
Il conclave e l’amara verità
di Fabio Battiston
Caro Aldo Maria,
l’intervista di Steve Bannon a monsignor Viganò (qui), ha consentito per l’ennesima volta al nostro amato prelato di descrivere e chiarire in modo incontrovertibile una verità che da anni dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti. E il bello è che si tratta di una realtà talmente evidente da non potersi ritenere falsa o ingannevole. Eppure sfugge alla mia umana comprensione come siano in primo luogo molti cattolici a non volerla percepire. Già, quella massa di individui – dalla cultura, intelligenza e conoscenza diversissime – che si ostinano a non vedere, non parlare e non sentire. Chissà perché!
Questa incredibile noncuranza (chiamiamola così) porta anche autorevoli esponenti e sigle del conservatorismo cattolico a trattare il dopo-Bergoglio con coordinate antiche, le stesse di quando la Chiesa cattolica non era ancora sotto quell’attacco – dall’interno e dall’esterno – che nei suoi tempi, modi e strategie è stato così lucidamente descritto da Viganò. Personalmente le sue parole non aggiungono nulla di nuovo – rappresentando semmai una robusta conferma di quanto anche il sottoscritto va da diversi anni proponendo – a uno scenario che dovrebbe risvegliare anche gli animi più sopiti o pavidi. Un contesto, è bene non dimenticarlo mai, che ha trovato la sua costante e pedissequa applicazione in molti altri ambiti che peraltro il Monsignore ha in buona parte citato: dalle strategie Covid all’emergenza eco-climatica, dallo spettro della guerra globale alla creazione artificiosa di minacce portate da improbabili nemici politici e militari, fino all’infame giustificazionismo di fronte alle più tremende e assassine politiche green imposteci a livello globale.
Come rispondiamo, da credenti, a tutto ciò che Viganò ha così brutalmente, ma al tempo stesso lucidamente, messo sul tappeto? Vogliamo continuare anche noi ad attendere con trepidazione, sotto quel balcone ormai saldamente occupato dal demonio e dai suoi alleati del deep state, l’emozionante Habemus Papam con cui ci verrà annunciato il nome del prossimo impostore? Un individuo eletto da una stragrande maggioranza di lacchè a loro volta designati da quel gesuita che, come ha correttamente sottolineato il Monsignore, non ha fatto altro che obbedire servilmente agli ordini di un potere massonico, neo pagano e globalista; una “governance” dispotica che aveva bellamente appollaiato Jorge Bergoglio su un trono ormai reso sacrilego dal golpe preternaturale che aveva spodestato Papa Ratzinger. E noi tutti ben sappiamo come Franciscus abbia diligentemente svolto i compiti affidatigli e di quali nefandezze – dottrinali, liturgiche e pastorali – egli si sia macchiato in soli dodici anni di inaudita tirannia.
Personalmente, la mia risposta a quanto Viganò ci ha sottoposto è di schierarmi decisamente con lui e contro coloro – e sono purtroppo la stragrande maggioranza – che tra breve occuperanno la Cappella Sistina (di fatto profanandola) per decidere a chi affidare la nuova mannaia con la quale assestare un ulteriore e forse decisivo colpo alla chiesa cattolica temporale. L’ingresso trionfale dei traditori nella Sistina replicherà in modo ben più grave la profanazione compiuta nella Chiesa della Traspontina, in via della Conciliazione, quando nell’ottobre 2019 la statua pagana della pachamama fu portata in gaudente processione da un nugolo di pseudo-prelati.
Quanto vorrei che i pochi cardinali elettori a noi vicini compissero un gesto di grande coraggio e di fede nel Dio Trinitario, rifiutandosi di partecipare ad una elezione-farsa, a un tetro e sulfureo sabba da cui far uscire un altro falso profeta. Sarebbe un evento di portata grandiosa per l’intera cattolicità. Purtroppo, sono certo che non lo faranno.
Questo, invece, è proprio il tempo di decidere e di agire. Ne va di mezzo la nostra Salvezza di credenti e poveri peccatori. Questo è ciò che penso.