Cronache dal futuro / Quel conclave del 2225

Avvertenza: il presente racconto contiene sarcasmo. In caso di allergia al sarcasmo, se ne sconsiglia la lettura.

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L’anno 2213 si segnalò per l’elezione di Francesco X, detto Iron Pope, il primo papa umanoide. Il quale, a dirla tutta, non fu proprio un grande papa.

Nessun pregiudizio contro gli androidi, ci mancherebbe. Sappiamo bene che sono utili e spesso assai più intelligenti degli umani (non che ci voglia molto). Solo che quel primo papa umanoide mostrò segni inequivocabili di schizofrenia.

Costruito in una factory del Sudamerica, era mansueto e misericordioso in pubblico, ma duro e spietato in privato.

La sua percezione della realtà era distorta. Attaccava chi voleva il bene del papato e proteggeva chi invece era un pessimo servitore. Perdeva il contatto con il mondo reale e se ne costruiva uno tutto suo. Era ossessionato da falsi problemi come quello che lui chiamava chiacchiericcio. Comportamenti contraddittori, linguaggio disorganizzato, deficit cognitivi, affettività compressa, socialità deviata (celebre fu un suo schiaffo a una povera signora durante un giro nella Piazza dell’Accoglienza, già Piazza San Pietro): si può dire che con quell’androide gli ingegneri non fecero un gran lavoro.

Tuttavia, nonostante i difetti di fabbricazione, gran parte della stampa idolatrò Iron Pope, al quale, da parte sua, piaceva non poco ricevere l’applauso del mondo.

Da quel tipo di schizofrenia gli androidi potevano essere curati: terapia cognitiva e riabilitazione psicosociale. E funzionava. Ma Iron Pope non ne volle mai sapere, e chi umilmente gli chiedeva di farsi registrare i circuiti veniva puntualmente punito.

Poi – si era nel 2225 – Iron Pope da un giorno all’altro sparì. Dissero che lo stavano aggiustando, ma non ci fu niente da fare. Gli ingegneri diaconi ne annunciarono la fine. Generale fu il cordoglio.

Nel corso della Cerimonia del Ricordo un cardinale lo esaltò. Molti osservatori dissero: “Non si potrà tornare indietro”. Era la cosiddetta linea della continuità. I conservatori chiedevano invece il ritorno a un papa umano.

Ma nel frattempo le cose si erano complicate, perché gli androidi di ultimissima generazione erano del tutto indistinguibili dagli umani.

Si vociferava che tra i cardinali riuniti nella bolla conclavaria, protetta da un campo di forza, ci fossero anche alcuni androidi, ma la loro identità non era certa. Umanoide, dicevano alcuni a mezza bocca, era il segretario di Stato, e forse anche quel cardinale filippino che rideva e piangeva come se qualche circuito fosse saltato.

Fu l’anziano cardinale cinese a parlare senza peli sulla lingua. Riferito al segretario di Stato disse: “Ma guardatelo. Come può essere un umano? Mente sapendo di mentire”. Dichiarazione che fece un certo scalpore.

A un cardinale, a causa di certe pendenze giudiziarie, fu vietato l’ingresso nella bolla. Era stato Iron Pope a decidere così? Non fu mai chiaro. Il cardinale provò a entrare, ma il campo di forza lo respinse con violenza. Alla fine il poveretto ci rinunciò lanciando imprecazioni nella sua oscura lingua madre e annunciando sventure, sia per gli umani sia per gli androidi. Ma qualcuno sosteneva che lui stesso fosse un androide, seppure di piccola taglia.

Un cardinale si lamentò. nessuno mi ha invitato a entrare nella bolla conclavaria. Un altro, pur di entrare, si fece ringiovanire. Erano secoli bui.

Un vecchio cardinale dalla lunga esperienza (pensate: era nato quando era ancora possibile distinguere un androide da un umano) disse a un giornale: “Serve un papa buono”. Ma non entrò nella questione più spinosa: umano o umanoide?

In quel 2225, che era anche Anno dell’Amicizia Universale (una volta detto anno santo) i cardinali con diritto di voto erano 535, quindici in più rispetto al limite stabilito dalla legge. Tra i canonisti ci fu dunque dibattito. Le norme prevedevano che il limite dei 520 dovesse essere rispettato, ma prevedevano nello stesso tempo che tutti i cardinali dovessero entrare nella bolla conclavaria. Un bel pasticcio. Il papa androide, forse non ben programmato, aveva decisamente esagerato nel creare cardinali, e ora c’era questo dilemma.

Il camerlengo provò a suggerire di ammettere solo gli umani e non gli umanoidi, ma la proposta suscitò una forte opposizione: sapeva troppo di discriminazione, specie dopo il regno di Iron Pope,che diceva sempre todos, todos, todos.

Un canonista propose allora di fare l’opposto: ammettere solo gli umanoidi e non gli umani, ma l’ala conservatrice insorse: va bene il rinnovamento, ma c’è un limite a tutto. E poi, comunque, c’era il problema nuovo: come distinguere esattamente gli umanoidi e gli umani dal momento che ormai erano uguali?

In quei momenti concitati qualcuno suggerì di cercare un candidato di compromesso. Tipo un umano che avesse qualcosa dell’androide, o un androide che avesse qualcosa di umano. Ma i tentativi fallirono uno dopo l’altro, perché era ormai impossibile stabilire confini certi e il dubbio affiorava sempre: quel tale candidato chi era veramente? Anzi, cos’era veramente?

Il dicastero vaticano per l’intelligenza artificiale, che aveva il compito di sviluppare ragionamenti (abilità sempre meno diffusa in quel tempo) fu interpellato a più riprese, ma senza grandi risultati. Quei cervelloni ragionavano anche troppo ed erano inconcludenti.

Si fece avanti la start up che aveva dato origine a Iron Pope: su richiesta, sarebbe stata in grado di produrre un papa ben più efficiente. I loro androidi, dissero, potevano essere programmati per rispondere a ogni esigenza. Ma nessuno raccolse la proposta. Un cardinale (presumibilmente umano) commentò: “Vogliamo forse ricadere in quella cosa chiamata sinodalità? Solo un androide avrebbe potuto immaginarla”.

Alla vigilia della bolla conclavaria un cardinale noto come progressista e inclusivo si mise a girare in bicicletta automatica intorno al Vaticano, così da farsi intercettare dai giornalisti e garantirsi una certa pubblicità. Fu infatti intervistato ripetutamente, ma commise un errore fatale. Parlando dei suoi progetti, a un certo punto dichiarò: “Come segretario del Pd aprirò agli ultimi e agli esclusi”. Segretario del Pd? Accortosi del lapsus, cercò di rimediare, ma ormai era tardi. Lo videro andarsene via sconsolato. Un giornalista disse: “Agli umanoidi a volte succede. Basta un contatto fuori posto nel circuito integrato e… puf”.

Il conclave fu estenuante, ma alla fine, come sapete, il successore di Iron Pope fu trovato.

E quel cardinale del lapsus? Fu preso come segretario del Pd. Perché il suo progetto, in fondo, al partito andava benissimo.

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