
Lettera / La Chiesa, il papa e l’idolatria dell’istituzione
Carissimo Valli,
sento il bisogno di esprimerle un sentito ringraziamento, insieme ai più sinceri complimenti, per l’intervista [qui] dal titolo «Così la figura papale ha oscurato Cristo e la Chiesa. Storia e conseguenze di un processo che arriva da lontano».
Da dottore in Storia della teologia, confesso che le conclusioni così lucidamente esposte dai due intervistati sono esattamente le stesse cui anch’io sono giunto, al termine di dodici anni di studi e riflessioni sull’origine, la natura e le dinamiche della crisi della Chiesa.
Avendo conosciuto ben dal di dentro il pensiero dei «due estremi dell’arco parlamentare» ecclesiale, non posso che confermare che il bug è sempre lo stesso, sia nel paradigma democraticistico pseudosinodale sia in quello monarchicistico ultramontanista: l’idolatria dell’istituzione – ovvero del potere – elevata a dogma di fede e paludata da garanzia di ortodossia.
Tanto l’acuta intelligenza delle domande quanto l’elegante e sintetica profondità delle risposte fanno di questa intervista, a mio modesto parere, un vero e proprio manifesto teologico per la Chiesa del terzo millennio. Degno di essere stampato e incorniciato, per averlo sempre ben presente.
Vorrei averlo scritto io.
Ne auspico la massima diffusione, a beneficio di teologi e fedeli tutti.
Grazie, grazie e ancora grazie.
Columbanus
sacerdote eremita