Il vescovo Aquila al cardinale Marx: “Cambiare l’insegnamento non riempirà le chiese”

“I leader della Chiesa tedesca, mediante un controverso percorso sinodale, stanno rischiando di danneggiare l’unità nella Chiesa stessa”.

La valutazione, espressa senza mezzi termini,  è dell’arcivescovo di Denver, monsignor Samuel Aquila, che replica così alle posizioni del cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca e arcivescovo di Monaco-Frisinga, secondo il quale la Chiesa cattolica in Germania, anche per far fronte alla costante diminuzione del numero dei cattolici, è pronta a rivisitare l’insegnamento tradizionale in materia di morale sessuale, celibato sacerdotale e ordinazione femminile.

“Purtroppo i recenti sviluppi nella Chiesa in Germania, guidata dal cardinale Marx e dalla maggior parte dei vescovi tedeschi, rischiano di danneggiare l’unità della Chiesa universale”, scrive l’arcivescovo Aquila.

“Negli scismi – osserva ancora – c’è un fallimento nell’ascolto della voce di Dio e dell’autentica voce dello Spirito Santo, che tiene sempre gli occhi fissi su Gesù Cristo. Basta guardare alla storia di quelle comunità protestanti che si dividono costantemente l’una dall’altra sulla dottrina per vedere l’impatto della sostituzione della fede con credenze socialmente accettabili”.

Il Vaticano ha ammonito i vescovi tedeschi che i loro piani “non sono ecclesiologicamente validi”; tuttavia il cardinale Marx ha risposto che  la “via sinodale” tedesca andrà avanti e, riferendo di un suo incontro con papa Francesco e il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, ha detto che né l’uno né l’altro hanno dato uno stop ai piani dei vescovi tedeschi .

Prima del vescovo Aquila, anche i cardinali tedeschi Walter Brandmüller e Gerhard Ludwig Müller, ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, hanno messo in guardia contro il “percorso sinodale vincolante” della Chiesa di Germania, così come dal documento di lavoro del Sinodo amazzonico. A loro si è poi aggiunto il vescovo di Ratisbona Rudolf Voderholzer, secondo il quale “un processo sinodale che mira a inventare una nuova Chiesa è un percorso di distruzione”, perché “divide i cristiani, fa a pezzi la Chiesa e alla fine danneggia anche la nostra società ed è un peso anche per le comunità protestanti”.

C’è inoltre da registrare l’intervento di un vescovo della Papua Nuova Guinea, per tanti anni missionario in quelle regioni remote. Si tratta dell’italiano Cesare Bonivento, del Pontificio istituto missioni estere di Milano, che nel libro L’itinerario conciliare del celibato ecclesiastico prende posizione a difesa del celibato. Una valutazione significativa, data la sua esperienza nelle remote isole del Pacifico, a corto di sacerdoti come l’Amazzonia.

Circa il percorso sinodale tedesco c’è da ricordare anche la presa di distanze della teologa Marianne Schlosser, membro della commissione teologica internazionale e insignita del Premio Ratzinger 2018, che nei giorni scorsi si è dimessa dal sinodo stesso affermando che il forum sul ruolo della donna nella Chiesa, al quale era stata invitata a partecipare, è completamente sbilanciato a favore del conferimento dell’ordine sacro alle donne.

Tornando al vescovo Aquila, ecco le sue significative parole finali: “È deludente che i vescovi tedeschi abbiano promesso nei giorni scorsi di portare avanti i loro piani nonostante l’intervento di papa Francesco e una lettera del cardinale Marc Ouellet che ha definito la loro proposta ‘non ecclesiologicamente valida’. Si può facilmente osservare che nella storia cambiare l’insegnamento per rimanere al passo con la morale moderna non ha mai riempito le chiese. Solo incontrare Gesù Cristo, rimanendo fedele a lui, non importa quale sia il costo, e rimanere attaccati alla vite porta frutto e riempie le chiese. È di vitale importanza ricordare che la nostra unità viene dal rimanere in relazione con il Padre, Gesù e lo Spirito Santo, non dall’adottare i valori del mondo. L’unità della Chiesa non è solo per il bene di noi cattolici, è anche per il bene del mondo, perché così crederà che il Padre ha mandato Gesù. L’antidoto a questa potenziale ferita al Corpo di Cristo è l’unione con le tre Persone della Santissima Trinità, che sono la fonte dell’unità della Chiesa. Coloro che rimangono innamorati di ogni persona della Trinità non cercano un cammino proprio. Perché la Chiesa rimanga unita dobbiamo tutti cercare di amare e rimanere connessi a Gesù Cristo e ai suoi insegnamenti, non a quelli del mondo”.

A.M.V.

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