
Sempre data per spacciata e sempre viva. La Chiesa e il “segreto” della sua forza. Rileggendo Chesterton
di monsignor Rob Mutsaerts*
L’8 maggio è stato annunciato il nuovo papa. L’enorme piazza San Pietro era gremita. Il mondo intero ha visto il fumo bianco uscire da quel semplice camino. Credenti e non credenti, tutti si sono resi conto dell’enorme impatto che il papa ha sulla scena mondiale.
Quante volte la Chiesa cattolica romana ha rischiato di essere cancellata? Si pensava davvero che non sarebbe sopravvissuta al periodo romano. Il piccolo gruppo che ne stava alla base fu sistematicamente perseguitato, torturato, ucciso. Ma ora guardate Roma. Chi parla ancora di Cesare Augusto, di Giulio Cesare? Le rovine sono l’unica cosa che ancora ce li ricorda. E poi guardate quel piccolo Stato che è il Vaticano: eccolo lì, il successore di quell’insignificante pescatore Pietro. Eccolo lì, papa Leone XIV, il successore di Pietro, al cospetto di una folla incredibile ed entusiasta. E il mondo intero guarda con il fiato sospeso.
Cos’è che permette alla Chiesa cattolica romana di sopravvivere a tutte le crisi? Mi piace consultare G.K. Chesterton.
Chesterton vede l’origine e la missione della Chiesa come qualcosa di divino, il che spiega il suo essere duraturo. La fede cristiana possiede una vitalità soprannaturale che è unica. Il cristianesimo è morto e risorto ripetutamente, proprio come il suo Dio è morto e risorto: “Il cristianesimo è morto e risorto molte volte; perché aveva un Dio che conosceva la via d’uscita dalla tomba”. In altre parole, la Chiesa può risorgere ripetutamente da situazioni di morte perché Cristo stesso ha vinto la morte.
Chesterton vede questo come un continuo adempimento della promessa che Dio preserverà la sua Chiesa. Si riferisce implicitamente alla garanzia biblica che “le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”.
Oltre al fondamento teologico, Chesterton sottolinea anche le prove storiche della continua esistenza della Chiesa. Indica episodi concreti della storia in cui la fede cristiana sembrava sull’orlo dell’abisso, per poi rinascere inaspettatamente. Ci sono state almeno cinque esperienze di pre-morte del cristianesimo nella storia. E ogni volta che i contemporanei pensavano che la Chiesa cattolica romana fosse finita in balia degli squali, si scopriva che erano gli squali a morire, e non la Chiesa, non la fede.
Ecco i cinque esempi.
La crisi ariana (IV secolo)
Dopo il trionfo iniziale del cristianesimo sotto Costantino, emerse l’eresia ariana e l’imperatore Giuliano l’Apostata tentò di restaurare il paganesimo. Il cristianesimo sembrava una moda passeggera, ma nonostante tutto la dottrina ortodossa sopravvisse. Giuliano fu costernato nello scoprire che la fede che aveva creduto morta era rinata, mentre gli antichi dei rimanevano morti.
Eresie medievali
Anche nel Medioevo l’anima era quasi morta e molti si aspettavano la fine del cristianesimo. Il movimento albigese (eretico) si diffuse ampiamente, ma la Chiesa riacquistò forza e ne uscì vittoriosa.
Rinascimento e scetticismo umanista (XV-XVI secolo)
Dopo il Medioevo, i pensatori umanisti e il lassismo morale del Rinascimento minarono la fede. Nacque un profondo scetticismo. Eppure, inaspettatamente – sì, ancora una volta inaspettatamente – seguì una rinascita. La Controriforma, figure come Tommaso d’Aquino (XIII secolo) e, più tardi, sant’Ignazio e la Riforma tridentina portarono nuova vita e vigore intellettuale. I figli divennero ferventi nella fede laddove i loro padri erano stati tiepidi.
Illuminismo ed età di Voltaire (XVIII secolo)
Durante l’Illuminismo e la Rivoluzione francese, l’élite culturale si allontanò in massa dalla Chiesa. Voltaire e i suoi contemporanei consideravano la fede cristiana una superstizione destinata a scomparire presto. Ma nel XIX secolo accadde il contrario: ci fu una sorprendente rinascita religiosa, come il Movimento di Oxford in Inghilterra e il risveglio cattolico in Francia. Ciò che tutti avevano ritenuto impossibile, un ritorno della fede in un mondo moderno, si è verificato. Il che, per così dire, ha capovolto le idee di progresso.
Materialismo scientifico moderno (dopo Darwin, XIX-XX secolo)
Con Darwin e l’ascesa dell’ateismo, si cominciò a dare per scontato che la fede sarebbe definitivamente svanita. Intorno al 1900, molti intellettuali sembravano diventare agnostici o atei. Eppure Chesterton vide nel suo tempo” Il declino di quel declino”: una nuova generazione di giovani si rivolse alla Chiesa con rinnovato interesse. Laddove, dopo Darwin, si pensava che la fede fosse impossibile, la fede rifiorì tra i giovani, qualcosa che gli autori del XIX secolo avrebbero trovato inimmaginabile.
Chesterton sottolinea che questa ricorrente resurrezione della fede è sempre stata una sorpresa per i contemporanei. Storici e filosofi hanno spesso previsto che la religione dovrà fluire con lo spirito del tempo e infine dissolversi nella modernità. Invece, improvvisamente, qualcosa controcorrente avviene, contro ogni aspettativa.
Nel 2025 vediamo questo schema ripetersi. Chesterton lo dice in modo sintetico:””Una cosa morta può seguire la corrente, ma solo una cosa viva può andarle contro”. Con questa immagine di una forza che va controcorrente, intende dire che la Chiesa è un’organizzazione viva, non un fossile morto. Se fosse solo per effetto dello slancio culturale umano, la religione seguirebbe naturalmente la corrente e svanirebbe, ma il fatto che il cristianesimo nuoti e sopravviva ripetutamente controcorrente dimostra che non è solo umana.
La Chiesa è sopravvissuta e ha persino superato rivoluzioni e sconvolgimenti. Un fenomeno storico unico. Laddove altre visioni del mondo e imperi sono periti, la Chiesa alla fine è rimasta in piedi come una struttura che non può essere rovesciata. Il Colosseo è una rovina; la tomba di San Pietro risplende in tutto il suo splendore.
Ogni generazione si trova ad affrontare nuove sfide, ma la Tradizione e la saggezza della Chiesa sanno sempre come formulare le risposte. In due millenni, le menti più grandi – dai Padri della Chiesa come Agostino a pensatori moderni come Chesterton, C.S. Lewis, Fulton Sheen (Leone XIV è stato eletto nell’anniversario della sua morte), Newman, Ratzinger e Robert Barron – hanno risposto alle domande più difficili e difeso la fede. Non c’è motivo di pensare che oggi la situazione dovrebbe essere diversa; se gli atei lanciano nuovi attacchi, non è certamente la prima volta che la Chiesa si trova ad affrontarli. Al contrario, sarebbe la prima volta in duemila anni se la fede non riuscisse a trovare una risposta alle critiche culturali. Questa consapevolezza storica indica che la Chiesa ha una profonda tradizione intellettuale che la mantiene in piedi in mezzo alle tempeste ideologiche.
Un altro aspetto è dato dalla liturgia e dalla sacramentalità della Chiesa; esse le conferiscono un’identità che non dipende da un’epoca specifica, ma unisce persone di tutti i tempi e di tutte le culture. Questa fede universale e senza tempo rende la Chiesa resistente al declino locale o temporaneo. Se la Chiesa va male in un luogo, prospera altrove: il declino in Europa è più che compensato dalla crescita in Africa. Se la fede rischia di estinguersi in una generazione, rinasce in quella successiva. Lo vediamo accadere anche oggi: tra le generazioni più giovani troviamo più cattolici praticanti rispetto alla generazione dei loro genitori.
A livello filosofico, vediamo che le affermazioni di verità e la ragionevolezza della fede cristiana contribuiscono alla sua sopravvivenza. Chesterton si unì alla Chiesa cattolica (si convertì al cattolicesimo nel 1922) perché vide che essa proclamava costantemente la verità, anche quando era impopolare. Lodò l’insegnamento cattolico per il suo equilibrio tra gli estremi: la Chiesa ha costantemente trovato una via di mezzo tra errori opposti nel corso dei secoli. Nel suo libro “Ortodossia”, Chesterton mostra come le dottrine cristiane combinino verità apparentemente paradossali – misericordia e giustizia, ragione e mistero, individualità e comunità – in un modo che nessuna setta umana avrebbe potuto escogitare. Paragona la dottrina a una chiave che apre perfettamente la serratura della realtà. Questa persuasività intellettuale fa sì che, laddove altre filosofie si impantanano nell’unilateralità, la sintesi cattolica sia convincente. Ad esempio, il puro razionalismo porta alla freddezza, la pura emozione al caos, ma la filosofia cristiana (come sviluppata da grandi pensatori quali san Tommaso d’Aquino) unisce fede e ragione. Di conseguenza, la Chiesa ha un fondamento filosofico che può resistere alle tempeste della critica. La Chiesa offre verità senza tempo che ancorano una persona a qualcosa di eterno, ed è per questo che sopravvive alle mutevoli correnti di idee. L’adesione a verità durature spiega perché la Chiesa dura più a lungo di qualsiasi ideologia alla moda. La verità della fede è determinante.
Gli atei dogmatici possono affermare che ogni religione sia un’illusione, ma si può anche capovolgere questa affermazione affermando che la visione del mondo atea è troppo limitata per spiegare appieno l’esperienza umana. Dopotutto, se il mondo fosse solo materia, la nostra ragione e la nostra capacità di ricercare la verità sarebbero inspiegabili. Una pietra non cerca la verità e il suo significato. Se una persona (incluso il suo cervello) fosse composta solo da molecole e atomi, non si chiederebbe il significato di sé. Il fatto che possiamo lottare per la verità indica qualcosa di soprannaturale. Finché le persone continueranno a porsi domande fondamentali, il messaggio cattolico continuerà a emergere come una risposta che garantisce la continua rilevanza e sopravvivenza della Chiesa. Per questo motivo, paradossalmente, opposizione e persecuzione spesso accrescono il potere della Chiesa. Ogni volta che si pensava che il cristianesimo fosse morto, un nuovo santo o un nuovo movimento è nato da qualche parte, per dimostrare il contrario. Ci sono sempre stati innovatori che hanno ravvivato la Chiesa attraverso la loro santità e la loro testimonianza radicale. Invece di indebolire la Chiesa, persecuzioni e critiche l’hanno spesso purificata e rafforzata.
La Chiesa cattolica romana possiede una forza vitale interiore che non è di questo mondo. È come un organismo vivente che si adatta senza rinnegare sé stesso, come una roccia che resiste alla prova del tempo. La Chiesa stessa è costruita su una roccia, su Pietro e sui suoi successori. Abbiamo un nuovo successore di Pietro: papa Leone XIV. Il mondo intero è rimasto a guardarci. Sì, contiamo ancora. È un segno di speranza, la speranza che le cose andranno bene.
Quanto si sono sbagliati tutti quelli che hanno fatto previsioni sui candidati che sarebbero diventati papa! C’è una ragione. I media pensano in termini politici, in termini di progressisti e conservatori, liberali e tradizionalisti. Ma non è così che funziona nella Chiesa cattolica. Papa Leone XIV non è il successore di papa Francesco, ma di san Pietro. Il suo compito è lo stesso di Pietro: annunciare il Cristo risorto e chiarirne le implicazioni per il nostro tempo, pensando a come questo possa essere concretizzato al meglio per noi oggi.
Christus Vincit, Christus regnat, Christus imperat. Viva Cristo Re!
vescovo ausiliare della diocesi di ‘s-Hertogenbosch in Olanda