Lettera aperta / Santo Padre, mi rivolgo a te con tristezza…

Cari amici di Duc in altum, ho tradotto la lettera aperta inviata a Francesco da Michael J. Matt, direttore di The Remnant Newspaper.

A.M.V.

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Santità, mi chiamo Michael Matt. Sono cattolico dalla nascita, educato nelle scuole cattoliche dalla prima elementare all’università. Sono anche padre di sette figli.

Sono un editore di giornali cattolici e provengo da una famiglia di editori di giornali cattolici. Mio nonno fu nominato cavaliere di San Gregorio proprio qui a Roma dal tuo predecessore di felice memoria, Papa Pio XI.

Per centocinquant’anni la mia famiglia si è impegnata nell’apostolato della stampa cattolica, difendendo la Chiesa da aggressori di ogni tipo. Quando i nazisti occuparono Roma, il giornale di mio nonno fu inserito in una lista nera e per ordine dello stesso Adolf Hitler fu vietato diffonderlo in Germania.

Quando dico di essere un fedele cattolico parlo per me, mio ​​padre, mio ​​nonno e mio bisnonno. Tutti editori cattolici che hanno dedicato le loro vite alla difesa della tradizione cattolica e degli insegnamenti infallibili dei tuoi predecessori.

Oggi mi rivolgo a te con tristezza nel mio cuore cattolico, mentre i venti di quel modernismo condannato dal tuo santo predecessore, e al quale i miei padri hanno resistito, stanno soffiando oggi attraverso i colonnati, lungo la via della Conciliazione, sopra il Tevere e nel mondo intero.

Gli spiriti dei nostri padri gridano dalle loro tombe mentre Roma alza la bandiera bianca della resa e perde la Fede. Questa città eterna, battezzata nel sangue dei tuoi primi predecessori martiri, sotto il tuo controllo sta tornando alle sue radici pagane.

Durante il sinodo amazzonico, qui a Roma, è stato detto al mondo che Pietro guarda ai pagani per essere illuminato, li ascolta, impara da loro e li accompagna. Ma è questo che Cristo ha chiesto a te, Santo Padre? Imparare dal mondo?

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi per un altro motivo, o almeno così la Chiesa ha insegnato per duemila anni.

[Gesù] fu messo in croce in modo da prendere su di sé i peccati del mondo, per aprire le porte del cielo che, secondo la Scrittura, erano state chiuse dal peccato dei nostri progenitori nel giardino dell’Eden.

Lo Spirito Santo discese sui tuoi predecessori per stabilire una Chiesa che avrebbe reso tutti gli uomini sulla terra eredi del cielo e figli di Dio.

La Chiesa fondata da Cristo è, secondo gli insegnamenti infallibili della Chiesa stessa, l’unico mezzo di salvezza. È l’unica vera Chiesa, al di fuori della quale non c’è salvezza.

Santo Padre, accetti ancora questo dogma della Chiesa?

Questo ultimo sinodo ha trasmesso al mondo l’impressione che tu, Santo Padre, abbia rinnegato l’insegnamento secondo cui la Chiesa è l’unico mezzo di salvezza.

È questo il messaggio che intendevi inviare? In caso contrario, ti preghiamo di prendere atto del fatto che questo è il messaggio che la stampa mondiale ha ricevuto dal sinodo, insieme al messaggio che potresti non credere che esista l’inferno e che non è certo che tu creda che Gesù Cristo fosse Dio mentre era qui sulla terra.

Di fronte a tale confusione, Santo Padre, i fedeli cattolici devono scegliere tra le tue parole e quelle dei tuoi predecessori. A chi dobbiamo credere? A te o a loro?

I tuoi predecessori, fino a Paolo VI compreso, hanno promesso “di non cambiare nulla della Tradizione ricevuta, di non modificare nulla e di non permettere alcuna innovazione”. Hanno giurato “di mantenere tutto ciò che è stato rivelato attraverso Cristo e i suoi successori e qualunque cosa i primi concili e i predecessori abbiano definito e dichiarato”.

Nel loro giuramento d’incoronazione i tuoi predecessori “hanno sottoposto a severa scomunica chiunque osi intraprendere qualcosa di nuovo in contraddizione con questa Costituzione evangelica, la purezza della fede e la religione cristiana”.

Santo Padre, ti prego di spiegare in che modo “ascoltare e imparare dai pagani” non è in contraddizione con quella tradizione cattolica che i tuoi predecessori giurarono di difendere.

In Amoris laetitia hai detto al mondo che gli adulteri pubblici non pentiti possono in determinate circostanze tornare alla vita sacramentale della Chiesa, ponendo così il tuo insegnamento in diretta contraddizione con l’insegnamento infallibile della Chiesa, ribadito da Papa Giovanni Paolo II in Familaris consortio.

Dopo Abu Dhabi, hai informato il mondo che Dio vuole la fratellanza di tutte le religioni. Ma in che modo ciò non contraddice il mandato di Cristo stesso, che ti ha ordinato di battezzare tutte le nazioni nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo?

Quando sei venuto nel mio paese, hai parlato davanti al Congresso, alla presenza di alcuni dei leader più potenti del mondo, e non hai detto una sola parola su Gesù Cristo. Non credo che tu abbia nemmeno menzionato il suo nome. Perché, Santo Padre?

A Lund, in Svezia, hai incontrato luterani che fingevano di essere vescovi in ​​una cattedrale sottratta alla Madre Chiesa cattolica e hai pregato con loro in commemorazione di quella rivolta protestante che cinquecento anni fa ha diviso la cristianità e che grandi santi, come Thomas More, ritenevano essere l’anticristo. Perché, Santo Padre? Perché hai pregato con loro? Perché hai commemorato la rivolta protestante?

E in che modo ciò non è in contraddizione diretta con gli insegnamenti di Pio XI in Mortalium animus, che condannavano tali incontri pan-cristiani sulla base del fatto che l’unità dei cristiani può essere promossa solo chiedendo il ritorno di tutti i cristiani alla Chiesa cattolica?

Hai detto che gli atei possono andare in paradiso, trasmettendo così a un mondo triste, distratto e angosciato l’idea che la salvezza è possibile anche al di fuori di qualsiasi fede in Dio.

Hai detto che non è tuo compito giudicare i sacerdoti omosessuali, permettendo così al mondo di concludere che la Chiesa ha abbandonato i suoi stessi insegnamenti circa i peccati che gridano vendetta al cielo.

Hai persino onorato una coppia gay “sposata” con un’udienza privata durante la quale le telecamere hanno registrato ogni momento del tuo implicito abbandono degli insegnamenti morali della Chiesa cattolica.

E ora il sinodo sull’Amazzonia sta aprendo la porta alle donne diacono e forse anche alle donne sacerdote, in violazione non solo del recente insegnamento sostenuto dal tuo predecessore canonizzato in Ordinatio sacerdotalis, ma anche della volontà di Cristo stesso.

E stai collaborando con i globalisti e i controllori della popolazione, che vogliono impiegare l’aborto e una rigorosa educazione alla contraccezione in tutto il mondo al fine di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite entro il 2030.

Dato tutto questo, Santo Padre, cosa faresti se fossi nei miei panni? Quali insegnamenti seguiresti? Le scandalose novità di un uomo di nome Francesco, o gli insegnamenti costanti e infallibili di tutti i suoi predecessori, fino a San Pietro stesso? Sappiamo che cosa ha detto Cristo stesso su chi scandalizza i più piccoli, che sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina e fosse gettato negli abissi del mare.

Santità, io sono uno di quei piccoli, come lo sono i miei bambini e i miei figli in tutto il mondo, scandalizzati non perché vogliamo esserlo, ma perché lo siamo; perché vediamo che cosa nostro padre sta facendo e dicendo in contraddizione con duemila anni di insegnamento e di esempio cattolici.

È una sorpresa che così tanti dei tuoi sudditi ti stiano resistendo, preghino Dio per la tua conversione e si chiedano persino se sei ancora cattolico?

Cerimonie pagane nei giardini vaticani? Pensi che questo aiuti i nostri amici protestanti ad avvicinarsi all’unità con la vera Chiesa di Cristo? Anche loro sono scandalizzati da quello che hai fatto. E hai convinto molti di loro che il papa è davvero la meretrice di Babilonia e li hai spinti oltre il gregge di Cristo e la barca di Pietro.

Per favore, Santo Padre, immagina solo per un momento l’orrore dei tuoi figli di fronte a tale scandalo paterno.

Preghiamo per te, Santo Padre, ogni giorno. Che ti piaccia o no, ci riferiamo a te come Santo Padre perché l’ufficio che ricopri è santo sopra tutti gli altri e nemmeno tu puoi renderlo malvagio.

La tua è la sede del Santo Padre, presso la Sede di Pietro – la Santa Sede – e ne abbiamo troppo rispetto per consentire a chiunque, anche al Papa, di distruggerla.

Hai chiarito che, sebbene desideri ascoltare i pagani, non hai alcun interesse ad ascoltare i tuoi figli scandalizzati, noi rigidi neo-palagiani un tempo conosciuti come cattolici praticanti. Ai tuoi occhi siamo rigidi, fanatici e farisaici. Ma, se è vero, lo stesso vale per duecentosessanta dei tuoi predecessori rigidi, fanatici e farisaici. E questo non può essere.

Preghiamo per te; piangiamo per te e per i nostri figli in questo oscuro momento di confusione per i cattolici di tutto il mondo. Ma in coscienza siamo anche tenuti, dinanzi alla terribile prova del giudizio di Dio, a resisterti onorevolmente in faccia.

In effetti, noi fedeli cattolici promettiamo di compiere ogni sforzo fino al giorno in cui moriremo per resistere a te e alla tua agenda di cambiamento rivoluzionario rispetto alla Chiesa che amiamo.

Promettiamo di insegnare ai nostri figli, in fedeltà alla Tradizione cattolica, di resisterti in ​​faccia e di insegnare ai loro figli a fare lo stesso.

Promettiamo anche di amarti e pregare per te ogni giorno della nostra vita, e se un giorno, prima di morire, la grazia di Dio ti spingerà a diventare di nuovo pienamente cattolico, ti promettiamo, Santo Padre, che in tutta la cristianità non avrai difensori più convinti di quei cattolici tradizionali che ora sembri disprezzare. I cattolici che difenderanno la fede tramandata loro dai padri. Cattolici di tutto il mondo che ti stanno implorando di difendere la Fede e di tornare a essere vicario di Cristo, piuttosto che vicario del mondo.

In verità, i veri amici del Papa non sono né rivoluzionari né innovatori: sono tradizionalisti. Non lasceremo la Santa Madre Chiesa. Non abbandoneremo mai Cristo nostro Re, anche se tutti i vescovi del mondo, incluso il Vescovo di Roma, Lo abbandoneranno ancora una volta, come fecero duemila anni fa sul Calvario.

Santo Padre, ti preghiamo, per l’amor di Dio e quello di tutto il mondo, ascolta le grida delle tue pecore sparse e torna a essere il loro pastore. Torna a essere il vicario di Cristo, il successore di Pietro, il nostro vero Santo Padre.

Fino a quando ciò non accadrà, i più fedeli non avranno altra scelta se non quella di resisterti in faccia. Con Dio testimone, lo faremo fino al giorno della nostra morte, o fino al tuo ritorno nella Chiesa di Gesù Cristo.

Christus Vincit, Christus Regnat, Christus Imperat.

Roma, 26 ottobre 2019

Michael J. Matt

Direttore di The Remnant Newspaper

Fonte:

https://remnantnewspaper.com/web/index.php/articles/item/4680-church-in-crisis-world-s-catholics-resist-pope-to-his-face

 

 

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