Un filippino, ma non è Tagle. David, il candidato dell’ultima ora. Molto sinodale

Un papa filippino, ma non di curia e caratterialmente più deciso del connazionale Luis Antonio Tagle, tanto da essere stato inviso al regime di Rodrigo Duterte di cui ha coraggiosamente denunciato abusi e gravi violazioni dei diritti umani.

La scelta del conclave potrebbe cadere sul cardinale Pablo Virgilio Siongco David, vescovo di Kalookan nelle Filippine, nato a Betis, Guagua, Pampanga, nell’arcidiocesi metropolitana di San Fernando, il 2 marzo 1959. È stato ordinato sacerdote il 12 marzo 1983 e successivamente dal 1986 al 1991 ha studiato all’estero, conseguendo la licenza e il dottorato in Sacra teologia presso la Katholieke Universiteit di Lovanio, e frequentando i corsi dell’Ecole Biblique a Gerusalemme.

Rientrato nelle Filippine, è stato direttore del Dipartimento di Teologia del seminario di San Fernando dove è stato anche docente di Sacra Scrittura. Poi è stato eletto vice-presidente dell’Associazione dei biblisti cattolici delle Filippine e dell’Archdiocesan Media Apostolate Networks.

Nominato nel 2006 ausiliare di San Fernando da Benedetto XVI, è stato consacrato il 10 luglio successivo. Il 14 ottobre 2015 è stato nominato Vescovo di Kalookan. Nove anni dopo, il 6 ottobre 2024, Francesco ha annunciato che avrebbe tenuto un concistoro a dicembre per creare ventuno nuovi cardinali, e lo ha incluso nella lista tenendo presente probabilmente i momenti difficili da lui vissuti sotto il regime di Rodrigo Duterte, ricevendo minacce di morte per il suo impegno a difesa dei diritti umani e delle vittime della guerra alla droga.

In più occasioni, David ha raccontato di aver temuto per la propria incolumità, ma ha continuato la missione pastorale con determinazione, sostenendo che la Chiesa ha il dovere di proteggere i più vulnerabili.

Come altri, il neo cardinale David non aveva ricevuto alcun preavviso della decisione del papa. In un’intervista alla rivista “America”, la pubblicazione dei gesuiti Usa, ha raccontato di averlo saputo solo quando qualcuno gli ha mandato un messaggio di congratulazioni.

Riflettendo sulla sua nomina, nell’intervista il cardinale David dice: “Non mi sono mai avvicinato molto a Papa Francesco. Ma penso che forse sia stato per il mio coinvolgimento nel sinodo”. È stato infatti eletto dai vescovi filippini come delegato al sinodo e, in questa veste, ha partecipato all’assemblea continentale del sinodo per l’Asia. Durante le riunioni del sinodo romano è stato eletto al comitato per le comunicazioni e, nella seconda sessione, al consiglio post-sinodale.

Da cardinale ha dichiarato di essersi fortemente ispirato a Papa Francesco. Lo colpì il primo discorso di Bergoglio, sulla Chiesa che non deve essere autoreferenziale e Gesù che bussa alla porta per uscire: “Ciò che è più cattolico è davvero la capacità di essere sinodale, di camminare non solo con i fratelli cattolici, non solo con i fratelli cristiani, non solo con i fratelli credenti, ma con ogni altro essere umano sulla terra”. Il processo sinodale, dice, non si arresterà: “La sinodalità è oltre Francesco, perché il sinodo è il Vaticano II. Francesco ha semplicemente preso sul serio il Vaticano II”.

Interrogato sulla sua visione per il futuro della Chiesa, David esprime la speranza che il prossimo papa “implementerà il documento finale del sinodo sulla sinodalità e prenderà molto sul serio il rinnovamento della Chiesa nel Concilio Vaticano II”, continuando l’opera di una “chiesa più inclusiva, una chiesa che esce verso le periferie, una chiesa che è come un ospedale da campo per i feriti”.

Fonte: Agi

 

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