Francia / Così si sopprime una scuola cattolica

In Francia, nella regione di Vosgi, esiste, o meglio esisteva, una scuola cattolica intitolata al beato Pier Giorgio Frassati (1901 – 1925), lo studente dell’Azione cattolica e della Fuci che, a cent’anni dalla morte, sarà proclamato santo il prossimo 7 settembre.

La scuola (qui il sito) fa parte degli istituti che in Francia sono definiti “fuori contratto”: non hanno firmato una convenzione con lo Stato e sono autonomi per quanto riguarda sia la scelta del personale e degli insegnanti sia per il pagamento degli stipendi, a cui si provvede grazie alle rette.

Una scuola “fuori contratto” non è tenuta a seguire i programmi statali né a rispettarne gli orari, tuttavia deve consentire agli alunni di acquisire una serie di conoscenze e competenze che lo Stato considera di base. A tal fine, gli istituti “vengono periodicamente ispezionati a partire dal primo anno di attività” e “ulteriori controlli possono essere disposti in un secondo momento”.

“Tali ispezioni – prevede la legge – consistono nel monitoraggio degli istituti a livello amministrativo e didattico”. Pertanto le autorità verificano che “il direttore e gli insegnanti siano in possesso dei diplomi necessari per svolgere le loro funzioni”. Inoltre “controllano che il funzionamento della struttura rispetti l’ordine pubblico, la prevenzione sanitaria e sociale e la tutela dei bambini e dei ragazzi”.

Sotto il profilo didattico, le autorità verificano che l’istituto assicuri “la conoscenza del nucleo comune di competenze”.

Se i responsabili dell’esercizio rifiutano oppure ostacolano i controlli, il prefetto può disporre la chiusura temporanea o definitiva dell’istituto, senza preavviso.

È appunto ciò che è successo alla scuola Frassati, trovata inadempiente sotto il profilo della sicurezza, dell’igiene e della “conformità didattica”, il tutto a poche settimane ormai dagli esami di maturità.

Visitando il sito dell’istituto non si ha l’impressione di una scuola organizzata e gestita male. Al contrario. Il sospetto è che ciò che ha infastidito le autorità sia altro.

Ecco che cosa si legge nel sito: “Ci impegniamo a fornire una formazione di qualità in un ambiente accogliente che rispetta i valori cristiani. I nostri programmi educativi mirano non solo a sviluppare competenze accademiche, ma anche ad accrescere la fede dei nostri studenti”.

La scuola prevede attività come il rugby, con una squadra che miete successi, e il coro, “dove coltiviamo – si legge – il gusto per la bellezza celebrando insieme la musica”.

Nel sito c’è anche la foto del battesimo di un ragazzo, con questa didascalia: “Abbiamo festeggiato con gioia il battesimo di uno dei nostri studenti delle scuole medie. Un momento potente che ci unisce nella fede e nell’amicizia”.

Inoltre viene illustrato il viaggio che l’istituto ha organizzato lo scorso febbraio in Italia, a Milano e Torino, sulle orme di Pier Giorgio Frassati, per conoscere meglio il santo a cui la scuola è intitolata.

Né mancano notizie sui vari laboratori e le visite per i genitori, così che possano conoscere meglio la scuola.

L’impressione generale, insomma, è di un’ottima scuola cattolica. Ma è stata chiusa d’imperio.

In una nota, i genitori scrivono: “Pregate per i nostri figli, per i quali la giustizia ha deciso che è meglio non rivedere mai più i loro compagni di classe, i loro insegnanti, il loro preside, le albe e i tramonti dalle finestre del castello di Mandres-sur-Vair. Pregate per i nostri figli, privati ​​dei loro orientamenti, costretti ora a studiare in istituti che non porteranno mai ad amare la vita quanto Frassati. Pregate per i nostri figli che devono sostenere gli esami di maturità nel caos, perché non siamo liberi di amare Dio”.

Dando notizia della chiusura della scuola il sito medias-presse.info fa notare il doppio standard applicato dalle autorità della laica Francia. Mentre una scuola cattolica viene chiusa, alunni di altre scuole vengono portati in visita alle moschee in nome della “cultura religiosa”.

Intanto – è notizia di questi giorni – il ricorso presentato dalla scuola Frassati è stato respinto dal tribunale di Nancy. Le autorità ritengono che l’ordinanza prefettizia di chiusura non costituisca “un attacco manifestamente grave e illegale alla libertà di insegnamento e al diritto all’istruzione”. Quindi la scuola non potrà riaprire nel prossimo anno scolastico.

Liberté, Egalité, Fraternité.

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Nella foto, l’ingresso del collège-lycée Frassati a Mandres-sur-Vair

 

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