
Sei sposato e hai una famiglia numerosa? Puoi finire nel mirino del “New York Times”
Nella nostra società pluralista, tollerante e inclusiva può succedere di essere attaccati in prima pagina da un giornale perché si ha una famiglia numerosa e si vive da cattolici.
Succede negli Stati Uniti, dove il “New York Times”, in un articolo di prima pagina pubblicato pochi giorni fa, ha attaccato il segretario ai Trasporti dell’amministrazione Trump, Sean Duffy, proprio perché ha una numerosa famiglia cattolica e ne è felice.
Nell’articolo, pieno di disprezzo per i valori tradizionali basati sulla fede, Duffy e sua moglie Rachel Campos-Duffy sono presi di mira per aver celebrato la vita con nove figli nel loro podcast “From the Kitchen Table: The Duffys” e per aver osato suggerire che avere tanti figli è una cosa bella.
La premessa dell’articolo, intitolato “La star del reality di MTV nel governo Trump che vuole che tu abbia più figli”, è che Duffy non è sempre stato un esempio di virtù e quindi non dovrebbe essere preso sul serio. Il riferimento è a un reality show degli anni Novanta nel quale Duffy non promuoveva gli stessi valori di oggi.
Scrive il giornale: “Nel giro di oltre tre decenni, gli americani lo hanno visto evolversi da un venticinquenne affamato di sesso che si dimenava con una donna su un tavolo da biliardo nel programma ‘The Real World’ di MTV al segretario Duffy, un marito e padre devotamente cattolico alla guida del dipartimento dei Trasporti del presidente Trump e spinge i giovani americani ad avere famiglie numerose come la sua”.
Naturalmente, il vero peccato, secondo il “New York Times”, non è stata la gioventù sprecata di Duffy, ma la sua trasformazione in padre di nove figli cresciuti nella fede cattolica.
Poiché i vecchi episodi del reality show di MTV non sono più disponibili in streaming, il giornale ha fatto ricerche approfondite e “ha ascoltato molti episodi del podcast del signor Duffy e guardato oltre quindici ore di reality show di MTV prima di scrivere questo articolo”.
Ne sono emersi alcuni momenti imbarazzanti e decisamente non adatti a tutti, in cui un ventitreenne Duffy “interpretava il ruolo di playboy, con una serie di comportamenti scurrili continuati per tutta la stagione”.
Tutte queste indagini sugli inizi della carriera televisiva di Duffy servono solo a mettere in luce quello che il giornale chiaramente ritiene il vero motivo di indignazione: le dichiarazioni di Duffy nelle quali il segretario invita le giovani coppie a prendere in considerazione l’idea di avere altri figli.
“Se prendi la decisione di avere una famiglia numerosa, penso che i tuoi figli saranno migliori, e anche tu sarai migliore”, ha detto Duffy, decimo di undici fratelli, in un episodio del 2023 del podcast che ha condotto con la moglie su Fox.
A quanto pare, il “New York Times” pensa che Duffy sia strano non per ciò che faceva quando aveva poco più di vent’anni, ma per ciò che dice oggi, quando di anni ne ha più di cinquanta. Torna alla mente il candidato democratico alla vicepresidenza Tim Walz, che definì il vicepresidente J.D. Vance “strano” durante la campagna elettorale dell’anno scorso.
Descrivendo un’apparizione alla Fox News del 2017 in cui i due preparano la colazione insieme sul set, il giornale, che non vede la necessità di nascondere il suo disprezzo per la fede cattolica della famiglia, scrive: “La moglie del signor Duffy snocciolò i nomi dei bambini prima di impastare, notando che due erano al campo estivo cattolico a recitare il Rosario. Quando arrivò il momento di accendere il fornello, si fece da parte. In questa famiglia tipicamente americana, i ruoli erano chiari: la mamma sbatte la frusta e il papà si occupa della piastra”.
Anche il libro della signora Campos Duffy “Stay Home, Stay Happy” è oggetto di critica. Pensate, si tratta di “un libro che fornisce consigli alle donne su come progettare una cucina a misura di famiglia e su come passare dalla modalità mamma alla modalità donna quando il marito torna a casa”.
L’intero attacco sembra eccessivo e inutile, ma si aggrappa a un “reato” politico di Duffy che secondo il Times giustifica questo maltrattamento.
Poco dopo essere stato nominato segretario ai Trasporti, Duffy fu al centro di una breve polemica mediatica per un promemoria, da lui scritto, in cui proponeva di elargire più fondi federali per premiare gli Stati e i comuni con tassi di natalità e matrimonio più elevati.
“Vogliamo investire nella crescita”, rispose Duffy alle domande dei media in merito a quella proposta. Dopo tutto, niente di strano.
Se famiglie come i Duffy agli occhi di liberal e progressisti sono strane, diciamo “Rendiamo l’America di nuovo strana”!
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Nella foto (Susan Walsh / AP photo), Duffy e la sua famiglia in occasione della nomina a segretario ai Trasporti