
Lettere a “Duc in altum” / Papa Leone e le vostre voci
Cari amici di “Duc in altum”, dopo la pubblicazione (qui) dell’articolo “Dialogo su papa Leone con tre amici”, stanno arrivando numerose le vostre riflessioni e testimonianze. Eccone alcune.
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Stimatissimo Aldo Maria,
da povera anziana suora, sto interamente con l’amico attendista. Cerco di sapere tutto quello che il Papa dice e fa, e lo confronto con la Parola di Dio, pregando lo Spirito Santo che lo consacri e ci consacri nella Verità.
Speriamo e preghiamo, chiedendo nel Nome di Gesù!
In comunione nel Signore che illumina quanto occorre chi vuol rimanere sempre in Lui,
Suor M. A.
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Caro Valli,
vuole sapere che cosa rappresenta Leone XIV? Non la soluzione del problema, ma la normalizzazione del problema. Sotto papa Bergoglio siamo stati perseguitati. Sotto papa Prevost saremo uniformati. Con un sorriso, con delicatezza, ma in modo inesorabile.
Ecco perché i cattolici tradizionalisti che all’apparire di Leone hanno tirato un sospiro di sollievo stanno sbagliando. Un grosso errore. Perché ora il neo-modernismo cercherà di inglobarli.
La strategia è anche psicologica. Dopo gli anni bergogliani c’è molta voglia di pace, di tranquillità, di normalità. E Leone sfrutterà questo desiderio. Magari farà anche qualche concessione. Ma la rotta resterà la stessa.
Anche nella Chiesa, come nel mondo, c’è chi manovra la finestra di Overton. Che si sta spostando implacabilmente. E se sotto Bergoglio lo spostamento avveniva a forza di strattoni, ora avverrà in modo dolce, quasi impercettibile. Ma continuerà.
Sa qual è il vero obiettivo dei modernisti? Vogliono che le prossime generazioni non abbiano nemmeno più memoria della retta dottrina e della morale cattolica. Ci sono quasi arrivati. E per questo ora c’è Leone.
Ma… c’è un ma: la liturgia. La Messa tradizionale attira, i giovani la frequentano, intere famiglie ci vanno con bambini al seguito. Giovani preti la imparano e la celebrano. E questo per loro, per i nemici della Tradizione, è il grande problema.
Che cosa decideranno? Secondo me, anche sotto questo aspetto la strategia sarà di dolce assimilazione. Sorrisi, parole benevole, qualche concessione. Con l’obiettivo di assorbire il tradizionalismo e così disinnescarlo. Dopo il bastone, la carota.
Il veleno non sarà più inoculato in modo aperto e perfino beffardo come sotto Bergoglio. Ci verrà riversato nelle vene amichevolmente. Si mostreranno indulgenti, comprensivi. Ma sempre veleno sarà.
In mancanza di un novello Lefebvre, chi potrà alzare la voce per denunciare la manovra? Vedo un solo nome: monsignor Viganò.
Riccardo
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Mio caro Aldo Maria,
a proposito di no, sì e non so sul papa [qui il tuo articolo], sai che cosa penso io?
Non riesco assolutamente a fidarmi di Leone. Non è l’abito che fa il monaco. E il mio istinto, nel corso di cinquantasette anni, non mi ha mai tradita.
Infatti, ho accettato da subito l’invito/proposta/iniziativa (chiamala come vuoi) di Investigatore Biblico – a me molto caro – di dedicare un’ora a settimana di Adorazione silenziosa davanti al Tabernacolo, proprio per Leone XIV, perché nostro Signore Gesù Cristo lo confermi nella Fede, lo converta lì dove ci fosse bisogno, lo tenga lontano da certi ambienti e lo protegga da tutti i demoni e dalla parte malefica della gerarchia di nostra Madre Chiesa.
Al netto di tutto ciò, sono comunque molto più che sicura che soffriremo ancora e parecchio.
Anch’io spero di assistere nell’immediatezza a veri cambiamenti, a un’inversione di rotta, ma so che non sarà così. Dobbiamo portare la croce e credimi, per noi cattolici sine glossa, senza se e senza ma, sarà molto pesante!
Solo Dio potrà cambiare lo stato di cose che si è creato nella nostra Chiesa negli ultimi sessant’anni. Sono veramente schifata dalle messe che non sono Messe e da sacerdoti non santi, showmen al soldo di una ong.
Ho girato l’Italia: Milano (sono una ex Marianna dell’Università Cattolica), Parma, Roma, Napoli, e ne ho viste tante, troppe.
Che dire, mio caro Aldo Maria, duc in altum, sursum corda e sguardo al Crocifisso insieme con Gesù Eucaristia.
Ti voglio bene!
Buon proseguimento e grazie di cuore per quello che fai!
Immacolata Martini
terziaria francescana
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Carissimo Valli,
ho letto con molto trasporto e curiosità il suo dialogo [qui] con i tre amici che hanno visioni totalmente diverse sul nuovo pontefice di Santa Romana Chiesa. Chi contro, chi a favore, e chi invece si pone “in medio”, in una posizione attendista. Ebbene, caro Valli, io sono proprio come il suo ultimo amico. Ho sofferto non poco negli ultimi dodici anni nel vedere una Chiesa comandata con piglio dittatoriale e una “misericordia” (termine molto caro al defunto Papa Francesco) usata solo secondo le sue visioni, mentre arrivava a condannare e punire, anche umiliandoli, coloro che osavano muovergli semplici critiche. Un pontificato, quello di Bergoglio, che ha portato a primati di confusione teologica, spirituale e amministrativa mai visti nella storia recente della Chiesa.
Sono rimasto favorevolmente impressionato quando ho visto Leone affacciarsi dalla loggia centrale della Basilica Vaticana in abito corale, cosa alla quale mi ero totalmente disabituato scelta ribadita sia alla messa di inizio pontificato sia durante la presa di possesso della basilica cattedrale di San Giovanni in Laterano. Ho apprezzato molto il suo modo di porsi, istituzionale, senza troppi fuori programma, umile e rispettoso dell’incarico che si trova a sostenere. Come apprezzo il fatto che finalmente il Papa tornerà quasi sicuramente a vivere al terzo piano del palazzo apostolico, e quella finestra accesa tornerà a vigilare su Roma e su tutto il mondo cattolico.
Le prime nomine mi hanno procurato un misto di delusione e grande soddisfazione. Male l’ennesima donna in un dicastero, bene l’allontanamento di Paglia sia dalla Pontifica accademia per la vita sia dall’Istituto Giovanni Paolo II. Male la conferma di un vescovo pro comunità LGBTQ in Svizzera, bene invece la scelta di erigere una nuova diocesi in Brasile.
Senza ipocrisie, ricordiamo anche che Robert Francis Prevost deve il cursus honorum degli ultimi cinque anni al predecessore.
Aspettiamo. La speranza è che con le sue future decisioni il papa mi tolga tutte le perplessità.
Renato Maria Mazza
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Caro Aldo Maria,
so che dobbiamo essere prudenti, tuttavia mi sembra che chi pensa di aver trovato in Leone un rifugio coltivi una pia illusione più che una vera speranza.
Consideriamo poi che un papa ambiguo (segni esterni tradizionali, magistero modernista) potrebbe essere addirittura più pericoloso di un Bergoglio che, muovendosi come un elefante nella cristalleria, si rendeva riconoscibile e poteva essere combattuto meglio.
Stiamo a vedere. L’importante è mantenere vigile e formata la coscienza, consapevoli che prima di tutto, come ci ricorda san Paolo, si deve obbedire a Dio: «Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! 1Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!» (Galati 1:8-10).
Valentina Lazzari
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Caro Aldo Maria,
continuo a seguire con interesse gli interventi sul tuo blog riguardo al nuovo papa.
Permettimi una domanda retorica: pensi che se fossero stati eletti il cardinale Burke o il cardinale Müller avrebbero iniziato il loro ministero con una esplicita condanna del loro predecessore?
Pur non avendoli mai conosciuti di persona, non ho dubbi che nemmeno loro lo avrebbero fatto.
E mi sembra bene così: la barca di Pietro è un vascello troppo grande per poterne correggere la rotta con una manovra brusca, che rischierebbe di far cadere in acqua i suoi passeggeri!
Giovanni Rubini
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