Su Leone XIV e la linea di “Duc in altum”

di Aldo Maria Valli

“Duc in altum” è un blog che può piacere o non piacere, ma penso che nessuno possa dire che il suo titolare, ovvero il sottoscritto, sia uno che ciurla nel manico. Cerco sempre di essere sincero, e lo faccio anche ora rispondendo a chi mi sta accusando di incoerenza. Da dove nasce questa accusa?

  1. Dal fatto che prima ho detto di sentirmi estraneo al conclave che stava per iniziare e poi ho accolto con favore l’elezione di Leone XIV, sostenendo che è il papa giusto in questo momento.
  2. Dal fatto che da un lato sostengo Leone XIV e dall’altro ospito interventi, anche molto duri, contro di lui e la sua elezione.

Dunque, perché queste contraddizioni?

Potrei rispondere, con Ennio Flaiano, che “il peggio che può capitare a un genio è di essere compreso”, ma non voglio montarmi la testa.

Dunque circa il punto 1 rispondo che sì, in effetti, al sottoscritto succede di essere contraddittorio. E nei giorni del conclave, prima e dopo, mi è ricapitato. Alla vigilia effettivamente avvertivo un senso di estraneità perché, arrivando dai lunghi anni di cattività bergogliana, ero stanco, disilluso e anche un po’ alterato (prego, apprezzare l’eufemismo). Poi però, non appena è apparso Leone, tutto è svanito e me ne sono innamorato. L’ho già detto: nei confronti dei papi nuovi ho l’innamoramento facile. Ma penso sia una caratteristica comune a molti cattolici che, in quanto tali, vogliono bene al papa e proprio non ce la fanno a mantenersi freddi o, peggio, a essere sospettosi. Sono uno di quei cattolici che, all’apparire del nuovo successore di Pietro, prima ancora di aver messo in funzione il cervello subito gridano “viva il papa!”. Riflesso condizionato? Forse. Preferisco pensare sia un atto d’amore.

Circa il punto 2 la spiegazione è ancora più semplice. Io la penso come ho detto negli articoli di questi ultimi giorni. Leone XIV mi è piaciuto subito, prima di tutto per il nome che ha scelto e poi per come si è presentato. Inoltre, siccome so che la sua elezione è stata il frutto di un lungo e complicato lavoro, iniziato ben prima della morte di Jorge Mario Bergoglio e condotto da chi senz’altro vuole il bene della Chiesa e ha fatto di tutto per evitare il peggio (un Francesco II), penso che ora Leone vada sostenuto e non osteggiato. Ecco perché ho scritto un pezzo intitolato “Non sparate su Leone”.

Ma allora, direte voi, perché nel tuo blog ospiti articoli, come quelli di Martino Mora, che vanno nella direzione opposta alla tua e attaccano Leone e la sua elezione? Rispondo subito: li ospito perché, pur pensandola diversamente, ho stima di amici in gamba come Martino Mora, Fabio Battiston e altri, e perché vorrei che il mio piccolo blog potesse diventare sempre di più un luogo di confronto onesto e sincero. Non c’è altra spiegazione. Non ho interessi da difendere, non ho chissà quali retropensieri, non sto macchinando, non sono pilotato (questa l’accusa che mi rattrista di più, ma formulata evidentemente da chi non mi conosce affatto).

Sono stato chiaro? Spero di sì.

Se ora mi chiedete se continuerò a pubblicare articoli critici verso Leone XIV, la mia risposta è sì. Ma sempre, come sto facendo, premettendo al titolo la parola “Opinione”, perché si veda subito che si tratta di un contributo al dibattito, non della mia idea e della linea del blog.

So bene che per noi italiani (grazie di nuovo, caro Flaiano) la via più breve fra due punti è l’arabesco, ma io di arabescare non son capace. Prendere o lasciare. Di blog è piena la rete, e qui su “Duc in altum” non vi trattiene nessuno.

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