
Lettere a “Duc in altum” / Le vostri voci su Leone, la fede, la Chiesa
Caro Aldo Maria Valli,
seguo il blog dalla Spagna. «Duc in altum» è stato un rifugio e una fonte di ispirazione negli anni di oscurità e sofferenza che noi cattolici abbiamo vissuto sotto il dominio bergogliano, e per questo le esprimo la mia profonda gratitudine.
Riguardo al nuovo papa Leone XIV, concordo con la sua posizione, con la sua valutazione positiva e allo stesso tempo con la sua fondata preoccupazione. Noto fatti molto positivi: sta ripristinando la sacralità del ministero petrino, erosa da Francesco; ha lanciato messaggi fondamentali, come che Gesù Cristo è l’unico Salvatore e che lui è il Vicario di Cristo, neutralizzando così le linee di pensiero e di azione del precedente pontefice. Lavora per ristabilire il bene e la verità con messaggi che oggi sono controculturali, come «il male non prevarrà», in un contesto sociale dominato dalla promozione dell’aborto e da certe ideologie perverse; e sottolineando «il ruolo insostituibile della famiglia, fondata sull’unione stabile tra uomo e donna, come base di una società armoniosa». Il tema della verità antropologica dell’essere umano e della famiglia è centrale di fronte alla sua distruzione da parte dell’ideologia di genere.
Tuttavia, è preoccupante la sua continua identificazione con il magistero bergogliano, attuato in documenti e decisioni che noi teologi, altri esperti e gran parte dei fedeli abbiamo ritenuto contrari alla dottrina e alla morale cattolica, e che è stato la causa della profonda frattura che oggi affligge la Chiesa. Il cardinale Prevost aveva un rapporto molto stretto con Francesco. Secondo il principale biografo di Bergoglio, Austen Ivereigh, durante i suoi due anni alla guida del dicastero dei vescovi Prevost e Francesco si incontravano settimanalmente per due ore a Santa Marta, e potrebbe essere che il pensiero di Leone sia stato profondamente influenzato da Francesco.
In sintesi, credo che ci troviamo di fronte a un papa cattolico il quale tuttavia non mette in discussione il magistero bergogliano, e questo solleva gravi interrogativi per l’unità e il futuro della Chiesa.
Mateo
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Caro Valli,
ho letto tutte le lettere che le sono giunte ed esprimono le opinioni e i giudizi più diversi su speranze, delusioni e certezze positive o negative su papa Leone XIV.
Citando un vecchio saggio direi che “il troppo stroppia” e che forse varrebbe la pena pensare che se la responsabilità del papa, in negativo o positivo, è grande, anche le nostre singole responsabilità di cristiani lo sono!
Prima di scrivere questi pensieri ho ascoltato la prima parte del video con la presentazione del libro “Dio esiste?”, che il cardinale Robert Sarah ha fatto qui a Trento.
Beh, posso dirvi che fin che ci sono fedeli, sacerdoti, religiosi, vescovi e cardinali capaci di testimoniare con le parole e i fatti l’amore a Cristo e alla Chiesa così ben espressi dal cardinale Sarah, non abbiamo da temere!
Leggendo certe lettere si ha l’impressione che per alcuni anche lo Spirito Santo abbia smesso di agire. Non agisce forse nei numerosissimi martiri del continente di provenienza di Sarah? E, come diceva Tertulliano: “Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani” anche oggi. Chiediamoci, noi che scriviamo: saremmo disposti a dare la vita per testimoniare la nostra fede?
Preghiamo gli uni per gli altri, per i nostri sacerdoti, religiosi e religiose, e per questo nuovo papa, perché i tempi sono ancora cattivi, bui e confusi! Cerchiamo di tenere alta la lampada della fede, ben sapendo che è proprio nei tempi difficili che il Signore e la Santissima Sua Madre ci donano i grandi santi!
Grazie, comunque, per il contributo di tutti!
Dopo tante parole, diamo spazio alla Parola che si è fatta carne e abita ancora in mezzo a noi, poveri peccatori!
Claudio Forti