di Vincenzo Rizza
Caro Aldo Maria,
Laura Dodsworth nel suo articolo per “Duc in altum” [qui] giustamente si chiede chi si inginocchierà per la morte di Charlie Kirk.
Domanda del tutto retorica perché conosciamo la risposta: nessuno. Come nessuno si inginocchierà per Iryna Zarutska, la giovane rifugiata ucraina uccisa a coltellate su un treno della metropolitana a Charlotte, che aveva il difetto di essere bianca, di non avere colpe e di aver trovato come carnefice un uomo di colore, per di più pluripregiudicato.
L’aria sta diventando irrespirabile e non certo per il cambiamento climatico antropogenico, ma per il cambiamento antropologico liberticida che alcuni fanatici cercano di imporre. Sono i paladini dell’inclusione e della tolleranza, che pretendono, tuttavia, di includere e tollerare solo chi gli aggrada.
Proviamo a immaginare che cosa sarebbe successo se fosse stato vigliaccamente freddato un attivista di colore mentre arringava i suoi sostenitori o se fosse stata accoltellata in metro una ragazza ispanica da un suprematista bianco. Non ci sarebbe stata solo la giusta e sacrosanta indignazione (anche perché pure a destra non mancano i fanatici e gli idioti) ma sarebbero verosimilmente scoppiate rivolte da parte di chi non aspetta altro per accendere la miccia della rivoluzione permanente. Rivoluzione che esige i suoi rituali di violenza e che trova in pseudo intellettuali compiacenti i suoi difensori. Come quelli, appunto, che si inginocchiavano per sostenere il movimento Black Lives Matter ma evidentemente soffrono della patologia del ginocchio valgo. Con una particolarità: il ginocchio destro punta sempre a sinistra mentre quello sinistro … pure.
Per costoro le ingiustizie sono solo quelle che riguardano la loro parte: uno sguardo parziale e ipocrita che dovrebbe destare indignazione e che invece, in un mondo al contrario, vede gli applausi compiaciuti di una società che non si accorge, o finge di non accorgersi, della deriva intrapresa. In ginocchio, allora, non per pregare, come sarebbe giusto, ma per arrendersi al pensiero unico che ci vuole tutti sottomessi. E chi si arrende è già vinto e ha perso ogni libertà.