
Lettera a “Duc in altum” / Se il vescovo combatte la comunione in bocca
Caro Valli,
il vescovo di Andria, monsignor Luigi Mansi, andando contro le regole stabilite anche dal tanto discusso Concilio Vaticano II, afferma che la comunione va ricevuta solo sulla mano, e a giustificazione adduce futili motivi di natura medica, ossia pericolo di infezioni. Inoltre, sostiene che i fedeli che vogliono accedere al Sacramento secondo tradizione vanno accompagnati al discernimento, e in proposito utilizza strumentalmente le parole di Gesù «prendete e mangiatene tutti».
Ricordo che, come monsignor Mansi, la Domenica di Pasqua anche monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, rimproverò, in modo invero poco misericordioso, coloro che avevano osato chiedere di ricevere il Corpo di Nostro Signore secondo la tradizione, esprimendo tesi alquanto fasulle e contravvenendo ai documenti conciliari che alcuni di questi vescovi modernisti dicono di seguire pedissequamente.
Tali posizioni vanno combattute strenuamente perché si pongono contro i documenti della Chiesa. Spero che in proposito il nuovo Pontefice, Leone XIV, vorrà intervenire affinché certe prese di posizione non possano più verificarsi e il fedele sia libero di ricevere la comunione sulla lingua, senza assurde imposizioni.
Renato Maria Mazza