Caro Valli,
vorrei fare anch’io alcune considerazioni su Leone XIV.
Mi sono molto cari i cristiani d’Oriente e ho apprezzato moltissimo gli interventi di Prevost sull’argomento. Aggiungerei che, sebbene l’uomo appaia mite, sul genocidio di cristiani e alawiti in corso in Siria dovrebbe sbattere il pugno sul tavolo, alla Giovanni Paolo II.
Poi scomunicherei senza esitazione tutti quei politicanti “cattolici” che accolgono il genocida assassino Al Julani e i suoi osceni sgherri.
Ottimo, davvero ottimo il richiamo del papa ai cristiani d’Oriente in diaspora, perché mantengano i propri antichissimi riti. Però servono sacerdoti, quindi le diocesi latine in cui questi cristiani vivono in diaspora dovrebbero mettere a loro disposizione alcune chiese, come succede per esempio a Milano.
Mi permetto poi di osservare, in generale, che il nostro dibattito sul nuovo papa rischia di diventare autoreferenziale.
Girando per il mondo, ho imparato a cercare di capire come gli altri guardano noi e le nostre vicende. Che cosa vede il resto del mondo al di fuori dei cattolici Usa ed europei (26% del totale dei cattolici)?
Il resto del mondo essenzialmente vede che, in questa contingenza storica, la Chiesa cattolica ha eletto un papa statunitense. E questo a molti non piace. Qualcuno lo dice, altri no. Ma tutti diffidano. E non guardano alle qualità dell’uomo.
Da parte della Santa Sede servirebbe una diversa capacità di comunicazione. Ci vorrebbe un Navarro Valls in grado di sottolineare la cittadinanza peruviana di Prevost e la sua storia di missionario e di presule in Perù, e non certo a Lima. E attenzione a quei media cattolici di area mainstream che veicolano l’elezione di Leone XIV come scelta di campo della Chiesa cattolica a favore dell’Occidente, proprio quell’Occidente che il resto del mondo vede moribondo e scristianizzato (soprattutto l’Europa).
Marco Anca
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Caro Valli,
mi sono molto divertito leggendo [qui] i suoi dialoghi con i tifosi di Leone XIV, i critici e gli attendisti.
Per me è chiaro come il sole che ha ragione il critico di papa Leone, l’amico del primo dialogo. L’unica differenza tra l’argentino e l’americano sarà lo stile: tanto sbracato il primo quanto gentile e rassicurante il secondo.
Anche un amico al quale ho chiesto un parere sui dialoghetti mi scrive: “Io mi trovo del tutto d’accordo col primo. Ci sarà il fioretto al posto della clava, ma la strada è quella. Da tempo in Vaticano hanno deciso così e ormai non possono più tornare indietro. Comunque, col nuovo papa, niente scisma”.
Eh sì, non si torna al pre-concilio, è praticamente impossibile. Ma a papa Leone vorrei porre una domanda: davvero sottoscrive la dichiarazione di Abu Dhabi di papa Francesco? Se sì, allora mi deve spiegare chi era Gesù. Era davvero il Figlio di Dio fatto uomo, la seconda persona della Trinità e dunque Dio lui stesso, o più semplicemente un predicatore itinerante con qualche buona idea ma finito male per questioni politiche? E questo Gesù è davvero risorto il terzo giorno, in carne e ossa, o la risurrezione è solo una metafora, come oggi dicono persino certi preti? Ma se Gesù era solo un povero diavolo non sarebbe ora di finirla di prendere in giro l’umanità? Il papa si affacci alla loggia di San Pietro e dichiari fallimento con un bel “Ite, Ecclesia est!”.
Sergio Pastore
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Caro Valli,
penso, purtroppo, che Leone XIV sia un papa “di cassetta”. Un papa che, proseguendo nell’opera distruttrice di Bergoglio, deve però rimpinguare l’obolo di San Pietro.
È bastato un po’ di latinorum per suscitare subito entusiasmo, ma ricordiamoci che Prevost due anni fa è stato scelto da Bergoglio, il quale, come sappiamo, si circondava di persone fedeli e preferibilmente ricattabili.
Quindi Prevost continuerà l’opera di demolizione dei Vangeli. Certo, lo farà senza le bestemmie del rozzo predecessore e con sorrisi di compiacenza e compatimento, ma anch’egli ci spiegherà che i Vangeli non sono affidabili perché allora non c’era il registratore (copyright il gesuita Sosa).
Insomma, è finita.
Con affetto e gratitudine
Luigi Gheri
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Caro Valli,
secondo me esiste un sistema infallibile per sapere se Leone sarà il papa della svolta oppure no: se consacrerà la Russia al Cuore Immacolato di Maria vorrà dire che è il papa dei tempi della purificazione. Speriamo proceda in fretta e come la chiede la Madonna. Noi intanto si aspetta pregando! Dio ci benedica. Così sia.
Licia
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Caro Aldo Maria,
sono un suo appassionato lettore e sostenitore.
Le scrivo su papa Leone XIV. Vorrei capire perché bisognerebbe essere attendisti e soprattutto perché dovrebbe esserlo lui, il nuovo papa. Nulla gli impedisce di prendere immediatamente le distanze dal precedente papa, per esempio sulla “Traditionis custodes”.
Quindi non vedo alcun impedimento da parte di Leone XIV a eliminare eresie come il Trattato di Abu Dhabi, la “Fiducia supplicans”, la pachamama eccetera. Basta volerlo!
In ballo c’è la salvezza delle nostre anime, non bruscolini.
Se il nuovo papa avesse a cuore veramente la fede cattolica non esiterebbe a rimettere al centro Nostro Signore, e non gli accordi con i poteri mondani.
Vorrei rispondere anche al signor Rubini che si domanda: “… se fossero stati eletti il cardinale Burke o il cardinale Müller, avrebbero iniziato il loro ministero con una esplicita condanna del loro predecessore?”
Forse una condanna no, ma non avrebbero fatto certe dichiarazioni pro-Bergoglio come ha fatto Prevost subito dopo l’elezione.
Io mi domando: e se invece fosse stato eletto uno, come monsignor Viganò, che la Fede cattolica l’ha veramente a cuore? Penso che la virata brusca l’avrebbe fatta, eccome, per far cadere in acqua i passeggeri che, travestiti da cattolici ferventi, lasciano dietro di loro una scia odorosa di zolfo.
Caro Valli, grazie del lavoro che fa, che Dio la Benedica.
Franco Chiesa
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Caro Valli,
sono un frate e questo, come firma, basti, che i tempi sono ancora duri.
Ho un confratello molto molto modernista e lui, di solito, è uno dei miei canoni di riferimento per il discernimento sulle persone.
Non gli piace il nostro vescovo? Significa che è certamente un buon vescovo, e in effetti lo è!
Gli piace un sacerdote che fa un ritiro? Il ritiro non sarà buono, e infatti è stato pessimo!
E su papa Leone? Per ora non gli piace.
Un frate
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Caro Valli,
ritengo che il pontificato di Leone XIV sarà sulla scia di quello del predecessore Bergoglio, che ha sostanzialmente iniziato un nuovo corso nella storia della Chiesa cattolica: mi riferisco in particolare alla sinodalità e al documento di Abu Dhabi.
Se papa Leone non avesse voluto condividere tale linea lo avrebbe fatto capire subito, ma così non è stato.
Secondo me, la Chiesa cattolica che conoscevamo è finita l’11 febbraio 2013 con le dimissioni di Benedetto XVI. Lì si è aperta una nuova fase, certamente sgradita ad alcuni ma approvata da tanti altri.
Non dovremmo escludere a priori che tutto ciò possa rientrare in un progetto soprannaturale. In tal caso, se il nuovo corso è voluto da Dio avrà un futuro, se invece è progettato dall’uomo si dissolverà come neve al sole e Dio onnipotente, come ha già fatto in passato, provvederà a costituire un resto santo depositario dell’autentica Fede.
Non praevalebunt.
Angel