“Così io, 83 anni, ho vissuto la veglia dei giovani con Leone”
di Claudio Forti
Nel seguire, dopo tanto tempo, la veglia di preghiera del Giubileo dei giovani a Tor Vergata, e l’adorazione del Santissimo con Papa Leone XIV, ho provato, io ottantatreenne, una grande emozione con tanta speranza, perché questo evento, proprio nel giorno del Perdono d’Assisi, ci mostra – nonostante il tempo difficile in cui viviamo – la perenne giovinezza della Chiesa cattolica. Sì, perché in essa, quando sa mostrare la bellezza della sua liturgia, dei suoi armoniosi canti, nel silenzio adorante dei suoi fedeli e dei giovani, speranza del mondo, vive Cristo.
Non importa se, come ha rilevato un giornalista cattolico, erano la metà rispetto al Giubileo del 2000 con san Giovanni Paolo II, perché basta poco sale per dar sapore alla terra, e una piccola luce per illuminare la notte del mondo!
Ringrazio Papa Leone per la sua sobrietà ed emozione.
“È Lui (Gesù), che cercate – ha detto il Papa citando il suo predecessore Wojtyla – quando nulla vi soddisfa!” E guardando all’inquietudine del monde e nella Chiesa, ha citato Agostino: “Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto fin quando non riposa in te!”.
La veglia ci ha fatto vivere lo stupore dei discepoli di Emmaus. Essi sono scoraggiati e amareggiati per la crudele morte di Cristo, ma ecco che il Maestro si rivela a loro nello spezzar del pane, ricolmandoli di gioia.
“Riposate ora – ha detto papa Prevost accomiatandosi – perché domani vi voglio svegli per la Santa Messa!”



