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La prima nomina di Leone / Con Iannone al Dicastero per i vescovi Prevost ha scelto un suo sosia

La prima nomina fatta da papa Leone viene giudicata generalmente in modo positivo dai commentatori, sia in Italia sia all’estero. Arrivata dopo quattro mesi e mezzo, riguarda il cruciale Dicastero per i vescovi, di cui era titolare lo stesso Prevost. Se la linea di Francesco era quella di nominare a sorpresa persone chiamate da fuori e senza esperienza curiale, Leone è andato in senso contrario: la scelta è caduta infatti sull’attuale prefetto del Dicastero per i testi legislativi, l’arcivescovo Filippo Iannone, napoletano, sessantasette anni. Sia il segretario del Dicastero per i vescovi, l’arcivescovo brasiliano Ilson de Jesus Montanari, sia il sottosegretario, il bosniaco padre Ivan Kovac, sono stati confermati per un nuovo mandato quinquennale.

La nomina, si osserva in Vaticano, rappresenta un ritorno alla normalità dopo il regime bergogliano.

Con Iannone, il papa ha scelto un curiale che gli somiglia: esperto di diritto canonico, è anche lui, come il papa, un religioso (carmelitano), ha anche lui una lunga esperienza sia di governo sia in campo pastorale e non è uomo che ami apparire.

Dottorato in diritto civile e canonico presso la Pontificia Università Lateranense, laurea in teologia al Pontificio seminario teologico dell’Italia meridionale, Iannone è avvocato rotale e nella diocesi di Napoli è stato vicario giudiziale, vicario episcopale e vicario generale.

Fu Giovanni Paolo II a nominarlo vescovo ausiliare di Napoli nel 2001, quando Iannone aveva solo quarantatré anni (all’epoca il più giovane vescovo d’Italia). Poi, nel 2009, Benedetto XVI lo nominò vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo.

Come rileva “Rorate caeli”, “su sollecitazione del cardinale conservatore Vallini (che si era espresso con forza contro i preti omosessuali ed era egli stesso un talentuoso canonista e prefetto della curia), papa Benedetto XVI fece progredire la carriera di Iannone e lo nominò vicegerente della diocesi di Roma e arcivescovo nel 2012. Nel suo nuovo ruolo, si occupò specificamente di presunti casi di corruzione finanziaria presso l’Istituto dermopatico dell’Immacolata, un ospedale legato a un importante ordine religioso”.

Iannone è il tipico funzionario vaticano, competente e discreto, che ama lavorare senza protagonismi.

Nel novembre 2017 è stato nominato segretario aggiunto del Dicastero per i testi legislativi, per poi diventarne prefetto l’anno successivo al posto del cardinale Francesco Coccopalmerio.

Secondo “The Pillar”, citato da “Rorate caeli”, “diverse fonti vaticane sostengono che Iannone ha respinto la spinta per riforme radicali del Codice di diritto canonico, sostenuta dal cardinale gesuita progressista e radicale Gianfranco Ghirlanda, stretto consigliere di Francesco”.

Iannone, che ha ribadito il divieto assoluto per i cattolici di aderire alla massoneria, ha partecipato a tutti gli incontri tra i responsabili della curia romana, guidati dal segretario di Stato cardinale Parolin, e i vescovi tedeschi.

Descritto come sacerdote a cui “sembra piacere l’eleganza liturgica”, durante il regno di Francesco ha lavorato nell’ombra, senza mai approvare né contestare pubblicamente i metodi bergogliani. Si suppone quindi che proporrà al papa la nomina di vescovi con queste stesse caratteristiche: competenza, spirito di servizio, discrezione.

Aldo Maria Valli:
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