Müller: “Clericalismo diagnosi falsa”

“Più intelligente di tutti i contributi al summit sugli abusi in Vaticano e degli esperti della Conferenza episcopale tedesca”.

Il giudizio è del cardinale  Gerhard Müller e riguarda il testo di Benedetto XVI uscito nei giorni scorsi. Un’affermazione netta da parte dell’ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, che così si è espresso parlando al quotidiano Die Welt.

Ma Müller ha  anche concesso un’intervista a LifeSiteNews, nella quale sostiene che “iI nebuloso concetto di clericalismo”, al centro del summit e delle analisi di Bergoglio, costituisce un “approccio sbagliato”. Il che, spiega, è molto grave, perché “con una diagnosi falsa non si può mai trovare la terapia giusta, ma, al contrario, la malattia peggiora”.

Il problema, dice Müller, sta nei gravi peccati commessi da chierici contro il sesto comandamento, e ci sono almeno due cardinali, ovvero Sean Ptrick O’Malley (presidente della Pontificia commissione per la tutela dei minori) e Luis Francisco Ladaria Ferrer (successore di Müller all’ex Sant’Uffizio) che dovrebbero saperlo bene.

Secondo Müller, nonostante alcuni documenti importanti come la Veritatis splendor di Giovanni Paolo II, negli ultimi pontificati la difesa della visione cristiana della sessualità non è stata efficace e nella “catastrofe morale” determinata dalla cosiddetta rivoluzione sessuale la Chiesa è stata debole sotto il profilo dei provvedimenti disciplinari.

Una “buona cura pastorale” può funzionare solo se c’è una “solida base dogmatica, teologica e morale”.

Quanto al summit di febbraio in Vaticano, l’ex prefetto afferma, come detto, che la categoria del clericalismo non costituisce l’approccio giusto. Se si guarda ai fatti, si deve dire che la causa del fenomeno degli abusi risiede nei gravi peccati contro il sesto comandamento, i quali a loro volta trovano origine nei “fallimenti personali” di uomini che, incapaci di distinguere tra bene e male, restano vittime, come tanti altri, dell’iper-sessualizzazione tipica del nostro tempo, per esempio mediante la pornografia.

A giudizio di Müller da parte del Vaticano sarebbe stato necessario individuare misure urgenti. In primo luogo si tratta, come dice Benedetto XVI, di tornare alle fondamenta della fede, mettendo Dio al primo posto. Il riferimento obbligato è a Paolo: “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” (Rom 12:2).

Da parte del cardinale anche una forte critica ai vescovi tedeschi che, mediante il sito web della Conferenza episcopale, hanno permesso la diffusione di interventi duri e non oggettivi nei riguardi della lettera di Benedetto XVI, attaccato semplicemente per aver fatto riferimento alla legge morale della Chiesa. “I nostri progressisti, dopo aver gettato a mare la morale sessuale, hanno dimenticato anche il comandamento di amare il prossimo. Qui c’è una piattaforma che veicola l’odio. Spero che i vescovi esercitino la loro responsabilità, al fine di arrivare a un cambiamento di rotta per porre fine all’uso abusivo delle tasse a favore della Chiesa”.

Aldo Maria Valli

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