Opinione / Mora: “Leone XIV e l’inganno universale”

Prosegue serrato su Duc in altum il confronto fra diverse idee a proposito dell’elezione di Leone XIV. Qui un nuovo contributo di Martino Mora.

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di Martino Mora

La Curia bergogliana ha compiuto un vero capolavoro.

I suoi esponenti hanno scelto un cardinale di Curia, semisconosciuto, bergogliano, vaccinista, immigrazionista radicale, ma dai modi educati. E garbati.

Hanno tenuto celata la sua candidatura al conclave, ben nascosta dietro a quella, di facciata, del segretario di Stato, Pietro Parolin.

L’hanno eletto alla velocità della luce (solo quattro scrutini). Cosa impossibile se la candidatura non fosse stata pianificata.

Gli hanno fatto scegliere un nome preconciliare: Leone. Gli hanno fatto indossare la mozzetta e la stola. Ed ecco il nuovo Leone, anzi il nuovo san Pio X.

Il tutto per riassorbire il dissenso a “destra” di Bergoglio, contando sulla complicità spettacolare e vergognosa dei media teocons, l’ala destra del regime liberalcapitalista e delle sue menzogne.

Ora le cassa vuote si riempiranno con i soldi dei conservatori americani, disgustati da Bergoglio ma elettrizzati dal nuovo pontefice statunitense (guarda un po’ la combinazione!).

I modernisti, che hanno sostituito da tempo il Dio trino col dio quattrino, e lo Spirito Santo col lo spirito del tempi, gongolano.

Gli allocchi ci stanno cascando in massa.

Alle prime parole del nuovo Papa contro aborto e gender il capolavoro sarà completo. Ai fedeli “conservatori” basta infatti il minimo sindacale per scatenare la papolatria. forzatamente repressa negli ultimi anni. Lo stanno già facendo.

Viviamo nel tempo dell’inganno universale.

 

 

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