
Lettere a “Duc in altum” / Le vostre voci
Carissimo Aldo Maria Valli,
nei media, ma anche tra la gente comune, c’è un gran parlare della figura di Papa Leone XIV. Un parlare gravido di speranza e serenità, come dopo una tempesta. Anche sul suo blog non sono pochi gli interventi e i commenti favorevoli e fiduciosi nei confronti del nuovo Papa. Ma al di là dell’entusiasmo e dell’innamoramento immediato e spontaneo che suscita l’elezione di un nuovo Papa, cosa che ha coinvolto anche me, vorrei mettere da parte i sentimenti e cercare di usare un po’ di logica.
Non posso per questo non rivolgere, in primis a me stesso, la domanda: la Declaratio di Benedetto XVI è valida? Di conseguenza, l’elezione di Bergoglio è stata legittima? Sono domande che continuano a pesare.
L’agire di Bergoglio ha suscitato non poche perplessità in merito alla sua ortodossia dottrinale. Con le sue dichiarazioni e i suoi documenti è forse caduto in eresia? Dalla risposta a tali domande dipende anche la validità e la legittimità dell’elezione di Leone XIV.
La seguo sempre con grande interesse e affetto.
Pietro
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Caro Valli,
sa che le dico? Non appena mi accorgo che le lettere di alcuni lettori sono “contro”, smetto di leggere. Che guardino i fatti, questi perenni scontenti. E piuttosto si leggano il testo del saluto rivolto dal Papa alle chiese orientali presenti a Roma per il giubileo. Un testo splendido, parole mai più udite da tempo immemorabile, tant’è che fanno sperare anche in una rinnovata attenzione alla nostra messa antica, preziosa anch’essa in tutta la sua consistenza.
E lei non se la prenda se qualcuno la critica per la sua positiva e onesta valutazione delle prime azioni “leonine”. Valutazione che personalmente ho apprezzato tantissimo.
La ringrazio ancora di tutto.
Antonina Sìcari
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Egregio e ammirevole Aldo Maria Valli,
san Giovanni Bosco, che se ne intendeva, insegnava ai suoi amati giovani a gridare “Viva il Papa!” (non “viva Pio IX!). Quindi anch’io non acclamo “Viva Leone XIV!” bensì “Viva il papa!” (non lo facevo più dalla sera del 13 marzo 2013).
E per uno come me, cresciuto “inde a pueritia mea” quale cattolico apostolico romano guelfo e papalino non è poco (dall’11 febbraio 2013 sono semplicemente cattolico apostolico romano, non vaticano).
Due considerazioni sull’attualità, da cattolico marginale quale sono, ben consapevole che la Storia ha i suoi corsi e ricorsi di vichiana memoria, ma non si ripete mai identica (casomai dalla tragedia si muta in farsa, cfr. quel poveretto di Karl Marx).
- Al tempo della rivoluzione francese – inizio dell’evo moderno perdurante – la Convenzione nazionale abolì la Monarchia, instaurò la Repubblica e poi naufragò nel Terrore roberspierriano. Dipoi salì al potere il quintuplice Direttorio, il quale risanò sì le disastrate finanze statali ma fallì politicamente e fu spazzato via dal Consolato napoleonico poi tramutatosi in Impero.
Ed eccoci all’oggi nella Chiesa ufficiale: dopo il Vaticano II (cfr. Convenzione nazionale) e il Terrore del bergogliano Comitato di salute pubblica, è forse salito alla ribalta il Direttorio della sinodalità mitigata? Il quale ha probabilmente le carte in regola per rimettere in sesto le disastrate finanze vaticane, ma le avrà altrettanto per restaurare l’unità della Chiesa nella fede cattolica, cioè nella Verità che sola libera? Sarà “vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza” (come poetò Don Lisander subito dopo il “Cinque maggio 1821” dello sconfitto Bonaparte).
- L’inerme san Leone primo non solo salvò Roma dagli Unni di Attila e dai Vandali di Genserico ma soprattutto preservò l’unità della Santa Chiesa contro l’eresia monofisita di Eutiche. A poco sarebbe servito mantenere in piedi l’Urbe e perfino salvaguardare le vite fisiche dei romani se poi le anime si fossero eternamente perdute a causa di una falsa dottrina cristologica.
Così dall’8 maggio 2025: bene assumere il nome di Leone preoccupandosi dei danni che l’avvento dell’Intelligenza Artificiale potrebbe arrecare, ma se contemporaneamente non si riesce innanzitutto a rinsaldare l’unità della Santa Chiesa nella professione della fede cattolica – cioè nella Verità che salva – a nulla vale tutto il resto.
Iddio la benedica e la ricompensi per il grande bene che opera attraverso il mite esercizio della carità intellettuale, oggi negletta dai più.
Lettera firmata
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Caro Aldo Maria Valli,
mi inserisco nel dibattito su Papa Leone XIV aggiungendo una piccola particolarità magari banale ma che non mi pare sia stata notata.
Nel suo primo “Regina Coeli”, Papa Leone XIV non ha salutato né con il cristiano “Laudetur Jesus Christus” o “Sia lodato Gesù Cristo”, ma con un semplice e civile saluto del mondo, un “buona domenica” che ricorda il “buongiorno” e “buonasera” di Bergoglio.
Bello il saluto pasquale di Cristo risorto, “La pace sia con tutti voi”, rivolto la sera dell’elezione.
Tra i cattolici conservatori e tradizionalisti c’è una vera spaccatura rispetto a Papa Leone XIV. Tantissime opinioni in completa opposizione. Io per ora resto prudente e non prendo posizione né a favore né a sfavore: è troppo presto. Capisco l’impossibilità di non parlarne e il desiderio di esprimersi, ma ci vuole pazienza e occorre aspettare. Dobbiamo essere prudenti.
Grazie di tutto.
Patrick
Estimado Aldo,
te agradezco tus centradas palabras y opiniones sobre el nuevo Papa por el que debemos rezar día a día. He visto canales de internet supuestamente dominantes que están llenos de odio y críticas recalcitrantes al Papa León y los comentarios son iguales o peores. Quieren poco menos que llegar con capa y espada a cortar cabezas y restaurar el orden institucional eclesial.
Alberto
dal Sud del Cile