Cronache dal futuro / L’undicesimo sinodo amazzonico e quella strana figura femminile

Attenzione. Il presente articolo fa uso di IRONIA. Chiunque sia allergico all’IRONIA si astenga dalla lettura. O, se proprio vuole leggere, si astenga poi dagli insulti nei confronti dell’autore.

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Oggi, 18 ottobre 2119, durante il consueto briefing nella sala stampa della Santa Sede sul sinodo in corso, il  rappresentante del Vaticano ha negato che la statua apparsa in alcune celebrazioni sia quella della cosiddetta “Vergine Maria” ma non è stato in grado di spiegare se effettivamente si tratti, come da alcuni è stato ipotizzato, di una nuova versione della Pachamama.

Il funzionario dei media vaticani inizialmente ha detto di non sapere chi esattamente fosse la misteriosa figura femminile (abbigliata con una tunica azzurra e un velo bianco) che è stata vista durante eventi che hanno coinvolto il papa, sia nella basilica di San Pietro sia nei giardini vaticani. Poi, pressato dai giornalisti e sottolineando che il simbolo va comunque considerato come un’astrazione e non come oggetto devozionale, ha risposto che chiederà delucidazioni in proposito alle competenti autorità ecclesiastiche.

Durante il medesimo briefing alcuni leader indigeni hanno sostenuto però che le cerimonie, proprio a causa dell’impiego della statua raffigurante la donna misteriosa, potrebbero anche essere classificate come “cattoliche”, il che, se fosse vero, segnerebbe un  preoccupante passo indietro rispetto a quanto si afferma nell’Instrumentum laboris di questo undicesimo sinodo pan-amazzonico, e cioè che la Chiesa deve definitivamente assumere un volto amazzonico.

“A mio giudizio – ha dichiarato un gesuita interpellato dai mass media – la natura della statua è aperta all’interpretazione e ci sono forti possibilità che si tratti, per nostra fortuna, di una versione della Madre Terra, ma una cosa è certa: non può trattarsi della Vergine Maria. Se lo fosse, saremmo di fronte a qualcosa di gravissimo”.

Il funzionario vaticano presente in sala stampa ha invitato i giornalisti, in ogni caso, a evitare eccessivi sospetti: “Vedere ovunque simboli cattolici, anche dove non ve ne sono, significa vedere il male anche dove non ce n’è”.

Ma la stampa non demorde. Conoscere la vera natura della statua, ha sostenuto durante il briefing una giornalista americana, sarebbe molto importante per capire quale tipo di rito si è svolto nei giardini vaticani e se per caso si sia trattato di una concessione alla liturgia cattolica e quindi di una negazione dei progressi che hanno condotto ad abbracciare il paganesimo.

Il video dell’evento nei giardini vaticani, lo ricordiamo, mostra il papa che presiede una cerimonia durante la quale, oltre a piantare come di consueto alcuni alberi, questa volta Francesco VII sembra pregare davanti alla statua della donna con la tunica azzurra e il velo bianco, il che ha indotto numerosi osservatori a interrogarsi: siamo forse di fronte a una concessione, sia pure non esplicita, alla superata liturgia cattolica? Inutile dire che le preoccupazioni da parte dei fedeli di tutto il mondo sono notevoli.

Durante il briefing gli alberi piantati dal papa sono stati definiti “sacri” dal rappresentante vaticano, ma ciò è scontato. Tutti i giornalisti volevano sapere in realtà chi fosse la misteriosa signora con le mani giunte, gli occhi rivolti al cielo e un volto che è stato definito come “insolitamente bello”, ovvero molto diverso (e anche questo aspetto ha suscitato preoccupazione), rispetto a tutti gli altri simboli indigeni, doverosamente brutti, che la Chiesa ha fatto propri da tempo.

A.M.V.

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