
Meditazione / Il comandamento nuovo
Che vi amiate gli uni gli altri
Gv 13,31-35
di Eremita
Questo brano del Vangelo ci mette davanti a un momento decisivo nella vita di Gesù. È la notte del tradimento, il momento in cui Giuda esce dal cenacolo per compiere ciò che ha nel cuore. E proprio quando Giuda esce, quando si compie il mistero dell’iniquità, Gesù pronuncia parole che ci spiazzano: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato». È come dire che la gloria di Dio si manifesta nel momento della consegna, della croce, dell’apparente sconfitta.
Noi pensiamo alla gloria come al successo, al trionfo, alla potenza. Invece Gesù ci mostra che la gloria del Padre si rivela nella donazione, nell’umiliazione, nella croce. Questo è uno scandalo per la nostra carne, ma è la sapienza di Dio. Dio è glorificato proprio lì, nel momento in cui Gesù si lascia consegnare per amore. E per questo Dio glorificherà anche lui, lo glorificherà subito: non con una vendetta, ma con la risurrezione, con la vita che vince la morte, con l’amore che non viene meno.
Gesù si rivolge ai suoi discepoli con un tono intimo, tenero, li chiama “figlioli”. È come un padre che sa di dover lasciare i suoi figli. E lascia loro un testamento, un comandamento nuovo. Ma attenzione, non è nuovo perché l’amore prima non esisteva. Anche la Legge diceva: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Ma Gesù va oltre. Dice: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri». Questo è il punto. Non ci chiede di amare in modo generico, o secondo le nostre capacità. Ci chiede di amare come lui ci ha amato.
E come ci ha amato Gesù? Ci ha amato fino alla fine. Fino al dono della vita. Fino a lavare i piedi ai discepoli, compreso Giuda. Fino a prendere su di sé i peccati di tutti. Questo amore non è umano, non viene da noi. È l’amore di Dio. E solo se riceviamo questo amore, se ci lasciamo amare da Cristo così come siamo, peccatori, infedeli, possiamo cominciare anche noi ad amare gli altri.
Per questo è fondamentale il cammino. Il cammino serve a farci fare esperienza di questo amore gratuito di Dio. Non possiamo amare come Cristo ci ha amato se prima non sperimentiamo sulla nostra carne questo amore. Se non vediamo che Cristo ci ha amato quando eravamo nel fango, quando lo abbiamo tradito, quando eravamo lontani. Solo se ci lasciamo amare nel nostro peccato possiamo poi cominciare ad amare l’altro, non per quello che fa, ma per quello che è: un figlio di Dio.
E conclude dicendo: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Non dice: se conoscete la Bibbia, se frequentate la Chiesa, se fate opere buone. Dice: se avete amore. È da questo che si vede se siamo discepoli di Cristo. Non da ciò che diciamo, ma da come viviamo. Il mondo ha bisogno di vedere comunità in cui si vive questo amore. Dove si perdona, si accoglie l’altro, si condivide la vita. Questo amore è il segno. E il mondo crederà se vedrà questo amore.
Chiediamo al Signore di poter accogliere questo comandamento non come un peso, ma come una grazia. Chiediamo di poter ricevere il suo amore nella nostra povertà, per diventare capaci di amare come lui. Perché questa è la vita vera: amare ed essere amati in Cristo.
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Apriti a Gesù. Lui solo può guarirti
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Il Regno di Dio e la chiamata a evangelizzare
L’unico peccato che non sarà perdonato
L’amore infinito della Santissima Trinità
Chiamati più che mai ad aprire il cuore allo Spirito Santo
Ci interessa il giudizio del mondo o il giudizio di Dio?
Ascoltare la voce dello Spirito Santo
La strada da percorrere. Se vogliamo essere salvati
Qualunque sia il tuo idolo, con Gesù esci dalla tenebra
La potenza dell’amore di Gesù non conosce ostacoli
Perché piangi? Gesù è risorto! Veramente risorto!
Questa Parola potente è proprio per te