“Leone come Francesco: aperto agli LGBTQ”. Tutti i media, all’unisono, hanno titolato così a proposito della notizia riguardante l’udienza concessa dal papa al padre gesuita James Martin, paladino dei “diritti” arcobaleno.
In realtà non sappiamo che cosa Leone abbia detto al padre Martin. Sappiamo solo che cosa, dopo l’udienza, ha riferito urbi et orbi un felicissimo e commosso padre Martin. E cioè: “Sono stato onorato e grato di incontrare il Santo Padre questa mattina in udienza nel Palazzo Apostolico, e mi ha commosso ascoltare lo stesso messaggio che ho sentito da Papa Francesco sui cattolici Lgbtq, che è un messaggio di apertura e accoglienza. Ho trovato Papa Leone sereno, gioioso e incoraggiante. Per me è stato un incontro profondamente consolante. Pregate per il Santo Padre!”.
Si avvicina quello che è stato definito il Giubileo Lgbtq e la grancassa mediatica si è attivata. Certo, il Vaticano ha fatto sapere che il 6 settembre le persone omosessuali che varcheranno la porta santa non saranno ricevute dal pontefice, ma è solo un dettaglio. Ciò che conta è lo “spirito” dell’iniziativa, reso così dal vescovo Francesco Savino, che celebrerà la messa per gli Lgbtq nella chiesa del Gesù: “Celebrare la messa con l’associazione La Tenda di Gionata e con tutte le realtà che operano per la dignità e l’inclusione significa incarnare, nella carne viva della comunità, la parabola del buon samaritano. Significa lasciarsi ferire dalla sofferenza e dalla solitudine dell’altro, piegarsi per fasciare le sue piaghe, e non limitarsi a guardare da lontano in nome di una religione puramente rituale”.
La solita solfa, da sottoporre a tutti coloro secondo i quali con il nuovo pontificato ci sarebbe stata una svolta decisa rispetto al regno di Francesco. Con una domanda: la svolta c’è stata ma il vescovo Savino non se n’è accorto e continua a esprimersi in bergogliese stretto, oppure non c’è stata per niente e le cose, a parte un po’ di maquillage ecclesiale, proseguono come prima?
Temiamo di dover rispondere come il mitico Quelo di Corrado Guzzanti: “La seconda che hai detto!”.