti alla vita, impegnati a evangelizzare, così come i sacerdoti legati alla loro missione (e quindi al loro abito), difensori della liturgia in quanto legge della fede.

Chiedo un Papa che predichi veramente il Vangelo, la Grazia, la Redenzione, la Croce, il Paradiso, l’Inferno, il Purgatorio; che condanni con forza il peccato, il vizio, il male morale veicolato dalle leggi degli Stati, dalle idee dell’uomo moderno, dalle pratiche eugenetiche in ascesa (come l’eutanasia).

Chiedo un Papa che ribadisca la dottrina cattolica, riporti l’unità liturgica nella Chiesa e la liturgia alla Tradizione, confermi nella fede i fratelli, richiami all’unità i cristiani separati, eretici o scismatici, riporti a Cristo gli apostati e i non praticanti. Insomma un Papa che cerchi di convertire il mondo alla Chiesa, non la Chiesa al mondo.

Un Papa capace di superare il Concilio Vaticano II, meditandone i limiti, gli errori, i frutti (Matteo 7, 16-20; Luca 6, 43-44).

Chiedo un Papa che sia Papa, e che adempia fino in fondo alle parole di Cristo: «E tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22).

«Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Matteo 28).

Che lo Spirito Santo vi illumini

Un figlio della Chiesa

 

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